Lorenzo Amurri: cronaca di una seconda vita

«Una pioggia insistente, tenace, convinta come la mia voglia di non esserci. Di essere altrove».

Lorenzo Amurri non nasce come scrittore, lo diventa in seguito a un tragico incidente di sci che, a soli 26 anni, frantuma la strada artistica sulla quale viaggiava sin da giovanissimo: chitarrista rock, produttore musicale. Un ragazzo dinamico e trasgressivo senza mezze misure.

Dall’incidente e dalla sua nuova condizione segnata dalla tetraplegia e dall’impossibilità di stringere ancora tra le braccia la sua chitarra, Lorenzo rinasce. Nel 2008 decide di affidare al suo blog Tracce di ruote “riflessioni, denunce e cronaca della sua seconda vita”.

 

Leggendo le pagine di una narrazione lunga sette anni che inizia come cronaca puntuale del vissuto quotidiano, il racconto tragicomico dei suoi viaggi si trasforma gradualmente in una visione introspettiva profonda e si intuisce presto che le tracce che lo scrittore ha deciso di lasciare dietro di sé sono le parole.
Quelle con le quali si prende una rivincita contro un mondo popolato da gente che sceglie di non vedere oltre la propria normalità privilegiata; quelle inferocite o piene di sarcasmo rivolte a chi dovrebbe gestire una condizione come la sua, ma non lo ha mai fatto, o lo ha fatto male (lo Stato, l’Inps, le cooperative assistenziali); e quelle che invece si ripiegano a volte in un intimismo che tende a farsi poesia, come quando paragona il suo desiderio di evasione alla pioggia che osservava dalla finestra della sua stanza: “Una pioggia insistente, tenace, convinta come la mia voglia di non esserci. Di essere altrove”.
Ma il tono generale è quello di chi non ha mai smesso di analizzare la propria condizione, esasperandola e filtrandola attraverso l’ironia, per renderla più leggera tanto a sé quanto ai suoi lettori.
Un libro sfaccettato che ci restituisce la sensibilità di Lorenzo Amurri e ci permette di riascoltare ancora la sua voce delicata e forte.

Con la prefazione di Niccolò Fabi, “Tracce di ruote” è il racconto tragicomico dei suoi viaggi che si trasforma gradualmente in una visione introspettiva profonda della sua vita.

E si intuisce che le tracce che lo scrittore ha deciso di lasciare dietro di sé sono le parole.

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Fandango Libri è stata fondata nel 1999 da Domenico Procacci ed è legata all’omonima casa di produzione cinematografica che ha prodotto tra gli altri GomorraReality e L’imbalsamatore di Matteo Garrone, i film di Nanni Moretti e che sta lavorando alla serie tv tratta da L’amica geniale di Elena Ferrante.

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