Quando si parla di grandi civiltà perdute, uno dei primi nomi che viene in mente è sicuramente Atlantide, descritta dal filosofo greco Platone come un’isola potente e avanzata che scomparve misteriosamente nel nulla. Ma c’è un’altra civiltà che risuona con lo stesso fascino e la stessa tragedia: Númenor, la mitica isola del mondo di Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Sebbene appartengano a contesti completamente diversi — uno alla mitologia greca e l’altro alla Terra di Mezzo — la somiglianza tra Atlantide e Númenor è sorprendente. Entrambe rappresentano civiltà raffinate, ricche di potenza e cultura, destinate però a una fine catastrofica a causa della loro stessa superbia.
Le Origini e la Grandezza
Númenor, nell’universo di Tolkien, è un’isola situata tra le terre di Middle-earth e le regioni selvagge dell’oceano. Fondato alla fine della Guerra dei Gioielli, quando i Valar decisero di ricompensare il popolo degli Edain, tra i quali c’era Elros, il primo re di Númenor, l’isola diventò un faro di cultura e di potere. Grazie ai doni dei Valar, i Númenoreani godevano di una vita incredibilmente lunga, superiori agli altri uomini sia in intelligenza che in forza fisica. La loro civiltà si sviluppò con una tecnologia e un’arte navigatoria avanzatissime, tanto da dominare gli altri popoli di Middle-earth.
D’altra parte, Atlantide, come descritta da Platone, era una potenza marittima con una cultura raffinatissima e una ricchezza senza pari. Situata oltre le Colonne d’Ercole, Atlantide era descritta come un luogo ideale, un modello di civiltà, simile a Númenor, con una società avanzata in tutti i campi: dalla scienza all’arte, dalla tecnologia alla politica. Entrambe le civiltà si distinguono per la loro capacità di navigare e per il dominio che esercitano sulle terre circostanti, elevandosi come faro di cultura e civiltà nel loro tempo.
La Decadenza e l’Arrogante Superbia
Purtroppo, come tutte le grandi civiltà che brillano troppo a lungo, tanto Númenor quanto Atlantide sono destinate a decadere. La parabola discendente di queste società è segnata dalla stessa superbia: entrambe si credono invincibili e superiori a qualsiasi altro popolo o divinità.
Númenor inizia la sua discesa verso la rovina quando, con il passare dei secoli, la paura della morte cresce tra i suoi abitanti. Nonostante i Valar avessero dato loro una vita lunghissima, i Númenoreani iniziano a desiderare l’immortalità, un desiderio che li allontana dai Valar e li fa dubitare della bontà del “Bando” che proibiva loro di andare a Valinor, la dimora degli dèi. Questa crescente sete di potere li porta a conquistare territori e a schiavizzare i popoli vicini. L’isola, un tempo paradiso, diventa un regno che, pur di sfuggire alla morte, si avvia verso la distruzione.
Allo stesso modo, Atlantide, nella tradizione di Platone, cade a causa della sua arroganza. Il popolo atlantideo si allontana dagli ideali che avevano reso la loro civiltà grande, diventando avido e corrotto. La loro tentazione di conquistare il mondo li porta a sfidare gli dèi, finendo con la punizione divina che distrugge la loro terra.
La Fine Catastrofica
La fine di entrambe le civiltà è drammatica e simile. In Il Silmarillion, Tolkien racconta che la rovina di Númenor arriva quando il re Ar-Pharazôn, spinto dalla sua paura della morte e dalla manipolazione di Sauron, decide di invadere Valinor. Nonostante i segnali di avvertimento lanciati dai Valar, il re persiste nella sua follia, e la sua flotta salpa verso le terre degli dèi. Quando giungono a destinazione, Eru Ilúvatar, il Dio supremo, punisce la superbia dei Númenoreani facendo sprofondare l’intera isola, inghiottita da un cataclisma che distrugge ogni cosa.
La fine di Atlantide, pur se descritta in modo meno dettagliato, è altrettanto tragica. Secondo Platone, quando gli Atlantidei tentano di espandere il loro dominio verso l’Europa e l’Africa, gli dèi decidono di punirli. La terra viene inghiottita dal mare in un solo giorno e una notte, un’immagine che ricalca perfettamente la fine della mitica Númenor.
Númenor e Atlantide: Un Mito Universale
Le somiglianze tra queste due civiltà, separati da secoli e mondi diversi, sono incredibilmente affascinanti. Entrambe simboleggiano il tema del sogno di potere e la sua tragica fine, un tema universale che affiora in molte storie mitologiche. Tolkien, da grande esperto di mitologia, ha probabilmente tratto ispirazione da queste leggende classiche per costruire la sua civiltà di Númenor. Anche se la sua isola non è la stessa di quella descritta da Platone, l’eco di Atlantide risuona chiaramente nelle storie di Il Silmarillion.
Númenor, come Atlantide, è il simbolo di una civiltà che ha raggiunto l’apice del potere solo per precipitare nella decadenza e nell’autodistruzione. Entrambe ci ricordano che la grandezza non è solo una questione di ricchezza e potenza, ma anche di umiltà e rispetto per le forze superiori. Númenor e Atlantide sono dunque due facce della stessa medaglia, miti che esplorano la natura umana e il desiderio insaziabile di potere. La loro caduta ci insegna che, anche le civiltà più magnifiche, costruite su basi solide di cultura e conoscenza, possono essere distrutte dalla propria arroganza. E come tutte le storie più belle, queste leggende ci rimangono come moniti, invitandoci a riflettere sulla fragilità del nostro mondo e sulla tempesta che si scatena quando ci dimentichiamo di chi siamo veramente.
Fonte: questionecivile.it/2022/06/17/numenor-e-atlantide-dalla-grecia-alla-terra-di-mezzo/.