Nel vasto panorama delle serie televisive contemporanee, poche opere sono riuscite a catturare l’immaginario collettivo come Lost in Space . Ideata da Matt Sazama e Burk Sharpless, questa serie prodotta da Netflix non è solo un semplice remake della storica serie del 1965, ma una rivisitazione moderna e audace che esplora il concetto di famiglia, sopravvivenza e adattamento in un contesto futuristico e ostile. L’idea alla base di Lost in Space rimane fedele al concetto originale: una famiglia di pionieri spaziali, i Robinson, si trova catapultata su un pianeta sconosciuto dopo che la loro astronave subisce un danno irreparabile a causa di un misterioso attacco alieno. Tuttavia, la trama della serie si espande e approfondisce, aggiungendo nuove sfumature ai personaggi e alla storia, rendendo ogni episodio una combinazione perfetta di suspense, avventura e introspezione psicologica.
La trama: un’odissea interstellare
Ambientata in un futuro prossimo in cui l’umanità è costretta a lasciare la Terra per colonizzare nuovi mondi, Lost in Space segue le vicende della famiglia Robinson mentre cerca di raggiungere Alpha Centauri, una nuova casa per la razza umana. La loro astronave, la Jupiter 2 , è una delle tante destinate a trasportare famiglie selezionate verso questa utopia. Tuttavia, il loro viaggio viene bruscamente interrotto quando la Resolute , la nave madre che accompagna le Jupiter , viene attaccata da una forza aliena sconosciuta. Nel caos che segue, i Robinson si ritrovano separati e costretti a fare un atterraggio di fortuna su un pianeta pericoloso e inesplorato.
Qui, inizia il vero viaggio dei protagonisti, non solo attraverso lo spazio, ma anche all’interno di sé stessi. Il giovane Will Robinson, il più piccolo della famiglia, scrive un legame speciale con un misterioso robot extraterrestre, una creatura tanto potente quanto enigmatica. Questo rapporto, che diventa centrale nella narrazione, simboleggia la dualità della tecnologia: può essere sia una risorsa vitale che una minaccia imprevedibile.
I personaggi: una famiglia in crisi
Uno degli aspetti più affascinanti di Lost in Space è la complessità dei personaggi, in particolare la famiglia Robinson. All’inizio della serie, il nucleo familiare è frammentato, non solo a causa delle difficoltà esterne, ma anche per le tensioni interne. John e Maureen Robinson, i due genitori, sono in crisi. John, un militare, è stato spesso lontano da casa, e questo ha portato a una frattura nel matrimonio. Maureen, una scienziata brillante, si è sentita trascurata e ha dovuto crescere i figli quasi da sola. Questa dinamica familiare, lontana dall’essere perfetta, aggiunge uno strato di realismo emotivo alla storia.
I tre figli dei Robinson sono altrettanto interessanti. Judy, la maggiore, è una giovane determinata e coraggiosa, che sta seguendo le orme del padre nel diventare medico. Penny, la figlia di mezzo, è ancora alla ricerca del suo posto nel mondo, una ribelle con il cuore tenero. E poi c’è Will, il più giovane, il cui coraggio e intelligenza si rivelano fondamentali per la sopravvivenza della famiglia. È lui che, con il suo legame con il robot, assume un ruolo chiave nell’evoluzione della trama.
A completare il cast ci sono due personaggi esterni alla famiglia, ma altrettanto cruciali: Don West, un tecnico e contrabbandiere, e la dottoressa Smith, una donna manipolatrice che si spaccia per una psicologa. La dottoressa Smith, in particolare, rappresenta uno degli antagonisti più intriganti della serie, una figura ambigua che oscilla tra il supporto e la minaccia per la famiglia Robinson. La sua presenza è spesso destabilizzante, e le sue azioni mettono in pericolo tutti i protagonisti, creando una tensione costante.
La lotta per la sopravvivenza
Il tema centrale di Lost in Space è la sopravvivenza, ma non solo nel senso fisico del termine. La serie esplora profondamente cosa significa sopravvivere come individui, come famiglia e come specie. Il pianeta su cui i Robinson si ritrovano è pieno di pericoli, ma il vero nemico spesso si nasconde nell’animo umano: la paura, la disperazione, l’egoismo. Ogni episodio spinge i personaggi a confrontarsi con sfide che mettono alla prova non solo la loro capacità di resistere, ma anche la loro umanità.
Le dinamiche familiari giocano un ruolo fondamentale in questo contesto. I Robinson devono imparare a fidarsi l’uno dell’altro, a perdonarsi ea lavorare insieme per superare gli ostacoli. La loro evoluzione nel corso delle tre stagioni riflette il percorso di ogni essere umano di fronte alle avversità: crollare o trovare la forza di rialzarsi.
Un successo inaspettato
Quando la prima stagione di Lost in Space è stata resa disponibile su Netflix il 13 aprile 2018, nessuno avrebbe potuto prevedere il successo che avrebbe riscosso. Forte dell’hype sul film remake del 1998, il pubblico è rimasto immediatamente affascinato dalla combinazione di effetti speciali all’avanguardia, una trama avvincente e personaggi ben sviluppati. La seconda stagione, arrivata il 24 dicembre 2019, ha ulteriormente consolidato la serie come un punto di riferimento per gli appassionati di fantascienza, e la terza, conclusiva, stagione rilasciata il 1º dicembre 2021, ha chiuso la storia in modo soddisfacente e avvincente.
Uno degli elementi distintivi della serie è la sua capacità di mantenere alta la tensione in ogni episodio. Ogni puntata è ricca di colpi di scena, momenti drammatici e azione frenetica. Non c’è mai un momento di pausa, e lo spettatore è costantemente tenuto sulle spine. Questa dinamicità, unita a una trama ricca di intrecci e misteri, rende Lost in Space una serie che si divora episodio dopo episodio.
Un’eredità durata
Sebbene Lost in Space sia giunta alla sua conclusione, la sua eredità rimane forte. La serie è riuscita a portare una ventata di freschezza nel panorama della fantascienza televisiva, dimostrando che anche un remake può offrire qualcosa di nuovo e originale. Con il suo mix di dramma familiare, avventura spaziale e mistero, Lost in Space ha saputo conquistare un pubblico trasversale, dagli appassionati di fantascienza ai semplici amanti delle storie ben raccontate.
In un’epoca in cui le serie TV vengono spesso dimenticate poco dopo la loro conclusione, Lost in Space ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per rimanere un classico del genere. Con una trama avvincente, personaggi profondi e una regia impeccabile, la serie rappresenta un esempio di come la fantasia può essere molto più di semplici effetti speciali: può essere una riflessione sulla condizione umana, sul nostro bisogno di esplorare e, soprattutto, di trovare un posto da chiamare casa.