Pirati dei Caraibi: Ai confini del Mondo

…O AI CONFINI DELLA REALTA’.

Si giunge, dopo un insignificante secondo, al terzo capitolo della serie targata Johnny Deep (alzi la mano chi lo va a vedere per Barbarossa).  La prima cosa che si capisce? Tutto il film è spinto da un irresistibile desiderio di esistere per fare soldi, tanti soldi ma volontà di raccontare una bella storia, se ne vede poca.  Di spunti ce ne sono, di belle situazioni anche ma, al sunto di tutto, la trama non regge o almeno non viene sciolta a dovere, tanti spunti si aprono ad ogni sequenza senza mai cercare di spiegare nulla, allo spettatore viene chiesto di credere a tutto ciò che accade sullo schermo attraverso l’abile trucco del – vediamo come se la cava Johnny questa volta.  E cosi vengono costruiti inghippi su inghippi, si comincia a tentennare sulla poltrona, a non distinguere il bene dal male, Chi sono i buoni? Chi i cattivi ?Complotto su complotto la trama stenta ad andare avanti lasciando alla dolce Elizabeth (Keira Knightley)  l’onere di portare avanti la storia e l’intera combriccola di pirati.

Capitan Jack Sparrow appare sempre di meno e le sue disavventure cominciano a sembrarci un terribile cliché.  Comunque sia, di trovate interessanti ce ne sono: l’idea di capovolgere la nave per tornare al mondo dei vivi è coinvolgente ( fa venir il mal di mare solo a vederla), le prime scene a Singapore non valgono meno.  Da apprezzare un gradito ritorno di Chow Yun-Fat, attore poliedrico e inseparabile collaboratore di John Woo nelle sue prime pellicole ( la serie di “ A Better Tomorrow”) e il maestro spadaccino di   “ La tigre e il dragone “. Qui è nei panni di un capitano pirata a cui i nostri eroi chiedono aiuto contro la compagnia delle Indie.

La trama continua le avventure dei nostri personaggi che, come dicono per far andare avanti la baracca, “Squadra che vince non si cambia”, si però qui ormai è usurata.  I Caraibi sono ormai alle corde strette, in tutti sensi, la marina  ha cominciato un sistematico piano di sterminio dei pirati o di chiunque abbia avuto a che fare con loro.  Allora il gran consiglio dei pirati viene riunito per bloccare l’avanzare di questa minaccia. Come se non bastasse l’ Olandese volante viene usato dalla compagnia delle Indie per sterminare tutte le navi pirata.  Ai nostri eroi viene chiesto di fermare questa minaccia.

Fosse solo questo! C’è Capitan Sparrow da recuperare, un’ antica dea da risvegliare e un padre da salvare.  Quindi la storia si apre verso delle incanalature che sfaccettano i personaggi mostrandoci i loro veri desideri fino a portarli ad una scelta finale che coincide con il grande scontro, contro l’acerrimo nemico Devy Jones. Senza dimenticare che c’è anche un forziere da recuperare dalle mani della compagnia delle Indie.

Riassumendo, un gran casino.  A questo si vuole aggiungere la sfacciataggine di questo nuovo cinema Americano che vorrebbe risolvere tutti i buchi della trama con gli effetti speciali. Non sa come far risolvere un inghippo della storia ? Facile !! Ci mettiamo un bel mostro gigante che sputa fuoco cosi gli spettatori sono tutti contenti.  L’uso disperato degli effetti speciali ormai sta rovinando il mercato Americano ( almeno una parte), troppo spesso la scelta di decretare un buon film è ricaduta sulla scelta degli effetti da usare.  Non è una sorpresa, poi, che questo film solchi le classifiche. Una volta visto il primo film, senza infamia e senza lode piacevole da vedere, poi si vuole vedere il secondo.

-Cribbio hanno speso cosi tanti soldi per fare questo secondo, qualcosa di buono l’ avranno fatto! –

Questo uno pensa quando progetta di andare a vedere il secondo.  E il secondo costringe chiunque lo abbia visto a dover vedere anche il terzo.  Perché è una puntata da telefilm dove alla fine compare -la soluzione nella prossima puntata.  E quindi, costretto a vedere il terzo lo spettatore spera di vedere tutte quelle strane azioni che avevano messo in dubbio a Jhonny Deep di essere silurato ( Che cosa avrà mai fatto per sconvolgere i dirigenti della Disney, questo è un mistero che rimarrà nella storia di Topolinia).  Per concludere, se siete stati come me che hanno visto il primo e poi il secondo, siete condannati a dover vedere anche il terzo e, in più, il finale è ancora aperto anzi, apertissimo, forse è una minaccia?

Speriamo che il signor Deep,  che ha detto di averlo fatto per i propri figli, si ricreda o che almeno questi, crescano in fretta.

di Giulio Cangiano

 

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