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Longlegs: L’Inquietante Thriller Psicologico di Oz Perkins con Nicolas Cage

Il cinema horror ha sempre avuto la capacità di scavare nell’oscurità delle menti umane, esplorando le paure più profonde e i segreti inconfessabili. “Longlegs”, il film scritto e diretto da Oz Perkins, non fa eccezione. Questo thriller psicologico, che si trasforma gradualmente in un horror inquietante, riesce a mantenere lo spettatore sulle spine, lasciando un’impronta duratura nella memoria.

La trama si sviluppa negli anni ’90 e segue l’agente dell’FBI Lee Harker, interpretata da Maika Monroe. Lee è una giovane recluta che si trova a indagare su una serie di omicidi-suicidi che hanno un terribile comune denominatore: una lettera firmata da un misterioso individuo conosciuto come “Longlegs”, interpretato da Nicolas Cage. Questi crimini, brutali e inquietanti, coinvolgono famiglie in tutto lo stato dell’Oregon, e ogni scena del crimine è contrassegnata dalla presenza di un codice satanico scritto da Longlegs.

Fin dai primi minuti, il film cattura l’attenzione del pubblico, grazie a una narrazione che si intreccia tra il passato e il presente. In un inquietante flashback, una bambina, con una Polaroid in mano, si imbatte in una figura pallida che evoca un senso di terrore. Questo incontro iniziale non è casuale, poiché lo spettatore scoprirà che Lee ha una connessione profonda con Longlegs e che i suoi crimini affondano le radici in un passato oscuro e tortuoso.

Uno degli elementi più affascinanti del film è la caratterizzazione di Lee, la protagonista. Non è solo un’agente dell’FBI; è una donna che vive al di fuori delle convenzioni sociali, circondata da un’atmosfera di solitudine e angoscia. La sua unica relazione significativa è con la madre, Ruth, una figura religiosa che sembra nascondere segreti inquietanti. Questa dinamicità familiare aggiunge profondità al personaggio e offre spunti interessanti sul rapporto tra Lee e la figura paterna, che emerge solo attraverso i suoi ricordi distorti e traumatici.

La trama si intensifica quando Lee scopre di avere un’intuizione unica: la capacità di prevedere i crimini, una sorta di chiaroveggenza che la porta a connettersi con i dettagli più oscuri della mente di Longlegs. Ogni indizio la conduce a scoprire il collegamento tra le famiglie coinvolte negli omicidi: ogni vittima ha una figlia di nove anni, nata il 14 del mese, e gli omicidi formano un simbolo occulto su un calendario. Qui, Perkins dimostra una maestria nel costruire tensione, avvalendosi di una regia attenta e di una sceneggiatura che non lascia nulla al caso.

Nicolas Cage, in un ruolo che rasenta il surreale, offre una performance memorabile nel ruolo di Longlegs. La sua interpretazione incarna il male in modo inquietante, e la sua presenza è una costante minaccia, che aleggia su ogni scena come un’ombra. Longlegs non è solo un assassino; è un’icona del terrore, un simbolo di ciò che l’umanità può diventare quando cede alla propria natura oscura. Cage riesce a trasmettere un’ironia agghiacciante, facendo riflettere su temi come l’ipocrisia della famiglia e il male intrinseco che pervade la società.

Parallelamente, Maika Monroe si impone come una delle regine dell’horror contemporaneo. La sua interpretazione di Lee è caratterizzata da una vulnerabilità palpabile e da una determinazione incrollabile. La sua performance è un equilibrio tra forza e fragilità, che riflette il trauma che ha subito e la sua crescente consapevolezza del male che la circonda. Lee non è solo una vittima, ma una donna che lotta contro un destino che sembra essere stato scritto per lei.

La transizione del film da thriller psicologico a horror avviene in modo fluido, grazie alla costruzione di un’atmosfera opprimente e claustrofobica. Le geometrie degli spazi, sapientemente curate da Perkins, contribuiscono a creare un senso di malessere, mentre le scelte visive e sonore intensificano l’angoscia del pubblico. In un mondo apparentemente tranquillo, l’orrore si insinua lentamente, rivelando le sue radici in un passato disturbante.

Il film gioca con il concetto di male, esplorando come la vita quotidiana possa essere influenzata da forze oscure e come le persone possano diventare pedine in un gioco macabro. Lee si trova a dover affrontare non solo un serial killer, ma anche i fantasmi del suo passato e le scelte compiute dalla madre. La rivelazione finale del legame tra Ruth e Longlegs aggiunge uno strato di complessità alla narrazione, dimostrando che l’orrore non risiede solo nei crimini, ma anche nelle relazioni familiari e nelle scelte morali.

“Longlegs” di Oz Perkins è un’opera che invita a riflettere sul male, sull’ossessione e sulle dinamiche familiari. Con una sceneggiatura incisiva e due interpretazioni straordinarie, il film si afferma come una nuova gemma nel panorama horror contemporaneo. La figura di Longlegs, magistralmente interpretata da Nicolas Cage, diventa un simbolo duraturo del terrore, mentre Lee Harker emerge come una protagonista complessa e affascinante. “Longlegs” non è solo un film da vedere; è un’esperienza che rimarrà a lungo nella mente dello spettatore, invitandolo a interrogarsi sulle proprie paure e sui segreti nascosti nel profondo dell’animo umano.

maio

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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