Un originale memoir scandito da “momenti d’essere” di sapore proustiano. Per molti e molte, crescere negli anni Settanta non fu esattamente una passeggiata. All’esaltazione di una realtà in rapido cambiamento si univano domande sulla propria identità, in altrettanta rapida trasformazione, e sui propri desideri, tutti da riconoscere e, possibilmente, da assecondare. Così per la protagonista di questo originale memoir ricostruire per frammenti una vicenda e un percorso passa per una operazione proustiana di momenti fatti di sensazioni, intuizioni, epifanie – una saponetta all’essenza di una sostanza misteriosa, un taglio di capelli che ti trasforma, l’immagine di una antica regina egizia che ritorna.
E si avverte forte la presenza di un “angelo” dal sesso incerto ma di grande saggezza, un provocatore ma anche un simbolo del cambiamento, di quella pluralità che non si risolve con la domanda: chi sono? Sono, siamo, molte e diverse cose: donne ma forse anche uomini, amici e allo stesso tempo amanti, presenti nel nostro tempo eppure inevitabilmente segnati dal passato.
Lia Migale è scrittrice ed economista. Tra le sue pubblicazioni non scientifiche ricordiamo i racconti In un altro luogo (1996) e il romanzo Malamore (2001) – entrambi per Empirìa – e La donna del diavolo (Voland 2009). Di recente uscita Piccola storia del femminismo in Italia (Empirìa 2016).
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