Ricordate il primo giorno su Baldur’s Gate 3? Recensioni entusiastiche a parte, ho letto molti commenti e discussioni online e so di non essere l’unico ad essere rimasto a bocca aperta. Ho passato troppo tempo sulla schermata di creazione del personaggio. A questo incanto, continuato a lungo nel corso dell’intera storia, contribuisce in modo fortissimo la musica di Borislav Slavov, che ha dato un gran contributo al recente capolavoro di Larian Studios. Il famoso GdR è uscito in full release per PC un anno fa, e nell’arco dei mesi successivi per PS5, Mac e Xbox.
Uno degli obiettivi del fantasy è l’evasione, e la musica comunica con l’essere umano a prescindere dalla lingua; supera le barriere e gli ostacoli. Parafrasando Vasco Rossi, “ti prende e ti porta via!”,, È anche una grande fonte d’ispirazione; personalmente uso spesso la musica giusta per entrare nello stato mentale migliore per scrivere. Spesso al giorno d’oggi la musica più bella viene composta per PC e console, e non parlo solo di fantasy.
Più di una volta sono rimasto bloccato sulla schermata iniziale, con una splendida vista su Baldur’s Gate.
Certi videogiochi sono degni di essere ricordati come opere d’arte.
Naturalmente molti di loro non hanno quest’ambizione. Altri invece tentano e falliscono, e di intrattenimento dozzinale ce n’è a bizzeffe, lo sapete meglio di me. Il videogioco è figlio del cinema, della televisione e del teatro. Gli appassionati ricordano tutti la leggendaria trilogia del Signore degli Anelli di Sir Peter Jackson, e naturalmente la colonna sonora di Howard Shore. La trilogia è un caposaldo del fantasy moderno e mi spinse diversi anni fa a iniziare una carriera da Dungeon Master di D&D nelle edizioni 3.5-4.
Proporre al giocatore un’esperienza di qualità significa sfruttare al massimo ogni canale disponibile: per un grande gioco fantasy di solito ci sono la scrittura della storia, i dialoghi, un vasto comparto artistico fatto di disegni e modelli 3D, gli effetti sonori, la musica e naturalmente il gameplay.Questa piccola lista dal lato-spettatore nasconde un gran numero di ingranaggi in movimento. L’insieme è migliore e più grande della somma delle sue parti; se una di esse manca, l’insieme non si regge in piedi. Baldur’s Gate 3 però è un esempio del risultato che si può raggiungere quando la sinergia necessaria al successo risulta ottima. Per un fan di giochi di ruolo da PC/Console, Baldur’s Gate 3 è -veramente- un’esperienza unica e indimenticabile.
Siamo abituati, si potrebbe dire assuefatti, a una comunicazione multimediale. Ora più che mai. La musica è entrata nel linguaggio pubblicitario fin dagli esordi, e la ragione sta proprio nella qualità “subliminale” che citavo prima: la capacità di passare sotto i confini, di aggirare le barriere. Nella vita impariamo a riconoscere e respingere tanti messaggi manipolatori. “Mi dici questo, in questo modo, perché vuoi qualcosa” – un voto, un acquisto, molti acquisti, un cambio profondo d’opinione… la lista è lunga. L’intento persuasivo dilaga nell’informazione e nell’intrattenimento. Ma alcune opere vengono composte da appassionati artigiani che tengono alla propria arte: per intrattenere, spingere alla riflessione, creare trasporto, far volare lo spettatore con le ali della fantasia. Per portarlo dove non potrebbe mai andare e mostrargli cose che non potrebbe mai vedere.
Avete provato una partita da bardo?
I personaggi di Baldur’s Gate 3 appartengono a un mondo magico che non è il nostro. I loro problemi non sono i nostri; la loro è una storia potenzialmente senza tempo, sospesa al di fuori del nostro tempo. Eppure rimane rilevante e affascinante: ci parla più e meglio di tante altre produzioni di oggi. Ci sono dilemmi da affrontare, persone in difficoltà, misteri da risolvere, magici luoghi da esplorare… Lo scontro tra Bene e Male avviene all’esterno nella lotta ai malvagi antagonisti, e anche all’interno, quando il protagonista si fa conoscere attraverso le nostre scelte: alla fine sarà stato un salvatore dei deboli o un tiranno crudele?
La via del Bene può essere difficile da vedere, e non sarà la più facile.
Da bravi esseri umani del nostro tempo lo sappiamo bene, per dare respiro epico a queste storie e animare questi mondi, ci vuole la musica. Quando affrontiamo insidiose creature o spaventosi mostri finali, passeggiamo per le vivaci stradine di Baldur’s Gate o riflettiamo su scelte determinanti, più è epica la musica, più avvolgente l’esperienza. Siamo agli antipodi del ripetitivo grinding a cui ci hanno abituato altri titoli. In Baldur’s Gate 3 non c’è scontro uguale al precedente; non si tratta di macinare ore di gioco per conquistare, tra centinaia di drop inutili, un miglioramento dell’1.1% al danno del personaggio.
Non si parla di tran-tran, ma di emozione. Riascoltare una certa melodia riporta a un preciso momento, alle voci e ai volti spesso sofferenti dei personaggi, ai loro conflitti, alle nostre comuni gioie e trionfi. In una vicenda appassionante, scelte e contese non sono mai facili, e ci sono conseguenze.
La musica ci accompagna per tutto il viaggio. Amplifica l’impatto delle scelte e delle vicende sullo schermo. Attesa, paura, rabbia, stupore e commozione vengono moltiplicati, specialmente nei punti nevralgici della storia, e Larian sa come costruire uno scontro finale. Storie e musica come queste rimangono in piedi come esempio per una generazione.
Siete arrivati a scoprire Nightsong? Com’è andata?
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