Padmé Amidala: regina, guerriera, madre

Padmé Amidala è un personaggio del franchise di Star Wars, presente nella trilogia prequel e interpretata da Natalie Portman. Padmé è una delle figure più importanti della saga, essendo la moglie del Cavaliere Jedi Anakin Skywalker e la madre di Luke Skywalker e Leia Organa, due dei più grandi eroi della galassia. Padmé è stata una leader coraggiosa e idealista, che ha servito come Regina e poi Senatrice di Naboo, e che ha lottato per la pace e la democrazia nella Repubblica Galattica. La sua vita e la sua morte hanno avuto conseguenze drammatiche per il destino della galassia, segnata dalla nascita dell’Impero Galattico e dalla caduta degli Jedi.

Questo articolo ripercorre la biografia di Padmé Amidala, analizzando il suo ruolo e la sua personalità nelle diverse fasi della sua esistenza, dalla sua ascesa al potere come Regina di Naboo, alla sua relazione segreta con Anakin Skywalker, fino alla sua tragica fine su Polis Massa.

Regina di Naboo

Padmé Naberrie nacque nel 46 BBY (Before the Battle of Yavin) in un villaggio di montagna sul pianeta Naboo, da una famiglia di nobili origini. Fin da bambina, Padmé dimostrò una notevole intelligenza, sensibilità e spirito di servizio, dedicandosi al volontariato e alla politica. A soli otto anni, aiutò gli abitanti del mondo di Shadda-bi-Boran ad evacuare il loro sistema stellare morente; a undici anni divenne Allieva Legislatrice, e si distinse all’interno del Programma Legislativo Giovanile tanto da essere eletta a soli dodici anni supervisore della città di Theed, capitale di Naboo.

La tradizione di Naboo, che non aveva pregiudizi riguardo l’età degli individui ai vertici del potere, facilitò l’ascesa al potere di Padmé. Nel 32 BBY, a soli quattordici anni, Padmé fu eletta democraticamente Regina di Naboo, assumendo il nome regale di Amidala. Come Regina, Padmé si impegnò a difendere gli interessi e i valori del suo popolo, promuovendo la cultura, l’arte, l’educazione e la cooperazione tra le diverse specie che abitavano il pianeta, in particolare i Gungan, una razza anfibia spesso in conflitto con gli umani.

Invasione di Naboo

Poco dopo la sua elezione, Padmé dovette affrontare una grave crisi politica, causata dal blocco commerciale imposto dalla Federazione dei Mercanti, un’organizzazione criminale che agiva sotto l’influenza di un misterioso signore dei Sith, Darth Sidious. La Federazione, infatti, voleva costringere Naboo a firmare un trattato che avrebbe legittimato la sua occupazione militare del pianeta, in cambio della fine del blocco. Padmé, tuttavia, si rifiutò di cedere al ricatto, e resistette all’invasione con l’aiuto di due Jedi, Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi, inviati dal Cancelliere Supremo Finis Valorum per negoziare una soluzione pacifica.

I due Jedi riuscirono a liberare Padmé e alcuni dei suoi fedeli, e la portarono a bordo della loro nave, con l’intento di raggiungere il pianeta Coruscant, sede del Senato Galattico, per chiedere aiuto alla Repubblica. Durante il viaggio, però, la nave fu danneggiata dal fuoco nemico, e dovette atterrare sul pianeta Tatooine per effettuare delle riparazioni. Qui, Padmé conobbe per la prima volta Anakin Skywalker, un giovane schiavo dotato di una straordinaria sensibilità alla Forza, che si offrì di aiutarli vincendo una pericolosa gara di pod. Padmé rimase colpita dal coraggio e dalla gentilezza di Anakin, e instaurò con lui un legame di amicizia e di affetto.

