Lo sviluppo sostenibile

La dottoressa Ketty Tabacof di Edison, si occupa in particolar modo di gestire il dissenso sul territorio causato dall’inserimento di nuovi impianti in realtà locali. L’obiettivo condiviso da tutti è quello di garantire uno sviluppo che rifletta la necessità del presente, senza compromettere quelle delle generazioni future: lo sviluppo sostenibile. Per conseguire tale obiettivo c’è bisogno di costruire nuove strutture che possano soppiantare quelle esistenti o comunque affiancarle, strutture che permettano maggiore rispetto per l’ambiente. Il collocamento di tali attività strutturali risulta essere il problema pratico più rilevante poiché cela una serie di operazioni necessarie ma tuttavia non sempre efficienti per la realizzazione di un impianto. L’atteggiamento delle persone che si oppongono alla realizzazione di tali attività viene chiamato con l’acronimo“N.I.M.B.Y.” ossia Not In My Back Y ard, “non nel mio cortile” (ho potuto constatare che esiste anche una degenerazione del N.I.M.B.Y.: gli anglosassoni, per indicare la degenerazione acritica del Nimby, infatti, utilizzano il termine “B.A.N.A.N.A.”, ovvero “Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything” (non costruire assolutamente nulla vicino a qualsiasi cosa) ).

 

Il termine N.I.M.B.Y. denota un atteggiamento che si ritrova nelle proteste contro opere di interesse pubblico e attività che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sul territorio in cui verranno realizzate, come ad esempio grandi vie di comunicazione, sviluppi insediativi o industriali, inceneritori e centrali termiche, termovalorizzatori, discariche, depositi di sostanze pericolose, centrali nucleari e simili.  ‘atteggiamento consiste nel riconoscere come necessari, o comunque possibili, gli oggetti del contendere, ma, contemporaneamente, nel dichiararli indesiderabili per via delle fastidiose controindicazioni degli stessi sull’ambiente locale. Ciò accade perché c’è diffidenza verso cose che non si conoscono (manca la cultura scientifica), c’è sfiducia verso le istituzioni e i loro interlocutori, le imprese sono poco trasparenti.. Tutto ciò può portare alla protesta che può, a sua volta, influire sulla politica. I membri del consiglio regionale, ad esempio, non si sentono di prendere una decisione responsabile ma impopolare poiché temono un calo di consensi e quindi di non essere rieletti.

Inoltre non bisogna tralasciare il fatto che per la realizzazione di un progetto si deve elaborare uno studio approfondito sull’impatto che tale proposta avrà sull’ambiente ed inoltre il processo autorizzativo è molto lungo e passa attraverso infinite autorità competenti, provocando così un rallentamento complessivo. Per una centrale elettrica, ad esempio si richiede l’intervento di autorità come il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero dell’Ambiente, dei Beni Culturali, della Regione, della Provincia, del Comune, ecc.. Questa è solo una sintesi delle tematiche più importanti di cui si occupa la comunicazione ambientale. Essa trova nel dialogo, nella trasparenza, nella chiarezza, nella divulgazione, nella necessità di essere presenti e attivi in prima persona e soprattutto nel rispettare le opinioni e le ansie degli altri sempre sapendo farsi rispettare, le sue armi migliori per raggiungere l’obiettivo condiviso.

 

Come ha ben illustrato Ketty Tabacof le “best practices”  consistono nel presentare informalmente il progetto ai diretti interessati prima della sua “uscita” ufficiale, concordare chiaramente a livello locale con il Sindaco ed anche con il Comune le azioni che si renderanno necessarie. Per permettere la divulgazione di tutti gli aspetti del progetto si fa ricorso ad iniziative di comunicazione come assemblee pubbliche, convegni, speciali editoriali, brochure informative, sito web sul progetto che possa togliere, attraverso anche contatto tramite e-mail, qualsiasi dubbio o incertezza e, anche programmi proposti all’interno delle scuole in modo da “educare” i più piccoli ad affrontare temi del genere in uno stato in cui ci si trova ancora privi di pregiudizi.

