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Pieruigi Sangalli, il Maestro del Fumetto Italiano: Addio a un’Icona di Braccio di Ferro, Geppo e Topo Gigio

Il 13 marzo 2025, l’industria del fumetto italiano ha perso uno dei suoi maestri più discreti e silenziosi, Pierluigi Sangalli, che si è spento all’età di 86 anni. Questo nome, forse poco noto al grande pubblico ma di fondamentale importanza per i cultori del fumetto, è legato a personaggi iconici come Geppo e Braccio di Ferro, due figure che hanno segnato un’epoca della cultura popolare italiana.

Sangalli, nato a Monza il 5 novembre 1938, aveva intrapreso il cammino del disegno sin dalla sua giovinezza, dimostrando fin dai tempi scolastici una predilezione per l’arte, un talento che si manifestava già nelle caricature di compagni di scuola e insegnanti. Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria, non volle seguire la via più tradizionale della sua formazione e decise di dedicarsi al disegno, una scelta che lo avrebbe portato a lasciare un’impronta indelebile nel panorama fumettistico nazionale.

La sua carriera, che ebbe inizio nel 1958 con le Edizioni Il Ponte di Renato Bianconi, lo portò a collaborare con alcuni dei più grandi del fumetto italiano, come Mario Sbattella, e successivamente a lavorare su alcune delle serie più popolari dell’epoca. Tra i primi progetti che lo videro coinvolto ci furono le serie di Volpetto, Trottolino e Felix the Cat, un fumetto che lo avrebbe accompagnato per tutta la sua carriera, entrando nei cuori degli appassionati di tutte le generazioni.

Il suo nome è però indelebilmente legato ai personaggi che, più di tutti, hanno rappresentato la sua essenza artistica: Geppo e Braccio di Ferro. Con Geppo, Sangalli non solo si limitò a disegnare, ma divenne anche sceneggiatore, dando nuova vita al personaggio e rinnovando la sua grafica, facendo di Geppo uno dei fumetti più amati in Italia. Il suo contributo fu fondamentale per la creazione di nuovi personaggi di complemento, e la sua firma divenne sinonimo di qualità per il periodico dedicato a Geppo, che, sotto la sua guida, non solo sopravvisse ma prosperò fino al 1996.

Contemporaneamente, Sangalli si dedicò anima e corpo a Braccio di Ferro, il mitico personaggio dei fumetti americani che negli anni Sessanta conobbe una nuova vita grazie alla versione italiana pubblicata dalla Casa Editrice Bianconi. Non solo disegnò le storie per oltre tre decenni, ma fu anche l’autore delle copertine di tutte le testate del personaggio, regalando un volto riconoscibile e distintivo a Braccio di Ferro, che divenne un simbolo per molte generazioni di lettori.

Nel corso degli anni, Sangalli si dedicò anche alla realizzazione di storie per altri personaggi di rilievo, come Felix the Cat, Provolino e Topo Gigio, lasciando un segno in tutte le serie in cui intervenne, dalla sua partecipazione nel 1967 alla realizzazione di storie di Provolino, fino agli anni Novanta, quando lavorò anche sulle storie di Topo Gigio per FPM Editore.

Ma la sua produzione non si limitò solo ai fumetti di personaggi noti. Sangalli si avventurò anche nella creazione di storie più personali e inedite, come quelle di Zurlino, Monico l’Olimpionico e Saruzzo, un personaggio legato al mondo dello spettacolo e creato per i fumetti ispirati al pupazzo di Franco Franchi. Questi progetti, pur non avendo la stessa visibilità dei suoi lavori su Geppo o Braccio di Ferro, dimostrano la sua capacità di spaziare e reinventarsi costantemente, sempre con la stessa passione e dedizione.

La sua carriera, che si estende oltre i confini dei fumetti per bambini, toccò anche ambiti più maturi e riflessivi. Dopo il 1998, infatti, Sangalli si dedicò a un’attività più intima e meno conosciuta, realizzando illustrazioni per enti locali, creando manifesti e materiale promozionale per il turismo e l’educazione, attività che lo vedevano come una figura preziosa nella valorizzazione culturale del suo territorio.

L’addio di Pierluigi Sangalli rappresenta una perdita significativa per il mondo del fumetto, ma anche per quella parte della cultura italiana che ha visto in lui non solo un artista, ma un narratore silenzioso delle storie più amate. I suoi disegni hanno fatto parte delle vite di milioni di lettori, dai bambini agli adulti, che hanno trovato nelle sue tavole non solo un tratto riconoscibile ma anche un senso di familiarità, come se quei personaggi fossero parte della loro quotidianità. Ora che Sangalli ci ha lasciato, rimarranno solo le sue opere, a testimoniare l’incredibile percorso di un uomo che, attraverso il fumetto, ha saputo regalare sorrisi e riflessioni a intere generazioni. Un addio che lascia un vuoto difficile da colmare.

Redazione

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