Nel vasto ecosistema digitale della Cina, c’è un’assenza apparente e profonda: le piattaforme social di Meta. Facebook, Instagram, e WhatsApp sono blocchi lontani, fantasmi di un mondo digitale esterno che non penetra la cortina di ferro virtuale che il governo cinese ha eretto. Questa scelta, parte di un approccio rigoroso al controllo delle informazioni, mira a contenere il flusso di idee e influenze straniere e a sostenere un panorama digitale dominato da attori locali.
In questa cornice, l’accesso ai social occidentali di Meta è proibito con motivazioni ufficiali che parlano di stabilità sociale e protezione da contenuti destabilizzanti. Ma è chiaro a tutti, osservatori nazionali e internazionali, che in gioco c’è la supremazia informativa dello Stato, che vede le piattaforme straniere come una minaccia al proprio potere. Con la loro censura, il governo ha potuto plasmare un ambiente online fatto di alternative locali fortemente controllate: WeChat, Weibo e Douyin hanno prosperato, offrendo ai cittadini un surrogato “addomesticato” dei social globali, in linea con le politiche e gli obiettivi della nazione.
L’IA di Meta nelle Mani Militari Cinesi
Ma c’è un risvolto oscuro: anche se i social di Meta sono stati banditi, non è così per la sua tecnologia di intelligenza artificiale. La Cina non ha esitato a volgere a proprio vantaggio ciò che è disponibile in open source, e lo fa su un terreno sensibile. L’IA open source Llama, creata da Meta, è finita nelle mani delle forze armate cinesi, le quali hanno sviluppato un sistema chiamato “ChatBIT” – un tool di analisi e supporto strategico che sfrutta il modello Llama per operazioni di intelligence. È un paradosso: la stessa azienda che si è vista bloccare le proprie app di condivisione e comunicazione, ora vede la propria IA aperta usata per scopi militari contro gli stessi interessi occidentali che aveva cercato di rappresentare.
Nick Clegg, il presidente degli affari globali di Meta, ha sostenuto che l’apertura di Llama sia fondamentale per mantenere un vantaggio tecnologico degli Stati Uniti rispetto alla Cina e ad altre potenze. Tuttavia, il caso di ChatBIT rivela una complessità inaspettata, un lato distopico della filosofia dell’open source che lascia le porte spalancate anche a chi vorrebbe usarlo per scopi di difesa e attacco. Nonostante le regole di Meta vietino l’uso dei propri modelli per fini militari, tali restrizioni risultano inapplicabili, data la natura aperta del software.
Le Contraddizioni della Condivisione Tecnologica
Questo episodio evidenzia il paradosso della globalizzazione tecnologica. Se da un lato Meta auspica che l’open source promuova un progresso equo, dall’altro il libero accesso senza frontiere apre il fianco a utilizzi distorti, mirati a sfruttare proprio quell’equilibrio di potere che i social stessi avrebbero minacciato. L’IA di Meta, nata per migliorare la comunicazione umana e automatizzare compiti, si è trasformata in uno strumento strategico nelle mani di un governo che guarda all’Occidente con sospetto.
In un mondo in cui la tecnologia può essere tanto una finestra quanto un’arma, il futuro della collaborazione tecnologica sembra sospeso su un filo sottile, dove ogni scelta può riflettersi ben oltre il proprio intento originario.