I makers, gli hobbisti tecnologici del nuovo millennio, stanno prendendo sempre più campo. Questi appassionati si dedicano alla tecnologia, al design, all’arte, alla sostenibilità e ai modelli di business alternativi. Vivono in una realtà fatta di comunità online, software e hardware open source, e hanno un unico obiettivo: inventare qualcosa che possano produrre autonomamente e che possa diventare la fonte di sussistenza.
In un periodo di crisi, i maker si affidano alla loro creatività, trasformando la loro passione in un vero e proprio lavoro. Il movimento dei maker si basa sulla riutilizzazione e sulla condivisione dei risultati, ma soprattutto sull’innovazione e sulla creatività. Nel medio e lungo termine, potrebbe sostenere importanti effetti benefici sull’economia, permettendo a comunità sempre più grandi di sperimentare nuovi approcci alla produzione basati su tecnologie a basso costo.
La nuova generazione di maker che utilizza i modelli innovativi del web contribuirà alla prossima grande ondata di cambiamenti nell’economia globale. Infatti, le nuove tecnologie del digital design e della prototipazione stanno dando a tutti la possibilità di inventare e creare “la coda lunga delle cose” come afferma Chris Anderson.
Come sostiene Massimo Banzi, uno dei rappresentanti più autorevoli del movimento, non c’è bisogno del permesso di nessuno per fare grandi cose. I maker si sono liberati da ogni restrizione e hanno abbracciato questa filosofia, dimostrando che gli unici limiti sono quelli che ognuno si impone. Grazie alla loro passione e alla loro determinazione, i maker stanno cambiando il modo in cui concepiamo l’innovazione e la produzione. Sono diventati protagonisti dell’economia, dimostrando che è possibile trasformare i propri sogni in realtà.
Aggiungi commento