Nomadland al Cinema e su Star / Disney+

Nomadland il nuovo lungometraggio Searchlight Pictures vincitore del Leone d’Oro alla 77esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che ha ottenuto ottenuto l’Academy Award nelle categorie Miglior film, Miglior regista e Miglior attrice (Frances McDormand), arriverà dal 29 Aprile nelle sale italiane e dal 30 aprile su Star all’interno di Disney+,  Nomadland è interpretato dalla due volte vincitrice del premio Oscar Frances McDormand (Fargo; Tre manifesti a Ebbing, Missouri), dal candidato al premio Oscar David Strathairn (Good Night, and Good Luck), e dai veri nomadi Swankie, Bob Wells e Linda May, i quali sono apparsi nell’acclamato libro di Jessica Bruder “Nomadland. Un racconto d’inchiesta” (edito in Italia da Edizioni Clichy), adattato per lo schermo da Chloé Zhao.

Nell’autunno del 2018, mentre giravamo Nomadland a Scottsbluff, in Nebraska, vicino a un campo ghiacciato di barbabietole, sfogliavo le pagine di Desert Solitaire di Edward Abbey, un libro che mi era stato dato da una persona che avevo incontrato lungo la strada. Mi sono imbattuta in questa citazione: Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare. A volte penso, senz’altro in modo perverso, che l’uomo è un sogno, il pensiero un’illusione, e solo la roccia è reale. La roccia e il sole“. Per i successivi quattro mesi, i nomadi andavano e venivano mentre viaggiavamo e giravamo il film – alcuni conservavano rocce trovate durante le loro peregrinazioni, con le loro case su ruote alimentate dal sole. Dispensavano storie e saggezza davanti e dietro l’obiettivo della telecamera. Essendo cresciuta in città della Cina e dell’Inghilterra, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: il viaggio senza fine alla ricerca di ciò che si trova oltre l’orizzonte. Ho cercato di catturare quest’idea nel film, pur sapendo che non è possibile riuscire a descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli.

 Chloé Zhao

Dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao, Nomadland vede nel cast la presenza dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante il suo vagare attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano. Fern è una donna di sessantun anni che ha perso suo marito e tutta la sua vita precedente, dopo che la città mineraria in cui viveva è stata sostanzialmente dissolta. Ma durante il suo percorso, diventa più forte e trova una nuova vita. Fern trova la propria comunità nei raduni tra nomadi a cui partecipa, nella forte amicizia con Dave (interpretato da David Strathairn) e nelle altre persone che incontra durante il suo viaggio. Ma soprattutto, come afferma Chloé Zhao,

…nella natura, mentre lei si evolve; nelle terre selvagge, nelle rocce, negli alberi, nelle stelle, in un uragano. È qui che trova la propria indipendenza“.

 

Il film è stato prodotto da McDormand (Olive Kitteridge), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Dan Janvey (Re della terra selvaggia), Mollye Asher (The Rider – Il sogno di un cowboy) e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Zhao si è inoltre occupata del montaggio, con il direttore della fotografia e scenografo Joshua James Richards (La terra di Dio – God’s Own Country) e insieme al team addetto al suono composto da M. Wolf Snyder (The Rider – Il sogno di un cowboy), Sergio Diaz (Roma) e Zach Seivers (Assassins).

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