La serie anime “No Longer Allowed in Another World” (Isekai Shikkaku) si distingue nel panorama degli anime isekai per il suo approccio unico e audace, che va oltre le convenzioni del genere. Adattamento dell’omonimo manga scritto da Hiroshi Noda e illustrato da Takahiro Wakamatsu, la serie racconta una storia che fonde riflessioni sulla depressione, il suicidio e la solitudine con l’immaginario fantastico di un mondo parallelo. Un tema che avrebbe potuto essere trattato in modo superficiale, se non fosse per la profondità con cui l’autore esplora il lato oscuro dell’animo umano e la ricerca di significato in un contesto surreale.
La trama di No Longer Allowed in Another World si apre con una scena potente e tragica: un autore anonimo, noto solo come Sensei, e la sua fidanzata Sacchan, decidono di porre fine alle loro sofferenze tramite un patto di suicidio, gettandosi in un fiume in piena. Tuttavia, un destino beffardo li colpisce prima che possano compiere l’estremo gesto, e Sensei si ritrova catapultato in un altro mondo, dove un’elfa sacerdotessa di nome Annette lo accoglie, credendolo il prescelto per salvare quel regno. Ma il nostro protagonista non è affatto l’eroe che tutti si aspettano: il suo unico desiderio è morire. Questo, in un contesto ricco di creature fantasy, magie e avventure, crea un contrasto ironico e inquietante, che ci accompagna per tutta la stagione.
La serie, prodotta dallo studio Atelier Pontdarc e diretta da Shigeki Kawai, si distingue per un tratto visivo che alterna toni sereni e toni più oscuri, sottolineando la duplicità dell’anima del protagonista. I disegni dei personaggi, firmati da Tomoshige e Asako Inayoshi, contribuiscono a dare vita a un mondo vibrante e bizzarro, ma che non manca mai di lasciare emergere le sue ombre. La colonna sonora, composta da Kenichiro Suehiro, arricchisce ulteriormente il tono emotivo della serie, con tracce che si adattano perfettamente alle alchimie di dramma e umorismo che si intrecciano costantemente. Il tema di apertura, “Shura Nikki” (修羅日記) di Kashitaro Ito, incarna perfettamente il tono del viaggio che il protagonista è costretto a intraprendere, tra sofferenza e resistenza.
Una delle sfide principali che la serie affronta è quella di trattare temi come la depressione e il suicidio in un contesto che, inizialmente, potrebbe sembrare legato a un semplice escapismo. Tuttavia, l’autore riesce a gestire questi temi in modo maturo e sensibile. No Longer Allowed in Another World non si limita a essere una serie isekai con ragazze carine e combattimenti epici. Al contrario, esplora il disagio psicologico del protagonista, che non cerca un nuovo scopo nella vita, ma solo una via d’uscita definitiva. L’incontro con altre persone, in particolare con Annette e la misteriosa Tama, lo costringe a riconsiderare la sua esistenza, facendogli scoprire che, seppur indifferente a tutto ciò che lo circonda, le relazioni che si intrecciano con la sua vita potrebbero essere la chiave per superare la sua solitudine.
La solitudine, infatti, è uno dei temi portanti della serie. La relazione tra Sensei e Sacchan, il suo desiderio di unirsi a lei nel suicidio, è al centro del suo viaggio, ma inizia a comprendere che, anche se non desiderato, il legame con Annette, Tama e gli altri personaggi del mondo parallelo offre una nuova forma di legame emotivo. Questi incontri, pur se vissuti inizialmente con rifiuto, si rivelano fondamentali per il suo processo di guarigione, anche se la sua strada verso la redenzione è tutt’altro che semplice.
Il protagonista di No Longer Allowed in Another World è, infatti, uno degli anti-eroi più interessanti e complessi che il genere isekai abbia mai visto. La sua riluttanza ad accettare il ruolo di “eroe”, e la sua continua ricerca di un significato che non arriva mai, lo rendono un personaggio con cui è difficile non empatizzare. Mentre gli altri personaggi si immergono nell’avventura e nella crescita tipiche di una storia isekai, Sensei rimane un’anomalia: la sua assenza di speranza, la sua indifferenza per la salvezza del mondo e la sua riluttanza ad agire lo pongono in un angolo rispetto alla tradizionale figura dell’eroe che conquista il suo posto in un mondo fantastico.
Nel corso degli episodi, Sensei è costretto a confrontarsi con ciò che significa essere “un eroe”. Nonostante il suo disinteresse per la missione che gli viene affidata, si ritrova più volte in situazioni in cui, per necessità o per caso, il suo intervento diventa cruciale. Questa esplorazione del concetto di eroismo, lontano dai classici ideali di coraggio e altruismo, sfida le aspettative degli spettatori, ponendo interrogativi sul vero significato di “responsabilità”. È in questo scarto dalla narrativa tradizionale che No Longer Allowed in Another World trova la sua originalità e profondità.
Le dinamiche tra i personaggi sono altrettanto cruciali per la narrazione, e la serie non manca di esplorare le relazioni con una naturalezza che sembra quasi inevitabile, pur essendo arricchita da un tono malinconico. La connessione tra Sensei e Annette, pur inizialmente un incontro casuale e forzato, evolve in un legame che va oltre l’avventura, e la figura di Tama, la catgirl salvata dal protagonista, si rivela centrale nel fornirgli una nuova forma di speranza, sebbene non ne sia mai pienamente consapevole.
In un’epoca in cui il tema dell’eroismo sembra essere sempre più legato alla dimensione dell’azione e della conquista, No Longer Allowed in Another World si distingue per la sua riflessione sul significato della vita e della morte, sull’importanza delle relazioni umane e sulla redenzione, non come un dono, ma come una conquista quotidiana. Questo è un anime che non solo sfida le convenzioni del genere isekai, ma che solleva anche interrogativi profondi sulla psiche umana e sulla capacità di affrontare il dolore attraverso il contatto con gli altri. No Longer Allowed in Another World si presenta come una riflessione acerba e cruda sulla depressione e il suicidio, ma anche sulla forza delle relazioni interpersonali, che, anche in contesti improbabili, possono dare un nuovo scopo alla vita. Una serie che, pur giocando con i tratti tipici del genere isekai, riesce a toccare corde emotive molto più profonde, facendo riflettere e lasciando un’impronta duratura. Se da un lato l’anime potrebbe risultare irriverente e fuori dagli schemi per gli appassionati di storie più tradizionali, dall’altro offre una prospettiva unica che merita attenzione e apprezzamento.
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