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Mai Chan’s Daily Life – Quando la vita reale viene animata

Adrenalina e violenza sono aspetti della natura umana da cui non possiamo alienarci. Sono parte integrante del nostro vissuto sin dalle origini e l’evoluzione attuale di queste due componenti ha portato l’uomo a una forma di espressione unica nel suo genere, laddove lo scopo non è piú quello di dominare l’altro, piuttosto di sfogare la sua natura tramite mezzi da lui stesso generati.

Mai-Chan’s Daily Life è il risultato di questo progresso in cui, anche nell’arte cinematografica, si vuole esternare tutto il sentito negativo, realizzandolo in una creatura sanguinolenta, gore, splatter.

La pellicola simil-docufilim, tratta dall’omonimo manga di Waita Uziga, vuole portare in luce questi aspetti e ci riesce alla perfezione attraverso la produzione di contenuti altamente disturbanti, capaci di mettere a disagio qualsiasi tipo di audience. Il film viene rilasciato nel 2014 come adattamento cinematografico di una serie dedicata ad un pubblico adulto, tuttavia il lungometraggio viene adeguato diversamente rendendolo fruibile a chiunque sia appassionato di gore.

Vediamo come protagonista una giovane cameriera, Miyako, da poco assunta nella reggia del suo padrone, attraverso la quale avverrà il dipanamento della trama. Infatti proprio dalla prospettiva di Miyako veniamo resi partecipi di tutte le terribili vicende che avvengono alla povera Mai, ovvero la seconda cameriera della casa dotata di poteri rigeneranti. Tutta la storia ruota attorno alla capacità di guarire della ragazza, sfruttata per compiacere gli istinti sadici del padrone e della sua fedele e altrettanto perversa aiutante.

Ma cosa rende veramente interessante questo film? Dopotutto non è il primo del suo genere: sicuramente non eccelle in qualità audiovisiva e tantomeno da un punto di vista attoriale, eppure, nonostante sia un’opera cinematografica molto di nicchia, gode di una vasta affermazione nel panorama adult e horror. La chiave sta nel modo tramite il quale Waita Uziga trae ispirazione dalla vita reale per la realizzazione delle sue opere. Tramite umorismo nero e sessualizzazione dei personaggi, esplora un crudo lato della realtá e lo sintetizza efficacemente dando origine a storie disagianti cui ,talvolta, possiamo cogliere riferimenti a fatti concretamente avvenuti.

É l’esempio di Shin Gendai Ryoukiden che tratta del triste caso di Junko Furuta, adolescente rapita, seviziata e uccisa da coetanei. La storia della giovane viene rielaborata in questo controverso manga dove torna la tematica gore, frequentemente accostata a quella erotica. Insomma, Waita Uziga si distingue per il suo dibattuto modo di esprimere la sua arte e anche grazie a questa sua peculiare problematicità siamo in grado di assistere alla trasposizione sul piano reale di ciò che è in grado di compiere la violenza umana.

Oltrepassando il lato meramente superficiale e feticizzante attraverso cui si può prendere visione del film, esso può essere reinterpretato in chiave critica facendoci riflettere in merito al primordiale richiamo degli umani verso la violenza. Proprio in virtù di questo, Miyako è il personaggio chiave: rappresenta la corruzione dell’innocenza, una ragazza che per trasformarsi in carnefice ha semplicemente e brevemente assaporato il gusto del sangue, del sadismo, e così si è resa artefice di atti osceni perpetrando il ciclo della brutalità.

Erika Pagliarini

Erika Pagliarini

Sono Erika Pagliarini, nata nel 2001 e da sempre appassionata di anime, manga, cosplay e cultura giapponese.
Insieme ai miei interessi per la scrittura e la lettura punto a diffondere le mie riflessioni cercando di infondere amore verso argomenti più di nicchia, pur senza escludere i cult.

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