I Ludi Romani, detti anche I Ludi Magni furono celebrati al Circo Massimo ogni anno a settembre fin dal 366 a.c.. Si trattava di enormi eventi ludici dedicati al Dio Giove e vennero celebrati per la prima volta da Tarquinio Prisco in occasione della conquista della città di Apiloae. In principio i Ludi avvenicano solo in due giornate, dal 12 al 14 settembre, ma poi la loro durata venne prolungata a ben 10 giorni (dal 4 al 19 settembre) e includevano anche l’allestimento di tragedie teatrali ispirate a quelle greche. Per sostenere i Ludi era stata creata un’apposita legge, la Lex Fannia, che fissava a circa 100 assi il tetto di spesa massima per la realizzazione dell’evento.
Il primo atto di questa festa era proprio il 4 settembre con i “Ludi Scaenici”, degli spettacoli teatrali di cui la tradizione capitolina risale al 300 A.C. Questi show, che duravano fino al 13 settembre ( l’anniversario del tempio Ottimo Massimo sul Campidoglio), erano stati introdotti per la prima volta per rendere omaggio agli dei e placare la loro ira, che aveva scatenato una pestilenza. Protagonisti di questo momento erano i ludiones, ovvero dei ballerini e musicisti provenienti dall’Etruria. La loro performance consisteva nel danzare accompagnati dal ritmo di un flauto. Con il passare delle edizione anche i cittadini romani impararono a danzare e scrivere delle melodie adatte a quel tipo di festività.
Il 15 settembre si svolgeva il momento più atteso di questa manifestazione, i Ludi Circenses, che avevano inizio con una processione, la Pompa Circensis, attraverso il Foro verso il tempio di Giove al Circo Massimo: ad aprire la sfilata era un magistrato che era assistito da tanti giovani che andavano a piedi o a cavallo e che a loro volta erano seguiti dagli atleti e lottatori. Chiudeva il tutto un carro che trasportava le statue degli dei e che era guidato da un giovane che non doveva essere orfano né di padre che di madre. Terminata la processione venivano poi svolti dei sacrifici dei buoi in onore di Giove e degli altri dei. Contrariamente a quanto si possa pensare, i combattimenti tra i gladiatori non erano inseriti all’interno del palinsesto di questi Ludi. Questi ultimi appartenevano ai Munera ed erano degli spettacoli realizzati per il popolo ma organizzati soltanto dalle classi elevate di Roma.