Di fronte al debutto italiano al Comicon Napoli (per i tipi di J-POP Manga) di Painter of the Night, un’intrigante serie Boy’s Love di Byeonduck ambientata nella Corea dell’epoca Joseon, firmato Byeonduck, che sarà sugli scaffali di librerie, fumetterie e store online a partire dal 13 maggio, confesso che mi sono sentito investito da una miscela di curiosità e apprensione. Non si tratta semplicemente di un manga da leggere: Painter of the Night è un’esperienza che scuote, inquieta e mette alla prova i confini tra arte, eros e violenza.
La trama ci introduce a Na-kyum, un giovane pittore dal talento straordinario nel ritrarre uomini in pose erotiche. In un contesto storico come quello della Corea del periodo Joseon, dove le convenzioni sociali sono ferree e il desiderio tra persone dello stesso sesso è stigmatizzato, il suo talento diventa una maledizione piuttosto che un dono. Dopo aver creato opere sotto pseudonimo, Na-kyum decide di ritirarsi dal mondo dell’arte, sperando di lasciarsi alle spalle una carriera che lo mette in conflitto con la sua stessa identità. Tuttavia, la sua vita viene sconvolta dall’arrivo di Yoon Seungho, un nobile noto per la sua insaziabile lussuria. Costringendo Na-kyum a diventare il suo pittore privato, Seungho lo obbliga a tornare alla sua passione, ma lo fa in un modo che non lascia spazio alla libertà: la coercizione è la sua arma principale.
Non c’è nulla di romantico nel loro incontro, anzi, la relazione inizia su toni aspri e inquietanti. Seungho si fa figura di predatore, dominando fisicamente ed emotivamente Na-kyum, ma la vera forza di Painter of the Night sta nella sua capacità di farci riflettere sul confine tra eros e potere, sull’abuso e la sottomissione che si nascondono dietro le dinamiche di attrazione.
Una passione tossica mascherata da amore?
Come lettore, uno degli aspetti che più mi ha turbato è l’apparente romanticizzazione di una relazione che, in ogni aspetto, è intrinsecamente tossica. Il gioco di potere tra Na-kyum e Seungho non è solo una lotta per il controllo fisico, ma un intricato scambio psicologico che, col passare dei capitoli, assume i contorni di una relazione abusiva. La progressiva intimità che si sviluppa tra i due protagonisti, benché velata da una sorta di passione bruciante, non fa che mascherare una sindrome di Stoccolma che emerge sempre più nei pensieri e nelle azioni di Na-kyum.
La storia gioca con l’idea di un “amore redentore”, un trope molto usato, ma che in questo caso non trova una sua giustificazione. Le piccole riflessioni che l’autrice inserisce, come il dialogo tra Na-kyum e sua sorella, potrebbero essere il seme di una critica sociale più ampia sulla coercizione e sull’abuso, ma purtroppo queste intuizioni vengono rapidamente soffocate dalla necessità di sviluppare una trama che sembri giustificare la relazione come un “dramma romantico”. Questo contrasto tra le potenzialità della narrazione e le scelte narrative fatte mi ha lasciato un senso di frustrazione.
L’erotismo come forma di dominio: una critica al BL stereotipato
Non possiamo ignorare che Painter of the Night affronta il tema dell’erotismo in modo diretto e, per certi versi, brutale. Il sesso non è mai semplice piacere o intimità, ma una manifestazione di dominio e controllo. Non solo Seungho, ma anche tutti i personaggi che ruotano attorno a lui sembrano muoversi in un gioco di potere in cui chi ama viene punito, chi desidera viene spezzato.
Sebbene la rappresentazione dell’erotismo in Painter of the Night possa essere interessante per il suo trattamento crudo e realista, non posso fare a meno di notare come la serie riproponga alcuni dei peggiori stereotipi del genere BL: i personaggi effeminati sono spesso rappresentati come vittime passive, mentre quelli virili sono predatori incapaci di controllarsi. In questo senso, l’opera non fa che amplificare una rappresentazione problematica della sessualità queer, già oggetto di critiche in altre opere simili.
Una bellezza visiva che inganna
Nonostante gli aspetti disturbanti della trama, Painter of the Night è un’opera visivamente straordinaria. Il tratto di Byeonduck è elegante, raffinato, con un’attenzione maniacale ai dettagli. Ogni tavola sembra essere costruita con una cura cinematografica, dove le linee morbide e l’uso sapiente delle luci e delle ombre conferiscono alle scene un’atmosfera seducente, quasi onirica. Ma è proprio qui che il cortocircuito emotivo prende vita: mentre la bellezza visiva ti cattura, il contenuto ti lascia con un nodo allo stomaco. La capacità di Byeonduck di rendere l’orrore esteticamente attraente è, in un certo senso, inquietante. La sua arte ti invita a guardare, anche quando dovresti distogliere lo sguardo.
Painter of the Night è un’opera che suscita emozioni contrastanti. È senza dubbio un titolo che ha il potere di affascinare e disturbare allo stesso tempo. Alcuni lettori apprezzeranno la sua intensità, la bellezza delle illustrazioni e l’approccio audace alla sessualità e al potere. Altri, come me, non potranno fare a meno di interrogarsi sulle scelte narrative e sulla maniera in cui l’autrice maneggia temi complessi come la coercizione e l’abuso. Painter of the Night non è un manga facile, ma è sicuramente un’esperienza che ci costringe a riflettere, a confrontarci con temi dolorosi e a mettere in discussione le narrazioni romantiche tradizionali. E forse, anche se è un’opera che ci lascia con molte domande, è proprio questo il suo valore più grande.