Il 2025 segna un traguardo importante per Mercenaries: Playground of Destruction (noto in Italia come Mercenari: Pagati per distruggere), che festeggia il suo ventesimo anniversario. Un titolo che ha segnato una svolta per gli sparatutto in terza persona, regalandoci un mondo aperto ricco di caos, azione e libertà totale. Ma prima di entrare nei dettagli di questa pietra miliare videoludica, facciamo un passo indietro e ricordiamo un po’ la storia del suo sviluppatore, il defunto Pandemic Studios. Fondata nel 1998 e smantellata nel 2009, questa software house ci ha regalato alcuni dei titoli più amati di sempre, come Star Wars: Battlefront, Full Spectrum Warrior e il primo Destroy All Humans! Ma, tra tutte le sue opere, quella che ancora oggi rimane nel cuore di molti videogiocatori è la serie Mercenaries, un’avventura che mescolava lo sparatutto in terza persona con un tocco di Grand Theft Auto.
Un mondo aperto da esplorare
Lanciato il 11 gennaio 2005 su PlayStation 2 e Xbox, il primo capitolo di Mercenaries ha trasportato i giocatori in una Corea devastata dalla guerra. Un gioco che si presentava come un sandbox su scala mondiale, dove la libertà di scelta era la regina indiscussa. Prendendo ispirazione dalla saga di GTA, i giocatori avevano la possibilità di dedicarsi a missioni principali o secondarie, raccogliere collezionabili, distruggere edifici e, naturalmente, rubare veicoli. L’intero gioco era un inno alla distruzione, e la sua formula ha fatto scuola nel panorama degli sparatutto open world. La possibilità di agire in totale libertà, senza percorsi obbligati, ha fatto di Mercenaries un titolo indimenticabile, che ancora oggi viene ricordato come uno dei migliori esempi di sandbox a tema bellico.
Una trama adrenalinica
La trama di Mercenaries non brilla certo per originalità, ma la sua intensità e il ritmo frenetico la rendono comunque un punto di forza. Ambientato nel 2009, il gioco ci fa entrare in un futuro distopico, dove il generale Choi Song, figlio del presidente della Corea del Nord, decide di mettere in atto un colpo di stato per evitare la riunificazione pacifica con la Corea del Sud, minacciando la pace mondiale con armi nucleari. Le Nazioni Unite, per evitare una catastrofe globale, decidono di ingaggiare un esercito di mercenari per fermare Song. Qui entrano in gioco i tre protagonisti, che devono infiltrarsi in un mondo dominato dalla guerra e affrontare missioni sempre più pericolose. La trama è semplice, ma permette di vivere un’avventura ricca di colpi di scena, con finali multipli che dipendono dalle scelte del giocatore, dal salvataggio delle principali città mondiali all’incombente distruzione delle stesse.
Personaggi unici e gameplay dinamico
Uno degli elementi più interessanti di Mercenaries è la possibilità di scegliere tra tre protagonisti, ognuno con abilità uniche che influenzano direttamente il gameplay. C’è Christopher Jacobs, un ex soldato della Delta Force, che eccelle nella resistenza ai danni; Jennifer Mui, un’agente dell’MI6 dotata di straordinarie capacità di infiltrazione; e Mattias Nilsson, un ex ufficiale di artiglieria svedese noto per la sua velocità e agilità. La possibilità di scegliere tra diversi personaggi non solo arricchisce l’esperienza di gioco, ma offre anche un’incredibile rigiocabilità, permettendo di affrontare le missioni con approcci sempre diversi. Questa varietà, unita alla possibilità di affrontare ogni missione con totale libertà, è uno degli aspetti che ha fatto di Mercenaries un classico senza tempo.
Un mondo di caos e opportunità
Il gameplay di Mercenaries è una delle sue caratteristiche più apprezzate. Il mondo di gioco è completamente aperto e permette ai giocatori di scegliere cosa fare in ogni momento. Non ci sono limiti o restrizioni: puoi optare per una missione principale, dedicarti a missioni secondarie, o semplicemente distruggere qualsiasi cosa ti capiti a tiro. Le possibilità di interazione con l’ambiente sono praticamente infinite, e il caos che puoi creare è uno degli aspetti più divertenti del gioco. Anche se il comparto grafico non era all’avanguardia rispetto ad altri titoli del periodo, la giocabilità rimaneva incredibilmente coinvolgente, con missioni che spaziano dal sabotaggio alla protezione di testimoni, tutto immerso in un contesto di conflitti internazionali.
Longevità e contenuti extra
Uno degli altri punti di forza di Mercenaries è senza dubbio la sua longevità. La varietà di missioni, unita alla possibilità di esplorare liberamente il mondo di gioco, garantisce ore di intrattenimento. Ma non finisce qui: il gioco è pieno di tesori nascosti, carte da gioco da raccogliere e modalità extra che sbloccano ricompense uniche. Ad esempio, alcuni segreti permettono di giocare nei panni di Ian Solo in modalità Indiana Jones, un chiaro tributo ai classici film d’azione. Sebbene la trama non sia particolarmente profonda e i personaggi non siano memorabili quanto in altri giochi, Mercenaries ha saputo colpire per la sua formula di gioco frenetica e appagante.
Un impatto duraturo
A distanza di 20 anni, Mercenaries continua ad avere un posto speciale nel cuore dei videogiocatori. Non ha rivoluzionato il genere degli sparatutto, ma ha sicuramente influenzato titoli successivi come Grand Theft Auto e Just Cause, che ne hanno ripreso la formula open world e l’approccio alla libertà di gioco. Nonostante alcuni difetti, come la mancanza di una trama complessa e la ripetitività di alcune missioni, il gioco ha segnato un’epoca e ha lasciato un segno indelebile nel mondo dei videogiochi. Ancora oggi, Mercenaries è un titolo che merita di essere riscoperto, un omaggio a un periodo in cui la libertà nel gioco era una vera e propria conquista.
A vent’anni dalla sua uscita, Mercenaries continua a essere un esempio di come un gioco possa mescolare azione, caos e libertà in un’unica formula vincente, regalando momenti di pura adrenalina e soddisfazione per i giocatori di ogni generazione.