Se sei un appassionato di tradizioni natalizie e hai un animo curioso, sicuramente ti sarai reso conto che il Natale non è uguale ovunque nel mondo. Ogni paese, con la sua storia, le sue usanze e la sua cultura, celebra questa festa in modo unico. Oggi voglio raccontarti di come l’Etiopia celebra il Natale, una tradizione che affonda le radici in un calendario giuliano che la fa arrivare a un’altra data rispetto al resto del mondo: il 7 gennaio.
In Etiopia, il Natale è un evento profondamente spirituale, che comincia con la vigilia di Natale, il 6 gennaio. E qui arriva il primo aspetto davvero interessante: la vigilia non è solo una serata di preparativi o di feste, ma un vero e proprio momento di riflessione e purificazione. Infatti, molti etíopi digiunano per tutta la giornata, un atto che non è solo fisico ma anche simbolico. È come se il digiuno servisse a preparare non solo il corpo, ma anche l’anima, per la grande festa che sta per arrivare. È un po’ come se l’Etiopia avesse un modo tutto suo di “resettere” l’anno per fare spazio alla celebrazione del Natale in tutta la sua purezza.
La festa vera e propria, chiamata Genna in amharico, inizia molto presto, alle 4:00 del mattino. Immagina di svegliarti nel cuore della notte per andare a messa, ma non una messa qualsiasi: una messa che dura ben tre ore, piena di canti e preghiere. Gli etíopi si recano in chiesa per partecipare a questo evento sacro, indossando abiti tradizionali. Molti optano per lo shamma, un tessuto bianco che viene indossato come un mantello e che ha le estremità decorate con strisce colorate. È una veste che non solo ha una forte valenza estetica, ma rappresenta anche un simbolo di purezza, perfetta per un’occasione così importante.
Il momento clou della giornata arriva alla fine della messa. Dopo ore di preghiera e digiuno, finalmente il pasto arriva: doro wat, uno stufato piccante di pollo che, insieme all’injera (un pane piatto tradizionale a base di teff) e al tej, un vino locale a base di miele, costituisce il pasto tipico di Natale. Un piatto che non è solo delizioso ma che racchiude anche un significato profondo, simbolo di abbondanza e comunione familiare.
Oltre alla parte religiosa e gastronomica, il Natale in Etiopia si distingue anche per un’altra tradizione davvero affascinante. Si racconta, infatti, che i pastori, quando appresero la notizia della nascita di Cristo, furono talmente felici che iniziarono a giocare con dei bastoni, come se volessero festeggiare con un gioco. Da questa leggenda nasce Yágenna Chewata, un gioco tradizionale che somiglia molto all’hockey e che viene praticato durante il pomeriggio di Natale. Immagina una partita improvvisata, fatta di risate e competizione amichevole tra amici e familiari. È un momento di puro divertimento che regala un po’ di leggerezza alla giornata festiva.
Se sei abituato al Natale occidentale, dove i regali sono il cuore della celebrazione, in Etiopia la cosa funziona un po’ diversamente. Qui, infatti, i regali non sono il centro della festa, ma ciò non significa che i bambini non ricevano qualche sorpresa. In effetti, possono ricevere dei vestiti nuovi da Yágena Abãt, l’equivalente di Babbo Natale, ma il vero spirito natalizio si vive più nella religiosità, nei momenti di convivialità e nella condivisione.
Il Natale in Etiopia è dunque molto di più di una semplice festa: è un incontro tra tradizione, spiritualità e comunità. Un’occasione per riscoprire la bellezza delle radici culturali, per vivere il Natale in modo profondo, senza la fretta delle festività consumistiche che spesso contraddistinguono il periodo natalizio altrove. Ecco perché, se sei un appassionato di tradizioni natalizie un po’ fuori dagli schemi, l’Etiopia è uno di quei posti che ti farà sicuramente innamorare della sua unicità.
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