Battaglia di Naboo

Dopo aver lasciato Tatooine, Padmé e i Jedi arrivarono finalmente su Coruscant, dove Padmé si presentò davanti al Senato per denunciare la situazione di Naboo e chiedere l’intervento della Repubblica. Tuttavia, il Senato si dimostrò inefficiente e corrotto, e il Cancelliere Valorum fu destituito da una mozione di sfiducia promossa dal Senatore di Naboo, Palpatine, che si candidò come suo successore. Padmé, delusa e frustrata, decise di tornare su Naboo per organizzare una resistenza armata contro la Federazione, con l’aiuto dei Jedi e dei Gungan, con cui stipulò un’alleanza storica. Padmé, infatti, riconobbe il capo dei Gungan, Boss Nass, come sovrano legittimo di Naboo, e gli chiese il suo aiuto in cambio della promessa di una futura convivenza pacifica tra i due popoli.

Padmé e i suoi alleati elaborarono un piano per liberare Naboo: i Gungan avrebbero attirato le forze della Federazione in una battaglia campale, mentre un gruppo di piloti avrebbe attaccato la nave comando nemica dallo spazio, e Padmé e i Jedi avrebbero assaltato il palazzo reale per catturare i leader della Federazione e costringerli a ritirarsi. Il piano, però, incontrò diverse difficoltà: i Gungan furono sopraffatti dai droidi da battaglia, i piloti non riuscirono a penetrare lo scudo della nave comando, e i Jedi dovettero affrontare un temibile Sith, Darth Maul, che uccise Qui-Gon Jinn e ferì Obi-Wan Kenobi. Padmé, però, non si arrese, e con l’aiuto di alcuni dei suoi guardie e di Anakin, che si era infiltrato nella nave comando, riuscì a raggiungere la sala del trono e a disarmare i leader della Federazione, ponendo fine all’invasione. Obi-Wan, poi, riuscì a sconfiggere Darth Maul, e Anakin distrusse la nave comando, disattivando tutti i droidi da battaglia. La battaglia di Naboo si concluse con una vittoria dei nativi, che celebrarono la loro liberazione e la loro unione con una grande festa.

Senatrice di Naboo

Padmé Amidala fu una senatrice di Naboo nel Senato Galattico, dopo aver completato il suo mandato come regina del suo pianeta. Come senatrice, Padmé si impegnò a difendere i valori di pace, giustizia e democrazia, e si oppose alla creazione di un esercito della Repubblica e alle misure autoritarie del cancelliere Palpatine. Padmé fu una delle fondatrici del Movimento dei Lealisti, un gruppo di senatori fedeli al cancelliere e alla Repubblica, e del Gruppo Delegati, un’organizzazione segreta che si opponeva alla deriva dittatoriale del cancelliere. Padmé fu anche una delle principali sostenitrici del dialogo con i separatisti, che avevano scatenato la guerra dei cloni contro la Repubblica. Padmé fu una senatrice rispettata e influente, che si guadagnò l’ammirazione e l’amicizia di molti suoi colleghi, come Bail Organa, Mon Mothma, Onaconda Farr e Jar Jar Binks.

Relazione con Anakin Skywalker

Durante il suo soggiorno su Naboo, Padmé si riavvicinò ad Anakin, e i due iniziarono a provare dei sentimenti reciproci, che però erano proibiti dal Codice Jedi, che vietava agli Jedi di avere legami affettivi. Padmé cercò di resistere al suo amore per Anakin, ma non riuscì a negare i suoi sentimenti, soprattutto quando i due furono catturati dai separatisti su Geonosis, e condannati a morte nell’arena. Prima di affrontare il loro destino, Padmé confessò ad Anakin di amarlo, e i due si baciarono. Fortunatamente, i due furono salvati dall’arrivo di Obi-Wan e di un esercito di cloni, creato segretamente su Kamino da un misterioso Jedi, Sifo-Dyas. La battaglia di Geonosis segnò l’inizio della Guerra dei Cloni, un conflitto galattico tra la Repubblica e i separatisti, guidati dal Conte Dooku, un ex Jedi caduto al Lato Oscuro.

