Perché il Pinball si chiama Flipper?

Il gioco del flipper ha origine negli Stati Uniti ma è chiamato in lingua inglese pinball: ha ottenuto il nome di flipper in Italia, Francia e altri Paesi europei per via della scritta riportata sopra le palette respingenti, note anche come alette, che sono manovrate da pulsanti esterni. L’obiettivo del gioco consiste nel colpire una biglia d’acciaio proprio attraverso le alette, puntando ad obiettivi posti su una superficie inclinata coperta da un vetro trasparente. Ogni volta che si colpisce un obiettivo o una combinazione di obiettivi, il giocatore accumula punti o guadagna dei bonus.

Secondo molti studiosi del gioco, i flipper hanno avuto origine dalla Bagatella, un gioco di biliardo francese che veniva giocato con una piccola stecca per spingere le biglie su un tavolo inclinato. Il gioco consisteva nel mandare le biglie in una delle nove buche presenti sulla superficie del tavolo. La Bagatella è stata diffusa negli Stati Uniti e si dice che anche il presidente Abramo Lincoln fosse un appassionato giocatore. Nel tardo 1800, la piccola stecca è stata sostituita da un pistone a molla e ciò ha portato ad una nuova versione del gioco chiamata “Pinball”.

David Gottlieb, fondatore della Gottlieb Company, ha creato il gioco “Baffle Ball” nel 1931 che ha aperto le porte all’industria moderna del gioco. Baffle Ball non utilizzava l’elettricità ed era costituito con un cabinet in legno e un pistone che spingeva le biglie su un tavolo inclinato di 7 gradi, dove erano presenti numerosi perni che condizionavano il movimento delle biglie, da cui potevano terminare in vaschette a cui era associato un punteggio. Il gioco costava un centesimo di dollaro per sette biglie lanciate e i giocatori controllavano il movimento delle biglie assestando colpetti, più o meno forti, al cabinet.

Diversi imitatori iniziarono ad affacciarsi sul mercato ma David Rockola, Ray Moloney e Harry Williams sono stati i principali concorrenti di Gottlieb. Williams, grazie alle sue competenze tecniche, ha avuto un notevole impatto sull’intera industria dei flipper. Ha iniziato come distributore di macchine da gioco create da altre aziende ma ha presto capito che poteva acquistare tavoli da pinball usati e ricondizionarli, applicando le sue modifiche, a un costo considerevolmente più basso.

Negli anni ’50, quasi ogni bar aveva il proprio flipper e il gioco era molto popolare. Tuttavia, con l’aumento della dipendenza da gioco d’azzardo, l’Europa ha iniziato a preoccuparsi e a regolamentare l’uso del flipper. Negli anni ’60, ci sono state molte limitazioni e proibizioni sull’uso del flipper come apparecchio per il gioco d’azzardo. Nella prima metà degli anni ’70, ci sono stati cambiamenti sostanziali che hanno portato il flipper sotto il controllo di una scheda elettronica. Questo ha migliorato la qualità del gioco e l’esperienza complessiva per i giocatori.

Oggi, il flipper è praticamente scomparso dai nostri locali pubblici, sostituito dai videopoker e dalle slot machine. Tuttavia, ci sono ancora collezionisti di flipper che apprezzano l’estetica e la storia di questi giochi. Ci sono pezzi rari e costosi sul mercato, che attirano appassionati da tutto il mondo.

Un esempio del fascino del flipper nella cultura popolare è il film di Carlo Verdone del 1986, “Troppo forte”, in cui un flipper è parte integrante della trama. In generale, il flipper ha una lunga storia e una cultura affascinante che lo rendono un pezzo unico della storia dei giochi.

 

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *