Quando sul tavolo operatorio di Davide, un anatomopatologo forense, arriva il corpo di Ciro, un vecchio amico accusato di omicidio, tutto cambia nel suo approccio con il lavoro, ma anche con il suo passato. Non convinto della colpevolezza dell’amico, decide di scoprire la verità e, nel farlo, rivaluta l’amicizia che li aveva legati e che si era persa quando Ciro aveva svelato la sua omosessualità. Davide scopre che Ciro è stato coinvolto in una serie di furti in cui le vittime vengono addormentate con l’estratto del narciso, ma l’ultimo colpo è andato storto perché la vittima ha avuto uno shock anafilattico.
Quando il tuo mestiere è quello di frugare dentro i cadaveri per conto della polizia in cerca di prove, diventa indispensabile creare una barriera che ti permetta di essere lucido. Ma non è sempre così. A volte il passato si ripresenta quando meno te lo aspetti e anche i muri più robusti crollano.
“In un obitorio i nomi diventano dettagli trascurabili e, per come lavoro io, anche la causa del decesso. La mia regola è quella di non conoscere l’identità della vittima. Per me non fa nessuna differenza.”
Aggiungi commento