“L’orco” di John Gardner offre una rivisitazione magistrale della leggenda di Beowulf, narrata attraverso una prospettiva inaspettata e avvincente: quella del mostro Grendel. Questa antica saga nordica, che racconta la lotta del nobile Beowulf per liberare il re danese Hrodgar dalla minaccia di Grendel, viene reinterpretata con una profondità e una poesia che trasformano la storia originale in una ricca esplorazione della condizione umana.
Attraverso una sorta di autobiografia poetica, Grendel stesso ci guida attraverso la marca dove si muove, la caverna dove è nato e vive con sua madre, e le sue riflessioni sul mondo e sull’umanità. Gardner riesce a far emergere una simpatia inaspettata per Grendel, rendendolo un personaggio complesso e multidimensionale. Non è più semplicemente il mostro malvagio della leggenda, ma una creatura che lotta per comprendere la sua esistenza e il suo posto nel mondo.
Il viaggio di Grendel è segnato da incontri cruciali, come quello con il drago, che lo porta a una profonda riflessione filosofica sull’esistenza e il destino. La faida con Hrodgar, che culmina tragicamente, è raccontata con una tale intensità emotiva che il lettore non può fare a meno di sentirsi coinvolto nel dramma personale di Grendel.
Gardner utilizza una ricchezza di vocabolario e una varietà stilistica che conferiscono al testo una vivacità e una profondità uniche. La narrazione è fluida e coinvolgente, alternando momenti di intensa introspezione a scene di azione dinamica. La capacità di Gardner di dare voce a Grendel in modo così autentico e potente rende “L’orco” un romanzo straordinario, forse il migliore della sua carriera.
“L’orco” di John Gardner non è solo una riscrittura di una saga nordica, ma una meditazione sulla natura dell’umanità, la solitudine e la ricerca di significato. La maestria narrativa di Gardner e la sua abilità nel rendere Grendel un personaggio così empatico e complesso fanno di questo romanzo un’opera imperdibile, capace di affascinare e commuovere profondamente il lettore.