Verso la metà degli anni ’80 Joe Rush e Robin Cooke insieme ad Alan P Scott e Joshua Bowler fondano a Londra presso la Car Breaker Gallery della Freston Road la Mutoid Waste Company, gruppo di artisti che oggi continuano la loro attività in Italia a Santarcangelo di Romagna. Ispiratisi alla serie TV britannica Blake’s 7 che vede protagonisti degli esseri umani ricondizionati e privati della loro personalità, i cosiddetti Mutoidi, e non lontani dal mondo di Mad Max e dai fumetti di Judge Dregg, questi performer si occupavano inizialmente dell’organizzazione di feste a base di rock psichedelico e dub reggie.
Trasferitisi in Italia diedero vita a una sorta di comunità, Mutonia, in cui si occupavano della riconversione e del riutilizzo del materiale di scarto, fino a creare delle vere e proprie opere d’arte. Si tratta di sculture composte e realizzate con vecchie parti di automobili e impianti industriali, che interpreta in un’ottica pienamente creativa, il rapporto tra uomo e natura nel mondo contemporaneo contrapponendosi alle grinfie del consumismo oggi dilagante, e alla ricerca continua della valorizzazione dell’artigianato. Siamo quindi di fronte a una sorta di museo a cielo aperto, un museo dalla visione futuristica che ci riporta in un mondo popolato da automi e robot ma allo stesso tempo un mondo che utilizza le capacità manuali che stanno man mano svanendo per dare posto al lavoro della macchina, eclissando la manodopera prettamente umana.