L’universo della fantascienza anime si arricchisce con una nuova proposta interessante ma che, purtroppo, non riesce a sfruttare appieno tutte le sue potenzialità. “Metallic Rouge”, creata dallo studio Bones per celebrare il suo venticinquesimo anniversario, si presenta come una serie ambiziosa che vuole esplorare temi profondi come la libertà, l’emancipazione e la lotta interiore, ma che non riesce a superare la barriera della prevedibilità e di una narrazione che in alcuni momenti sembra troppo superficiale.
Diretta da Motonobu Hori, la serie ha debuttato in anteprima sul canale Fuji Television nella fascia +Ultra nel gennaio 2024, e ha già in programma un adattamento manga, disegnato dal duo di illustratori Meika Tokyo e Chita Tsurushima, che arriverà sulla piattaforma Line Manga di Line Corporation a partire da marzo 2024. L’ambientazione di “Metallic Rouge” è un futuro lontano, dove l’umanità ha colonizzato Marte e vive in una realtà distopica, a contatto con androidi noti come “Nean”, che sono identici agli esseri umani ma vincolati dalle leggi della robotica di Asimov, che li costringono a servire gli umani senza mai ribellarsi.
Questa situazione di convivenza tra esseri umani e androidi è complicata ulteriormente dalla presenza di due specie aliene: i “visitatori”, pacifici e favorevoli all’umanità, e gli “usurpatori”, con cui l’umanità ha combattuto una guerra violenta, evento che ha portato alla creazione dei Nean. La trama si sviluppa quindi su più fronti, con tensioni morali e politiche che si intrecciano all’interno di un contesto scientifico e tecnologico molto avanzato, ma anche profondamente segnato dai conflitti interni ed esterni.
I protagonisti della serie sono Rouge Redstar, un “Proto-Nean” non vincolato dalle leggi della robotica, e Naomi Orthmann, il suo partner umano. Inizialmente, la loro missione sembra semplice: dare la caccia a un gruppo di Nean ribelli, i “Nove Immortali”. Tuttavia, quello che doveva essere un incarico di routine diventa presto una riflessione sulla libertà, sull’identità e sul proprio ruolo in un mondo che appare sempre più incerto e pericoloso.
Nonostante la premessa affascinante e la trama che affronta tematiche di grande rilevanza, “Metallic Rouge” non riesce a decollare. Nei primi episodi, il ritmo è lento e le questioni morali sollevate—come la discriminazione razziale, la violenza e il libero arbitrio—non vengono esplorate in modo profondo. I temi sono trattati in maniera piuttosto superficiale, come se fossero semplicemente accennati, ma senza una vera evoluzione emotiva o intellettuale che possa coinvolgere appieno lo spettatore. In questo modo, la serie non riesce a trasmettere la carica emotiva necessaria per spingere il pubblico a riflettere veramente su queste tematiche.
I personaggi principali, Rouge e Naomi, pur mostrando una buona chimica tra loro, sono sviluppati in maniera insufficiente. La loro evoluzione, che avrebbe dovuto essere il cuore pulsante della trama, appare troppo rapida e forzata, impedendo al pubblico di affezionarsi a loro. Rouge, in particolare, avrebbe potuto essere un personaggio molto interessante, un androide che inizia a mettere in discussione la sua esistenza e il suo destino, ma la sua crescita emotiva viene accelerata troppo in fretta, privando la storia di quel conflitto interiore che avrebbe potuto renderla avvincente. Naomi, pur avendo un ruolo umano importante, non aggiunge granché alla dinamica complessiva della trama, risultando più un supporto che un vero agente di cambiamento per Rouge.
Anche i comprimari sono poco approfonditi. Alcuni di loro appaiono brevemente, senza mai lasciare un impatto significativo, e le loro storie non vengono esplorate a fondo. Questa mancanza di sviluppo riduce l’efficacia emotiva della serie, che rischia di essere dimenticata nonostante alcuni momenti di grande impatto visivo. L’azione, che è una componente fondamentale per mantenere alta l’attenzione, è ben gestita, con combattimenti spettacolari e animazioni di alta qualità. Tuttavia, questi momenti d’azione non sono sufficienti a colmare il vuoto lasciato dalla trama e dalla poca attenzione dedicata allo sviluppo dei personaggi.
In definitiva, “Metallic Rouge” è una serie che, pur partendo da una premessa interessante e con un potenziale da cult, non riesce a soddisfare appieno le aspettative. La fusione tra sci-fi e tematiche umanistiche ha tutte le carte in regola per essere un grande racconto, ma la sua esecuzione risulta approssimativa. Nonostante l’ottima qualità delle animazioni e l’affascinante ambientazione, la serie non riesce a lasciare un segno profondo, e il finale, troppo affrettato e poco soddisfacente, non fa che accentuare una sensazione di incompiutezza.
Disponibile su Crunchyroll, “Metallic Rouge” potrebbe attirare gli appassionati di sci-fi, ma non raggiunge i livelli di originalità e profondità che ci si aspetterebbe da un’opera di questo calibro. La serie si inserisce tra quelle che promettono molto, ma che alla fine non riescono a offrire un’esperienza appagante. Si tratta di un mix di potenzialità non sfruttate, che rischia di passare inosservata tra gli altri anime del genere.
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