Recentemente, abbiamo tutti apprezzato Lucifero nella sua “interpretazione” nell’iconica serie Hazbin Hotel. Nella serie di Vivienne Medrano, Lucifer Morningstar (Stella del Mattino), il re dell’Inferno e padre di Charlie, rappresenta il “Peccato della Superbia”. Ma chi è in realtà Lucifero nella religione ebraico/cristiana e quali differenze ci sono con la figura di Satana?
La figura di Satana, conosciuta anche come Satanael, e quella di Lucifero, o Helel, sono due entità che hanno avuto significati diversi nel corso dei secoli attraverso varie tradizioni e testi religiosi. Inizialmente associate al male e all’oscurità nella tradizione cristiana, queste figure hanno origine e caratteristiche che si sono evolute nel tempo.
Iniziamo dicendo che ne Satana Lucifero non viene mai citato nel vecchio testamento, che tuttavia cita molti angeli “ribelli” tra cui Semihazia, primo tra i Nephilim ( coloro che unendosi con le figlie dell’uomo crearono i giganti), Asmodai, ( il demone tentatore di Sarah e probabilmente il serpente del paradiso terrestre).
il termine Lucifero (o Helel, dalla radice ebraica הֵילֵל che compare in Isaia 14:12 per indicare “portatore di luce” o “stella del mattino”) era associato alla caduta Re di Babilonia (Isaia 14:3-20).
Satana, termine ebraico che significa “avversario” o “contraddittore”, è spesso associato al serpente dell’Eden (che in realtà si chiama Asmodai, il demone tentatore di Sarah) o all’arcangelo Samaele, che si ribellò a Dio per gelosia nei confronti di Adamo, ma ancora una volta non esiste un singolo avversario di Dio nella tradizione ebraica. Esistono numerosi “avversari” che sono spesso Dei protettori dei popoli vicini agli Ebrei, primo tra tuti Baal-Molok, divinità dei Cananei, e veri e propri demoni come Azazel, Belzebù.
Infatti un’altra figura chiave di questa querelle è Ba’al Zebub, noto anche come Belzebù. Nel Secondo libro dei Re si narra di come il re d’Israele Acazia invocò questa divinità per sapere se sarebbe guarito dalla sua malattia, suscitando l’ira del profeta Elia. Esistono due interpretazioni del carattere di Ba’al Zebub presenti nella letteratura biblica. Una suggerisce che sia un dio che controlla la Porta verso l’Oltretomba, con potere sulla vita e sulla morte, influenzando guarigione e malattia. Si pensa che possa essere simile al dio mesopotamico Nintu, il Signore delle mosche, associato alla salute e alle malattie. Il nome Ba’al Zebub ha assunto nella cultura occidentale e islamica il ruolo di entità diabolica suprema, conosciuto come Beelzebub, uno dei “sette prìncipi dell’Inferno” spesso identificato con Satana. Questo personaggio è visto come l’Avversario e è considerato una figura malvagia e demoniaca.
Asmodai è un’altro principio del male presente nell’antico testamento. Egli è un entità melliflua e tentatrice. Nella tradizione rabbinica ( Quindi estranea alla Bibbia ebraica), si accoppia con Lilith ( a sua volta un demone mesopotamico confluito nell’ebraismo) generando una stirpe di demoni, è il serpente tentatore che dona all’uomo la consapevolezza esiliandolo però dal paradiso terrestre, è il demone che ostacola Sarah, la moglie di Abramo. Nella tradizione Asmodai viene assoggettato da Salomone perchè costruisca il primo tempio.
Tutto questo però cambia nel cristianesimo, perchè nel nuovo testamento Satana ” l’avversario” è citato molto più spesso, come “nemico” dell’uomo. In Apocalisse 12:3-41. Nel Nuovo Testamento Lucifero viene identificato con Satana, come riportato in Luca 10:18 e II lettera ai Corinzi XI, 14.
I vangeli sembrano infatti suggerire un concetto di “spirito del male” che agisce per il male ed è nemico ed avversario dell’uomo. Questo concetto è estraneo all’ebraismo classico, dove non esiste un’entità che si contrappone a Dio. E’ invece un concetto di probabile derivazione zoroastraiana, l’antica religione persiana, dove lo spirito santo ” Ahura Maju” si contrappone al principio del male incarnato da Ahriman.
Prima del cristianesimo, il concetto di “demone malvagio” era presente, ma si trattava di figure isolate.
Nella tradizione assiro-babilonese, le figure demoniache non erano considerate necessariamente incarnazioni del male assoluto, ma piuttosto entità potenti con ruoli ambigui. Gli Assiri presero ad adorare un gran numero di queste figure, come Lilith, Pazuzu, Dagon, al punto che sia i Persiani che gli Ebrei li consideravano un popolo empio.
Con l’influenza della teologia cristiana, però, il concetto di demonio ha assunto una connotazione più globale, come avversario principale di Dio e simbolo del male.
Un concetto molto discusso nella teologia cristiana, perchè portatore di una serie di contraddizioni che sembrano mettere in dubbio l’onnipotenza divina. La stessa presenza di una figura “nemica” di Dio implica una “diminuito” dei suoi poteri, cosi come la presenza di angeli o creature ribelli: Perchè la ribellione non è stata prevista prima che avvenisse? La presenza di ” culti rivali” nell’antico testamento contro cui il popolo eletto deve combattere complica ulteriormente lo scenario.
La Chiesa cattolica ha affrontato l’evoluzione della figura del demonio nel contesto della dottrina sulla creazione e sul peccato originale. Dopo il Concilio Vaticano II, la teologia cattolica ha esplorato la relazione tra fede ed evoluzionismo, cercando di definire questioni fondamentali sulla creazione dell’uomo e sull’azione di Dio nel mondo.
Un’altro aspetto interessante è la credenza che Satana sia, in qualche modo, a capo dell’inferno, ossia del luogo dove sono perseguitati gli uomini malvagi per i loro peccati. Questo è un elemento estraneo sia al vecchio testamento che al nuovo, ma che si è stratificato nella credenza popolare associando il male “ebraico-cristiano- zoroastriano” alla figura del demone custode dell’oltretomba della mitologia Greco-romana e celtica.
Lucifero e Satana possono essere considerati aspetti diversi della stessa entità ribelle nei testi cristiani, ma la loro storia e le loro caratteristiche variano notevolmente se esaminate attraverso le diverse tradizioni religiose e culturali. La comprensione di queste figure è strettamente legata al contesto storico e teologico in cui sono state interpretate e rappresentate.