 

Per valutare i risultati ottenuti tramite questa politica bisogna prima di tutto vedere l’effettiva realizzazione degli impianti, poi osservare che tipo di partecipazione si verifica all’inaugurazione dello stesso e, infine, un altro fattore che ci può far capire se tutto è andato a buon fine potrebbe anche essere considerata la rielezione del Sindaco. Un altro intervento interessante con argomenti affini a quelli trattati da Ketty Tabakov è stato quello di Alberto Mancinelli. Egli ha parlato della sfiducia verso gli organismi governativi che sono stati evidentemente incapaci di gestire la situazione ambientale nella maniera più efficace ed efficiente. A testimonianza di ciò basta pensare alle varie crisi alimentari (ad esempio il pollo alla diossina), ambientali (ad esempio Chernobyl) e sanitarie che si sono verificate negli ultimi anni. Ed è per questa ragione che sta di conseguenza crescendo la fiducia negli ONG (organismi non governativi) che hanno dato prova di rispettare ambiente, l’economia e la società attraverso l’utilizzo del dialogo, della partecipazione, del consenso e, in una parola sola della comunicazione.

Nota positiva che ci fa credere che le cose possano e stanno cambiando è che dal 1/01/07 anche gli amministratori pubblici dovranno presentare la contabilità ambientale per permettere di verificare se ci sono stati degli eventuali danni arrecati all’ambiente e giudicare in tale caso l’entità del danno prodotto. A dimostrazione che uno sviluppo sostenibile è praticabile e realizzabile in qualsiasi campo Mancinelli ha presentato due “case history”: quello di Varese Ligure e quello della Ford Focus. Varese Ligure (provincia di La Spezia) è il primo Comune in Europa che ha ottenuto la certificazione ambientale ISO-14001, rilasciata dal Rina (Registro navale italiano) e la registrazione EMAS da parte del Comitato Ecolabel-Ecoaudit che hanno accertato significativi processi di efficienza ambientale, hanno verificato l’assenza di agenti inquinanti (ossido
di carbonio, inquinamento acustico ed elettromagnetico), hanno garantito la qualità dei servizi urbani (gestione dei rifiuti, trattamento delle acque, servizi alle imprese, trasporti, tutela del paesaggio) ed hanno riconosciuto la valenza turistica del territorio. L’adozione di politiche ambientali “all’avanguardia”, ha contribuito a proporre Varese Ligure come una nuova e valida alternativa turistica che, offre al visitatore la possibilità di scoprire il fascino e la suggestione di testimonianze storiche ed artistiche uniche nel loro genere e di addentrarsi nell’importante patrimonio naturalistico della “Valle del biologico” così ribattezzato grazie l’abilità delle imprese varesine del settore agricolo (sono presenti più di 50 aziende agricole) e zoologico di saper coniugare un’attività imprenditoriale con il rispetto della natura del luogo, che gli ha permesso di ottenere il marchio di qualità ambientale e di mettere in moto un commercio di carni e formaggi non trattati, rivolti al mercato biologico che costituisce una forma di ricchezza e di distinzione.

Per quanto riguarda la Ford Focus si può dire che è un prodotto sostenibile poiché attraverso la tecnologia “flexi-fuel” permette al mezzo di utilizzare un carburante al bioetanolo (fino all’85%). Ciò rispetta sicuramente l’ambiente e a livello pratico a trarne dei vantaggi diretti è la stessa Ford che si rende a sua volta meno dipendente dai combustibili fossili. Questi sono stati i due interventi che più mi hanno colpito e interessato tra quelli a cui ho potuto assistere. Purtroppo il tempo a disposizione che ho avuto non è stato quello che avrei effettivamente voluto e, dato che l’evento si è svolto nell’arco di tempo di tre giorni non ho avuto la possibilità di poter seguire ulteriori seminari.

 

Questo è stato un vero e proprio peccato poiché ritengo, visionato il programma, che probabilmente se avessi avuto la possibilità ne avrei frequentati quasi la totalità o comunque li avrei scelti in base alle mie preferenze personali. In ogni caso concludo facendo i complimenti per efficienza con cui si è organizzata tale manifestazione con l’augurio che quella del prossimo anno si possa svolgere in un arco di tempo più ampio così da poter permetterne la frequenza ad un numero maggiore di studenti che hanno dimostrato di partecipare più che volentieri a questo tipo di eventi.

di Emilio Bianchi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *