Nel cuore della valle di Iya, situata nell’isola di Shikoku, si nasconde un luogo strano e commovente, un microcosmo che parla di un problema profondo e complesso con il quale il Giappone sta facendo i conti: il progressivo spopolamento delle aree rurali. Nagoro, un paesino apparentemente anonimo, è diventato un simbolo di questa crisi. Un tempo abitato da centinaia di persone, oggi conta solo poche decine di abitanti, mentre le case abbandonate e le risaie incolte raccontano una storia di un passato vibrante e popolato.
Quando si visita Nagoro, si ha l’impressione di entrare in un mondo surreale. La scuola, che ha chiuso sette anni fa con l’ultima classe composta da appena due studenti, oggi è occupata da figure che sembrano vive, ma che in realtà sono spaventapasseri, o come li chiamano in giapponese, kakashi. Questi non sono semplici pupazzi: sono creazioni artistiche di Ayano Tsukimi, una donna che ha dedicato la sua vita a “popolare” il suo villaggio con queste figure. In effetti, ci sono circa 400 di questi spaventapasseri, ognuno dei quali rappresenta un membro della comunità di un tempo.
Il progetto di Ayano è nato 16 anni fa, quasi per caso. Quando si rese conto che gli uccelli stavano distruggendo il suo orto, creò il primo spaventapasseri, dando vita a un’idea che si è trasformata in una vera e propria missione. “La prima bambola che ho fatto era mio padre,” racconta Ayano, con una nota di nostalgia nella voce. “Ho messo i suoi vestiti e l’ho posizionato nel mio orto. Alcune persone che passavano, pensando fosse davvero lui, gli hanno persino parlato.” Così, iniziò a creare sempre più figure, animando un villaggio che, seppur spopolato, vive nei ricordi di chi è partito.
Oggi, mentre si passeggia tra le strade deserte di Nagoro, è facile sentirsi osservati. Le aule della scuola, che dovrebbero essere vuote, sono piene di studenti di stoffa, ognuno con espressioni umane e atteggiamenti che richiamano i personaggi degli anime. Anche in palestra, si svolgono eventi festivi, come un matsuri, ma la festa è silenziosa e gli unici a partecipare sono i kakashi, che sembrano quasi festeggiare in modo solitario.
Ayano, ora 69enne, non si lascia scoraggiare dalla diminuzione della popolazione. “Il mio desiderio è che Nagoro torni a vivere,” afferma con determinazione. “Non voglio pensare negativo, quindi mi godo giorno per giorno e continuo a fare bambole. Prima qui non veniva nessuno, almeno adesso ci notano.” Le sue parole sono un richiamo a non dimenticare le radici e a mantenere viva la memoria di una comunità che sta scomparendo. Con il suo lavoro, ha creato non solo delle opere d’arte, ma anche un’attrazione turistica che porta visitatori da tutto il mondo a scoprire questo angolo nascosto del Giappone.
La situazione di Nagoro è un microcosmo del problema più ampio del Giappone, dove molte aree rurali stanno affrontando lo stesso destino di spopolamento e invecchiamento della popolazione. Le persone si trasferiscono verso le grandi città in cerca di opportunità, lasciando dietro di sé un patrimonio culturale e un paesaggio unico che si deteriora in silenzio. Tuttavia, la resilienza di Ayano e la sua passione per la creazione di spaventapasseri rappresentano una forma di resistenza contro questa tendenza. Attraverso le sue bambole, lei non solo celebra i legami perduti, ma crea anche un legame tra il passato e il presente, invitando il mondo a prestare attenzione a ciò che resta.
Nagoro, quindi, non è solo un villaggio abbandonato, ma un simbolo di speranza, un esempio di come la creatività e l’amore per la comunità possano dare vita a qualcosa di straordinario anche nei momenti più bui. Chi visita questo luogo rimane colpito dalla bellezza inquietante dei kakashi e dalla storia che ogni figura racconta. Ogni spaventapasseri è un ricordo, una testimonianza di vita e di legami che continuano a esistere, anche se in forme diverse. Attraverso l’arte, Ayano ha dato un nuovo significato al concetto di comunità, dimostrando che, anche in un mondo in rapido cambiamento, è possibile mantenere viva la memoria e la bellezza del passato. Nagoro e i suoi spaventapasseri sono una lezione di resilienza e creatività in un Giappone che lotta contro il cambiamento demografico. Un luogo dove il silenzio parla e le figure di stoffa raccontano storie di vita, speranza e nostalgia, ricordandoci che anche in un mondo in evoluzione, la bellezza può ancora fiorire in modi inaspettati.