Dopo la battaglia, Padmé e Anakin si sposarono segretamente su Naboo, con la sola presenza di C-3PO e R2-D2 come testimoni. I due dovettero però separarsi subito dopo, per dedicarsi ai loro rispettivi ruoli nella guerra. Padmé continuò a svolgere il suo lavoro di senatrice, cercando di trovare una soluzione pacifica al conflitto, e opponendosi alle misure autoritarie e restrittive imposte dal Cancelliere Palpatine, che aveva ottenuto dei poteri speciali dal Senato per gestire la crisi. Padmé si unì al Comitato per la Pace, un gruppo di senatori che promuovevano il dialogo con i separatisti, e fondò il Gruppo Delegati, un’organizzazione segreta che si opponeva alla deriva dittatoriale del Cancelliere.

Padmé e Anakin si incontrarono raramente durante la guerra, e comunicarono principalmente tramite ologrammi. I due si amavano profondamente, ma il loro matrimonio era costantemente minacciato dalle circostanze e dai segreti. Padmé, infatti, non sapeva che Anakin era tormentato da incubi premonitori, che gli mostravano la sua morte durante il parto. Anakin, invece, non sapeva che Padmé era incinta di due gemelli, che aveva scoperto durante una visita medica. Padmé cercò di rassicurare Anakin, dicendogli che il loro amore li avrebbe protetti, ma Anakin era sempre più spaventato e insicuro, e iniziò a dubitare della lealtà di Padmé e degli Jedi.

Fine della guerra e morte

Nel 19 BBY, la guerra dei cloni giunse al suo culmine, con l’attacco dei separatisti a Coruscant, e il rapimento del Cancelliere Palpatine da parte del Generale Grievous, il comandante dei droidi. Anakin e Obi-Wan riuscirono a salvare il Cancelliere, e a uccidere il Conte Dooku, su ordine di Palpatine. Padmé fu felice di rivedere Anakin, e gli rivelò di essere incinta. Anakin fu inizialmente felice, ma poi fu di nuovo assalito dai suoi incubi, che gli facevano temere di perdere Padmé come aveva perso sua madre. Palpatine, che in realtà era il signore dei Sith Darth Sidious, si approfittò della paura di Anakin, e gli disse che esisteva un modo per salvare Padmé dalla morte: il Lato Oscuro della Forza. Palpatine gli rivelò di essere un Sith, e gli offrì di diventare suo apprendista, promettendogli di insegnargli il segreto per sconfiggere la morte. Anakin, sconvolto, denunciò Palpatine agli Jedi, ma poi cambiò idea, e lo aiutò a sfuggire all’arresto, tradendo gli Jedi e giurando fedeltà a Sidious, che lo battezzò Darth Vader.

Padmé assistette impotente alla caduta della Repubblica e degli Jedi, che furono sterminati da Palpatine con l’Ordine 66, un comando segreto che costrinse i cloni a rivoltarsi contro i loro generali. Padmé cercò di contattare Anakin, ma non ricevette risposta. Allora, decise di recarsi su Mustafar, il pianeta vulcanico dove Anakin si era recato per eliminare i leader dei separatisti, su ordine di Palpatine. Padmé fu accompagnata da Obi-Wan, che si era nascosto a bordo della sua nave, e che voleva affrontare Anakin per fermare la sua follia. Padmé arrivò su Mustafar, e implorò Anakin di tornare con lei, dicendogli che lo amava e che lo avrebbe aiutato a redimersi. Anakin, però, era ormai completamente dominato dal Lato Oscuro, e credette che Padmé lo avesse tradito portando Obi-Wan con sé. Anakin, allora, strangolò Padmé con la Forza, e la lasciò priva di sensi. Obi-Wan, poi, ingaggiò un duello con Anakin, che si concluse con la sconfitta e la mutilazione di quest’ultimo. Obi-Wan prese Padmé e la portò su Polis Massa, una base medica, dove Padmé diede alla luce due gemelli, che chiamò Luke e Leia, prima di morire. Le cause della sua morte non furono fisiche, ma psicologiche: Padmé aveva perso la volontà di vivere, dopo aver visto l’uomo che amava diventare un mostro.

