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Oricalco: il tesoro di Atlantide recuperato a Gela

Nel profondo delle acque cristalline del mare di Gela, un antico segreto giaceva in attesa di essere scoperto. Questo frammento di mito, legato alla leggenda di Atlantide, è emerso grazie alla passione e alla determinazione di un gruppo di subacquei, guidato da Francesco Cassarino, presidente dell’associazione Mare Nostrum. Tra fango e detriti, a pochi metri di profondità, la luce del sole ha rivelato scintillanti forme metalliche: ottanta lingotti di oricalco, un metallo leggendario descritto da Platone nei suoi dialoghi e associato all’isola mitica.

Il termine oricalco, proveniente dal greco antico ὀρείχαλκος (oréichalkos), tradotto come “rame della montagna”, è storicamente collegato a un particolare tipo di ottone, con una composizione di circa il 90% di rame e il 10% di zinco. Nella mitologia greca, l’oricalco era considerato un metallo prezioso, usato per rivestire le mura della leggendaria Atlantide, come descritto da Platone: “…le mura erano costruite con pietre rosse, bianche e nere… ed erano ricoperte da stagno e dal prezioso metallo oricalco…”. La scoperta dei lingotti a Gela, avvenuta tra il 2014 e il 2017, ha lasciato senza parole gli esperti, poiché rappresenta un unicum nel Mediterraneo.

L’iniziativa “Tra mito e scienza”, promossa dalla Soprintendenza del Mare, ha visto esposti i lingotti all’arsenale della Real Marina di Palermo, dove sono stati oggetto di un’approfondita analisi archeometrica. Gli studi, condotti dal professor Eugenio Caponetti e da una rete di laboratori italiani e internazionali, hanno rivelato la composizione chimica dei lingotti, mettendo in luce non solo la presenza di rame e zinco, ma anche piccole tracce di nichel, piombo e ferro. Queste scoperte hanno alimentato l’ipotesi che l’oricalco di Gela possa risalire al VI secolo aC, periodo in cui l’isola di Atlantide era già avvolta nel mistero.

Francesco Cassarino e il suo team hanno vissuto un momento di incredibile emozione quando, recuperando i lingotti dal fondo marino, hanno intuito la grandezza della scoperta. Il mare, custode di segreti millenari, aveva restituito a questo gruppo di subacquei non solo metallo, ma un frammento di storia. Le mani esperte di Cassarino hanno riportato alla luce 39 lingotti, ognuno dei quali brillava con un riflesso rossastro, diverso da qualsiasi altro materiale conosciuto. Un subacqueo, esclamando “Oro!”, ha ben presto compreso che il loro splendore era legato a qualcosa di ancora più straordinario.

Il soprintendente Sebastiano Tusa, archeologo di fama, ha descritto il ritrovamento come un evento senza precedenti, in quanto mai prima d’ora il mondo aveva visto lingotti di oricalco in forma grezza. Tusa ha condotto le indagini con passione e curiosità, consapevole che i lingotti avrebbero potuto riscrivere la storia non solo di Gela, ma dell’intera mitologia classica. Le analisi hanno svelato che l’oricalco non è solo un metallo raro; è anche il risultato di tecniche metallurgiche avanzate, come la cementazione, una pratica antica che impedisce la volatilizzazione dello zinco durante la fusione.

La leggenda di Atlantide, che da secoli affascina filosofi e appassionati di misteri, si intreccia ora con la realtà dei lingotti recuperati. L’idea che il mitico metallo esiste realmente, sepolto nei fondali gelesi, riaccende l’immaginazione di storici e nerd di tutto il mondo. L’oricalco, spesso rappresentato come un metallo indistruttibile in opere culturali moderne, dalla saga di Indiana Jones a I Cavalieri dello Zodiaco, si trasforma in un simbolo tangibile della ricerca umana dell’impossibile.

Ma la storia non si ferma qui. La ricerca continua a svelare misteri, poiché i lingotti di Gela non appartengono a un contesto di scavo tradizionale, aumentando il fascino del loro ritrovamento. Potrebbero essere stati trasportati da una nave naufragata, il che apre nuovi interrogativi sulla loro origine. Questi frammenti di mito e realtà, ora esposti nel museo del mare di Gela, rappresentano un’importante testimonianza della ricchezza del patrimonio culturale sommerso e dell’importanza di preservarlo.

Il lavoro di Cassarino, Tusa e del loro team ha dimostrato che, attraverso l’amore per il mare e la determinazione, è possibile riscoprire storie dimenticate e trasmettere la loro importanza alle nuove generazioni. L’illuminazione di quegli antichi lingotti non è solo un richiamo a un passato remoto, ma un invito a continuare a esplorare e comprendere il legame tra mito e realtà, affinché i misteri del mare di Gela possano essere raccontati per secoli a venire. L’oricalco, con la sua leggenda e la sua rarità, rappresenta il perfetto connubio tra storia, scienza e cultura pop, testimoniando l’eterna curiosità dell’essere umano di sfidare il tempo e scoprire l’ignoto.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

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