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Chi ha paura di Malice? L’anima oscura della Donna Invisibile e il futuro dei Fantastici Quattro nel MCU

Nel vasto e affascinante multiverso della Marvel Comics, pochi personaggi incarnano in modo così inquietante la dualità dell’animo umano come Malice, l’identità alternativa — o meglio, l’ombra interiore — di Susan Storm, la Donna Invisibile. E con l’annuncio che sarà proprio Malice a influenzare l’interpretazione di Vanessa Kirby in The Fantastic Four: First Steps, l’attesa dei fan raggiunge nuove vette. Non stiamo più parlando solo di una supereroina madre, ma di una donna complessa, divisa tra la luce e l’oscurità, pronta a riscrivere le regole del Marvel Cinematic Universe.

Vanessa Kirby, Sue Storm e l’eco di Malice

Vanessa Kirby, attrice britannica già acclamata per le sue interpretazioni intense e sfaccettate, si prepara a diventare la quarta interprete cinematografica della Donna Invisibile. Ma questa volta, l’approccio è radicalmente diverso. In una recente intervista rilasciata a Entertainment Weekly, Kirby ha confermato che la sua Sue Storm sarà incinta nel film, un elemento narrativo audace che apre le porte a nuove dinamiche nel genere supereroistico. Ancora più interessante è la rivelazione che Kirby ha scelto di esplorare una delle versioni più oscure di Sue: Malice, la sua controparte corrotta. L’attrice ha dichiarato di essersi immersa nei fumetti Marvel per comprendere le sfumature del personaggio, scegliendo deliberatamente di rifarsi a questo lato oscuro per evitare la rappresentazione stereotipata della “madre perfetta e dolce”. In un mondo dove le supereroine spesso sono imprigionate in ruoli monodimensionali, l’inclusione di Malice promette di scardinare cliché e offrire uno dei ritratti più umani (e inquietanti) del MCU.

Malice: un nome, molte identità

Il nome Malice non è un’esclusiva di Sue Storm nei fumetti Marvel. Anzi, si tratta di un’identità condivisa da ben sei personaggi distinti, ognuno dei quali porta con sé una storia di vendetta, odio e corruzione. Le prime Malice furono due villain associate al mondo di Black Panther. La prima apparve nel 1974 in Jungle Action come una mutata wakandiana alleata di Killmonger, dotata di forza, velocità e agilità sovrumane. La seconda, molto più celebre, è Nakia, apparsa nel 1998 e creata da Christopher Priest e Mark Texeira. Dopo essere stata respinta da T’Challa, Nakia si trasforma in Malice, un’antagonista determinata e pericolosa, al centro di numerosi conflitti in Wakanda.Una versione minore del personaggio comparve anche sulle pagine di Ghost Rider nel 1977: un villain narcisista e teatrale che, tra assalti televisivi e rapine spettacolari, cercava di costruire la propria leggenda criminale. Il suo vero nome rimane sconosciuto, ma la sua arroganza lo rese memorabile.

La Malice che conta: Susan Storm e la padrona dell’odio

Ma è con la Malice legata ai Fantastici Quattro che il nome assume una connotazione più profonda e psicologicamente disturbante. Questa versione nasce quando Susan Richards, reduce da un trauma devastante — la perdita di un figlio — cade vittima della manipolazione psichica di Psycho-Man. Questo villain sfrutta la sua fragilità emotiva per risvegliare in lei un lato oscuro, un’identità che prende il nome di Malice, “la padrona dell’odio”.

Malice è tutto ciò che Sue Storm reprime: rabbia, frustrazione, insicurezze, sete di potere. Sotto il suo influsso, la Donna Invisibile diventa una forza distruttiva, capace di usare i suoi poteri con un’aggressività mai vista prima. Anche dopo essere stata liberata dal controllo di Psycho-Man da suo marito Reed Richards, Sue rimane tormentata dalla consapevolezza che Malice è ancora dentro di lei, come una bomba pronta a esplodere.

Questo elemento è stato ripreso più volte nelle saghe cosmiche Marvel. Durante Infinity War, ad esempio, la Malice di Sue viene clonicamente replicata dal Magus per combattere gli eroi. In un altro momento, l’interferenza delle Gemme dell’Infinito fa riemergere questa entità, finché la sua anima non viene sottratta e imprigionata nella Soul Gem. Ma come sempre accade nel Marvel Universe, nessuna oscurità resta sopita per sempre.

L’altra Malice: possessione e mutazione

Un’altra figura importante nel pantheon delle “Malice” è la mutante Alice MacAllister, introdotta da Chris Claremont e Rick Leonardi in Uncanny X-Men #210. Questa Malice è una creatura incorporea capace di possedere i corpi altrui, lasciando come unico segno la comparsa di un cammeo attorno al collo della vittima. Parte della squadra dei Marauders, agli ordini di Mister Sinister, questa Malice è una vera e propria infestazione senziente, difficile da contenere e impossibile da uccidere con metodi convenzionali.

Durante l’era di Krakoa, la sua storia viene ulteriormente approfondita: Alice era una giovane ragazza che, a seguito di un litigio con la madre, sviluppò il potere della possessione. Dopo la sua morte e successiva resurrezione grazie al “protocollo dei Cinque”, a Malice viene offerta la possibilità di una nuova vita, ma la sua natura rimane ambigua, come ogni creatura nata dall’odio e dalla solitudine.

Malice nel piccolo e grande schermo

Sebbene Malice non abbia ancora avuto un grande ruolo sul grande schermo, la versione malvagia di Sue Storm è apparsa nell’episodio Worlds Within Worlds della serie animata Fantastic Four del 1994, doppiata da Lori Alan. Più recentemente, è stata introdotta come skin alternativa della Donna Invisibile nel videogioco Marvel Rivals, segno che l’interesse per questo lato oscuro del personaggio è sempre più vivo.

Con la conferma che Malice influenzerà l’arco narrativo di The Fantastic Four: First Steps e probabilmente anche di Avengers: Doomsday, si prospetta un futuro narrativo denso di complessità e sfide morali per Susan Storm. L’idea di una supereroina che combatte non solo contro il male esterno, ma anche contro il proprio lato oscuro, è una delle premesse più affascinanti del prossimo capitolo del MCU.

Una madre, una guerriera, un’ombra

Il ritorno di Sue Storm sul grande schermo, questa volta attraverso l’interpretazione stratificata di Vanessa Kirby, promette di ridefinire il ruolo delle supereroine nel cinema contemporaneo. L’elemento della maternità, combinato con la presenza insidiosa di Malice, costruisce un personaggio che sfugge a ogni semplificazione: è vulnerabile e potente, empatica e crudele, amorevole e distruttiva.

Se il Marvel Cinematic Universe ha bisogno di una nuova icona femminile, complessa e memorabile, Malice potrebbe essere la chiave. Non più solo la Donna Invisibile, ma una donna che vede — e affronta — ogni parte di sé, anche quella che fa più paura.

Redazione

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