Eredità

La morte di Padmé Amidala fu un evento tragico, che segnò la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Padmé fu una delle ultime vittime della guerra dei cloni, e una delle prime vittime dell’Impero Galattico, che si instaurò subito dopo la sua scomparsa. Padmé fu anche una delle principali cause della caduta di Anakin Skywalker, che divenne il malvagio Darth Vader, il braccio destro di Palpatine. Anakin, infatti, si lasciò sedurre dal Lato Oscuro nella speranza di salvare Padmé, ma in realtà la condannò a morte con le sue azioni. Anakin, però, non seppe mai che Padmé aveva dato alla luce due figli, che furono nascosti da Obi-Wan e dal Maestro Jedi Yoda, per proteggerli dall’Impero e dal loro stesso padre.

Padmé, però, non fu solo una vittima, ma anche una eroina, che lasciò un’eredità di speranza e di luce nella galassia. Padmé fu una leader coraggiosa e idealista, che si batté per la pace e la democrazia, e che ispirò molte persone con il suo esempio. Padmé fu anche una madre amorevole, che diede alla luce due figli destinati a cambiare il destino della galassia. Luke e Leia, infatti, ereditarono da Padmé il suo spirito ribelle e il suo senso di giustizia, e divennero due dei più grandi eroi della galassia, che guidarono l’Alleanza Ribelle contro l’Impero, e che riuscirono a redimere Anakin, che si sacrificò per salvare Luke da Palpatine, e per distruggere il Lato Oscuro.

Padmé non doveva morire!

Padmé Amidala è stata una figura straordinaria, che ha vissuto una vita ricca di eventi e difficoltà, lasciando un’impronta indelebile nella storia della galassia. Una regina, una senatrice, una moglie e una madre, nonché una leggenda. Il suo bagliore luminoso non si è mai spento, rendendola un’icona senza tempo. La sua morte è uno dei momenti più strazianti della saga, ma ha segnato il percorso di Anakin verso il male. Tuttavia, i piani originali di George Lucas non includevano la morte di Padmé. Secondo l’idea iniziale, lei avrebbe dovuto sopravvivere al parto e nascondersi su Alderaan con Leia, morendo poi per cause sconosciute. Questo avrebbe reso la trama meno cupa e avrebbe risolto un importante buco di trama.

Nel “Episodio VI – Il ritorno dello Jedi“, quando Luke e Leia scoprono di essere gemelli, il Jedi chiede alla principessa di loro madre. Leia ricorda chiaramente sua madre, anche se era ancora bambina quando l’ha persa. Questo ha sempre lasciato perplessi i fan, poiché sembra contraddire la morte prematura di Padmé. Una teoria popolare sostiene che la sensibilità di Leia alla Forza le abbia permesso di conservare i ricordi della madre, ma questo argomento non funziona completamente poiché anche Luke è sensibile alla Forza, eppure non ha alcun ricordo di Padmé. La morte di Padmé in “Episodio III” ha creato un problema di continuità, mentre il piano originale di Lucas avrebbe reso il passaggio tra la trilogia prequel e la trilogia originale più fluido. Lucas non ha mai chiarito completamente perché abbia scelto una fine così tragica per Padmé, ma la sua sofferenza e la sua fine prematura hanno reso il percorso di Anakin/Vader ancora più intenso e drammatico. Perdere l’amore della sua vita è stata una svolta cruciale per il personaggio e ha accentuato la sua attrazione verso il Lato Oscuro.

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