Memoir of a Snail è un’opera animata che, pur essendo caratterizzata da un’estetica apparentemente semplice e ingenua, nasconde al suo interno una complessità emotiva e narrativa che riesce a toccare corde molto profonde. Diretto da Adam Elliot, il film è il secondo lungometraggio del regista australiano, noto per il suo talento nel mescolare humor e pathos in storie che raccontano degli outsider e delle loro difficoltà. Il suo precedente successo, Mary and Max, aveva già messo in luce questa sua capacità, e con Memoir of a Snail Elliot riesce a espandere ulteriormente il suo repertorio, intrecciando elementi autobiografici con una narrazione che esplora le sfide della crescita e le ferite del passato.
La protagonista del film è Grace Pudel, una giovane donna che vive nel Melbourne degli anni ’70, una città che si fa testimone delle difficoltà della sua esistenza. Grace è cresciuta in una famiglia disfunzionale: il padre Percy, un ex giocoliere francese divenuto paraplegico e alcolizzato, e il fratello gemello Gilbert, con il quale condivideva una connessione speciale. La morte della madre, avvenuta quando Grace era ancora neonata, segna un primo tragico distacco nella sua vita, ma il vero trauma arriva quando la famiglia viene separata dopo la morte del padre. Gilbert e Grace vengono mandati in case famiglia diverse, e la loro separazione segna l’inizio di un lungo e doloroso percorso di solitudine per entrambi.
Grace viene affidata a una coppia di Canberra, Ian e Narelle, persone alle prese con il proprio stile di vita disordinato e la loro dipendenza da libri di auto-aiuto, mentre Gilbert finisce nelle mani di una famiglia religiosa a Perth, dove subisce abusi, in particolare da parte della matriarca Ruth. Il film dipinge questi ambienti come freddi e repressivi, dove Grace trova difficoltà a integrarsi e sviluppa una profonda ossessione per le lumache, un simbolo di lentezza e rifugio dalla sua solitudine. La passione per questi animali diventa quasi una forma di autoterapia, un modo per cercare una forma di connessione e di ordine in un mondo che sembra averle negato entrambe.
Le lettere di Gilbert, che arrivano periodicamente a Grace, sono l’unica cosa che tiene accesa la speranza di un ricongiungimento tra i due fratelli. Ma mentre il tempo passa e le distanze si allungano, Grace rimane sempre più isolata e intrappolata nelle sue ossessioni, finché non incontra Pinky, un’anziana donna eccentrica che, con la sua energia e il suo ottimismo, diventa una sorta di madre adottiva per Grace. Pinky è una figura di speranza, una donna che sa portare colore in un mondo grigio, e la sua amicizia rappresenta per Grace una via d’uscita dalla spirale di ansia e depressione che l’ha sempre accompagnata.
Nel corso degli anni, Grace cresce e si sposa con Ken, un uomo che lavora come riparatore di forni a microonde. Tuttavia, il matrimonio si rivela una trappola: Ken la spinge ad aumentare di peso per soddisfare un suo feticismo, una realtà che Grace accetta inizialmente per amore, ma che alla fine la porta a un inevitabile divorzio. Ma il dolore più grande arriva quando Grace scopre della morte di Gilbert, avvenuta in circostanze tragiche legate all’omofobia di Ruth. Questo momento segna una nuova rottura per Grace, che deve confrontarsi con la realtà di una vita vissuta nel rimpianto e nel sacrificio.
È l’insorgere dell’Alzheimer in Pinky, seguita dalla sua morte, che spinge finalmente Grace a riconsiderare la propria vita. L’incontro con l’animazione in stop-motion, che le permette di esprimere se stessa, diventa la chiave per una nuova consapevolezza. La passione di Grace per le lumache si trasforma in un linguaggio creativo, che le permette di rielaborare il dolore e la solitudine in un’opera d’arte. Tuttavia, il film si conclude con un sorprendente epilogo, in cui la proiezione di un suo cortometraggio lascia presagire un futuro più luminoso e una sorta di riscatto.
La forza di Memoir of a Snail sta nella sua capacità di trattare temi complessi come la solitudine, il dolore e la ricerca di un senso in un mondo che spesso sembra indifferente. Attraverso la stop-motion, Adam Elliot riesce a creare un’atmosfera unica, dove l’animazione diventa il mezzo per esplorare le emozioni più intime e le difficoltà della vita. Il film, pur presentando una superficie di leggerezza e innocenza, nasconde al suo interno una riflessione profonda sulla crescita, sulle ferite del passato e sulla ricerca di un senso di appartenenza.
L’interpretazione di Sarah Snook nel ruolo di Grace è magistrale. La sua voce, che trasmette una delicatezza e una fragilità che si adattano perfettamente al personaggio, è uno degli elementi che rende il film ancora più coinvolgente. Snook, reduce dal trionfo con Succession, conferma il suo talento nel dare vita a personaggi complessi e sfaccettati, e in Memoir of a Snail riesce a restituire tutta la solitudine e il dolore di Grace, ma anche la sua speranza e la sua capacità di risorgere.A completare il cast, troviamo Jacki Weaver nei panni di Pinky, un personaggio che incarna l’energia e l’ottimismo necessari per dare a Grace una nuova prospettiva sulla vita. Le sue performance sono sempre un punto di forza in ogni film in cui appare, e qui non fa eccezione, portando una ventata di freschezza e vitalità che bilancia la cupezza della storia. Memoir of a Snail è un film che sa sorprendere e commuovere. Con la sua estetica unica, una narrazione delicata ma potente e un cast straordinario, il film di Adam Elliot si rivela un’esperienza che va al di là della semplice animazione, trasformandosi in un viaggio emotivo e visivo che merita di essere esplorato.
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