CARPE DIEM
Frase simbolo di un film di culto come L’Attimo fuggente che per molti è diventato ormai un classico. Il punto di partenza da dove Newell voleva creare il suo film, una sorta di versione femminile ma con risultati che hanno portato totalmente ad un’altra strada.
Ci troviamo nell’America degli anni Cinquanta dove in un prestigioso college del New England vengono istruite le ragazze che dovranno far parte del gotha della società. In questo mondo un po’ retrò ecco giungere Katherine (Julia Roberts) giovane insegnante di storia dell’arte che con le sue idee liberali vuole far sfuggire le ragazze da un futuro come brave padrone di casa. Si dovrà scontrare però con la rigidità delle regole scolastiche e con i pregiudizi delle varie persone che la circondano a partire proprio dalle studentesse che deve educare. La sua vita si intreccia così con le storie di Giselle ( Maggie Gyllenhaal) intraprendente studentessa che flirta con il professore di lettere; l’intelligente Joan ( Julia Stiles) e della sua amica Betty ( Kirsten Dust) neo sposina che avrà con la professoressa un rapporto di amore ed odio.
Un film abbastanza mediocre che in un primo momento riesce ad “ingannare” l’ignaro spettatore con tanti piccoli incipit che però nel proseguo del film vengono sviluppati in maniera alquanto fanciullesca e risolti con l’utilizzo di un fantomatico “deus ex machina” visto che alcuni passaggi sembrano incomprensibili. La vena femminista che molti attendevano viene solamente accennata e non sviluppata completamente il che si ripercuote sull’intera pellicola a mio avviso. Ci si aspettava, ingenuamente, una Julia Roberts pronta a combattere contro i pregiudizi del tempo che relegavano le donne a compiti secondari nella società americana del secondo dopoguerra, invece la vediamo troppo succube nei confronti di chi le sta intorno ed il suo modo di imporre la sua “rivoluzione”, risulta più che altro un tentativo di scappare dagli altri.
Paradossalmente sembra una brutta copia della maestrina dalla penna rossa di Edmondo De Amicis che secondo me aveva anche più carattere. Spezziamo invece una lancia a favore delle attrici comprimarie molto brave nel ruolo che viene ritagliato loro. Fra tutte spicca la Gyllenhaal che conferma la sua polivalenza di attrice dopo il ruolo di segretaria tuttofare in “Secretary”. Molto brava anche kirstern Dust che dopo essere sopravvissuta ai mille trabocchetti di un gioco al limite del credibile ( “Jumanji” ndA) ed essere stata la fidanzata di uno dei più famosi eroi dei fumetti ( Spiderman ) qui non se la cava niente male nella parte della ragazza sofisticata e arcigna succube di una madre antiquata e razzista.
Inizialmente promotrice della “caccia alle streghe” contro la nuova professoressa, il personaggio interpretato dalla Dust capirà alla fine che la sua acerrima nemica forse è l’unica persona che potrà distruggere la campana di vetro sotto cui credeva di essersi costruita il mondo perfetto. Delusione invece da Julia Stiles che appese le scarpette al chiodo ( Save the last dance) diviene la portatrice in qualche modo dei sentimenti “rivoluzionari” della professoressa, ma che poi la tradirà con le sue decisioni.
Bel film.. per chi vuole farsi una bella dormita. Trama avvincente ma con risultati scadenti che deludono sia le più agguerrite femministe che i tanti fans di Julia Roberts. Una brutta copia del film di Peter Weir “L’attimo fuggente”. Consiglierei di affittarlo nuovamente, per chi l’avesse già fatto”, l’originale non delude mai.
A presto Ajoy Fabbi
Aggiungi commento