Siamo nerd, lo sappiamo, e come tali siamo sempre a caccia di nuovi giochi da provare, da esplorare, da condividere con la nostra comunità. Ma questa volta, credetemi, il gioco da tavolo che ci troviamo davanti, Merendopoli, è di quelli che ti fanno venire voglia di chiudere il computer e sparire in un buco nero. Un prodotto che definire discutibile è un eufemismo così ampio che quasi ci fa sembrare ipocriti. Il suo concept? Sì, avete letto bene: si ispira alle atroci gesta del Mostro di Firenze. No, non è uno scherzo, e non stiamo parlando di una parodia dark fatta da un’IA impazzita. Questo è un gioco vero e proprio, acquistabile solo su Instagram, che riduce a passatempo l’orrore di uno dei più terrificanti casi di cronaca nera italiana.
L’idea dietro Merendopoli è talmente di cattivo gusto che se ne fa fatica a credere che qualcuno abbia pensato fosse accettabile. Il gioco è ispirato agli omicidi commessi dal Mostro di Firenze, il serial killer che tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’80 ha lasciato una scia di sangue nei boschi toscani, uccidendo coppie di fidanzati. E cosa si fa in Merendopoli? Si competono per conquistare le piazzole dove il Mostro ha compiuto i suoi crimini. Già, avete capito bene: invece di raccogliere soldi come in Monopoly, qui si spiano le coppiette nei boschi. Sì, proprio così. Un gioco da tavolo che fa il suo “best” per ridurre a intrattenimento la memoria di una tragedia che ha scosso l’intero paese.
L’ideatore, Andrea Matteoni, ha pensato inizialmente di farne una tiratura limitata per sé stesso, ma evidentemente, quando l’idea è davvero “irresistibile”, non puoi fare a meno di metterla sul mercato. Così, Merendopoli è arrivato ovunque, spingendo addirittura gli organizzatori di Lucca Comics a metterlo in vetrina, dove ha fatto furore. Le regole sono quelle di Monopoly, ma con una twist raccapricciante. Sei giocatori si sfidano per conquistare le piazzole di crimine – Scopeti, San Casciano, Londa, Vicchio – e invece di case e hotel ci sono automobili, quelle delle vittime. Le banconote? Immaginatevi i volti dei protagonisti dei processi legati agli omicidi, come Pacciani, Vanni, Lotti e persino il pubblico ministero Paolo Canessa. Un bellissimo souvenir macabro, se ci pensate.
E se pensate che la cosa non possa andare oltre, siete in errore. C’è anche il “carcere di Sollicciano”, perché ovviamente parlare di omicidi e processi è ancora più divertente quando si riduce a un ingranaggio di gioco. Un’infelice trovata per infilare la realtà più nera nelle dinamiche di un gioco da tavolo.
Le reazioni? Beh, non hanno tardato ad arrivare. L’avvocato Vieri Adriani, che rappresenta i parenti delle vittime, ha definito l’idea “deplorevole” e ha ragione. Fare un gioco sul Mostro di Firenze è una vera e propria mancanza di rispetto per chi ha perso i propri cari in uno dei momenti più bui della storia recente. Come se non fosse già abbastanza vergognoso sfruttare il crimine per scopi commerciali, qualcuno ha deciso che era il momento di giocare con la morte, perché dopotutto, il business viene prima di tutto.
La vera follia sta nel tentativo di Merendopoli di trasformare una tragedia in un passatempo da tavolo. Perché tanto, che importa se parliamo di omicidi, stragi e sofferenze? L’importante è vendere un prodotto, presentare una novità. La sensibilità? Chi se ne frega. È un gioco, dopo tutto. Un gioco che ha come unico obiettivo quello di sfruttare una tragedia per far soldi, mascherato da intrattenimento provocatorio. E, sinceramente, se qualcuno trova divertente o stimolante tutto ciò, siamo messi male.
Merendopoli è l’ennesima provocazione fuori luogo, che sfuma ogni confine del buon senso e della decenza. Un altro prodotto che prova a riscrivere le regole della distorsione della realtà, rendendo un crimine un gioco da tavolo. E a noi non resta che chiederci: dove siamo arrivati?
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