Il Cosplay (costume – play) è una tradizione giapponese nata agli inizi degli anni 80 dopo il successo di serie Tv (come Gundam) e la diffusione sempre maggiore di Manga, termine usato per identificare il fumetto nipponico. Questo fenomeno è da ricollegare all’antica tradizione del travestimento medievale giapponese. Il cosplay è la pratica che consiste nell’indossare un costume e interpretare il personaggio in questione; poiché il fenomeno nasce in Giappone, la maggior parte dei cosplayers preferisce rifarsi a personaggi della tradizione manga, ma non è raro che la scelta finisca anche su personaggi di videogiochi (Final Fantasy) o di serie tv di supereroi (occidentali). Facendo parte di un gruppo i cosplayers si sono da subito “regolamentati” su alcuni aspetti essenziali: primo tra tutti, maggiore è il contributo personale al vestito, più apprezzato è il cosplay; il vestito quindi può essere cucito personalmente a mano o da parenti o amici, o nel caso sia particolarmente complesso cucito da un sarto; nel caso venga acquistato di norma non viene ben visto dagli addetti ai lavori.
A oggi il fenomeno è visto come un atto di creatività grassroots, ossia che nasce dal basso e si esplica per via orizzontale; il fan rilegge la realtà e gli oggetti secondo i propri interessi e desideri, è per questo che si può parlare, riprendendo il pensiero di Jhon Fiske, di economia culturale ombra, perché in parte i prodotti alimentano l’economia globale ( con i fumetti o vestiti ) e in parte l’economia propria della comunità, il fatto di far circolare questi prodotti aiuta a definire la propria identità e cultura. Un punto di contatto tra le grandi organizzazioni produttive e i fan è dato dai numerosi Fan – club che svolgono un ruolo fondamentale come Opinion makers o Pruducer e entrano di fatto a far parte delle organizzazioni.
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