Scrollando la homepage di Netflix é facile imbattersi in un accattivante trailer di un nuovo lungometraggio live action Giapponese intitolato “Once Upon a Crime”. Si tratta di un “fantasy a tinte gialle” ambientato nel mondo delle fiabe, dove i protagonisti sono famosi personaggi come Cenerentola e Cappuccetto Rosso. Ma vi anticipo subito che questo film non è “Once Upon a time“, é un qualcosa che definire “non è né carne né pesce” sembra addirittura riduttivo!
Il lungometraggio, diretto da Yuichi Fukuda, è basato sul romanzo Akazukin, Tabi no Tochuu de Shitai to Deau di Aoyagi Aito, a sua volta adattato in un manga da Tanakanoka, non è né un’incantevole fiaba per bambini, né un thriller coinvolgente per adulti. La trama si ispira ai classici delle fiabe, ma con una rivisitazione sostanziale: i personaggi iconici che abbiamo imparato a conoscere nei cartoni animati Disney vengono reinventati in questa pellicola. Ad esempio, Cappuccetto Rosso, una detective ante litteram, si ritrova nel bel mezzo di un mistero durante un ballo reale con Cenerentola. Riuscirà a risolvere il caso prima che finisca l’incantesimo?
La prima cosa che fa riflettere è che, pur ispirandosi alle fiabe occidentali, il cast è quasi totalmente nipponico. Cosa che in un anime parrebbe normale ma che in questo caso fa discretamente riflettere soprattutto in un periodo in cui il concetto di “appropriazione culturale” si fa abbastanza sentire. Il problema principale di “Once Upon a Crime“, però, è ben un altro. Sembra un fan film cosplay anzi, ci sono numerose produzioni ben più interessanti, soprattutto a livello di recitazione che in questo film risulta scarsa e poco espressiva. Anche il doppiaggio italiano, se pur molto interessante per il difficile lip sync non riesce a coprire completamente questi difetti. Il cast sembra anonimo e talvolta di dubbia qualità.
La trama del film non sembra destinata a diventare un classico. Iniziando con il classico tempa del viaggio dell’eroe di Cappuccetto Rosso e Cenerentola si trasforma in uno pseudo thriller dopo l’omicidio del parrucchiere di corte. Tuttavia, l’intreccio narrativo risulta troppo scontato per il pubblico adulto e le incursioni di streghe e creature magiche sono poco caratterizzate, rischiando di cadere nel trash come nei primissimi episodi dei Power Rangers. Inoltre, manca la suspense tipica dei thriller, anche a causa della scarsa presenza di una colonna sonora coinvolgente.
Una cosa che mi delude è l’atmosfera fiabesca del film. Non riesce ad incantare gli spettatori più giovani, né a creare una magia che ti fa sognare. Le frequenti battute sarcastiche non si adattano bene a un pubblico di bambini e i personaggi sono difficili da immedesimarsi.
Anche i costumi e le location del film non riescono a portarti nel mondo delle fiabe. Sembrano quasi delle caricature rispetto alle versioni classiche dei personaggi Disney. I costumi si rifanno all’immaginario collettivo, ma qualcosa non è credibile. Gli effetti speciali sono di livello medio, ma è difficile non fare il paragone con i live-action Disney che offrono una qualità superiore.
Il film avrebbe potuto dare vita a una versione più dinamica e moderna delle fiabe, ma rimane appeso a cliché e stereotipi. I personaggi, come il principe, risultano anonimi, poco sviluppati a livello psicologico e soprattutto interpretati da attori che nemmeno Stanis La Rochelle ne Gli occhi del Cuore.
Lo stesso personaggio di Cappuccetto Ross, interpretato da Kanna Hashimoto, ha delle peculiarità interessanti che la potrebbero accostare a Ebola Holmes , ma alla djnw l’interpretazione risulta meccanica e fredda. L’attrice non è sicuramente supportata da una sceneggiatura accattivante e in alcune scene risulta fastidiosa.
In conclusione, “Once Upon a Crime” presenta alcune caratteristiche originali, ma manca di carattere e offre una storia superficiale e poco coinvolgente. I costumi, le location e gli effetti speciali non riescono a creare un’atmosfera giusta tra incanto della fiaba e disincanto del thriller.
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