L’Ent italiano: L’ulivo pensante di Ginosa

Gli Ent sono un’antica razza arborea di Arda di cui le origini sono narrate ne Il Silmarillion e fanno parte dell’universo immaginario del leggendario scrittore J. R. R. Tolkien. Pochi sanno che in Italia, in Puglia, più precisamente a Ginosa, in provincia di Taranto, esiste un di essi, seduto, pensante, da centinaia di anni. Il tronco di questo albero sembra una scultura che descrive un uomo con la barda che osserva il panorama pensante verso l’infinito.

Questo albero è tutelato dal comitato di Ginosa per il Parco Naturale Regionale delle Gravine Joniche, che ha deciso di non condividere l’esatta ubicazione dell’arbusto in modo da evitare il turismo “di massa” lesivo per l’ambiente. Non è una leggenda o una ricostruzione scenografica, come gli stessi responsabili del Parco tendono a precisare ma è un importante bene naturale che deve essere preservato dal vandalismo tipico dei turisti fai da te.  Per gli increduli, Puglia Trek&Food ha realizzato il video e lo ha pubblicato su Youtube.

 

Come apprendiamo dal sito puglia.com:

L’Ulivo Pensante esiste ed è visibile in tutta la sua meraviglia dai più fortunati che riescono a scovarlo. La sua nascita è sicuramente da far risalire alla stessa degli altri numerosi alberi secolari di Puglia. Dopotutto poco importa della sua effettiva età: ciò che è certo che anche questo ulivo rientra all’interno dell’identità di tutti gli altri.

Questi alberi, dopotutto, sono il ritratto dell’autenticità regionale e, proprio come nel caso dell’Ulivo Pensante sembrano essere sculture del tempo e dell’uomo, monumenti viventi, testimoni storici e culturali.

Ai più sognatori che visitano la perfetta scultura naturale piace pensare che il tronco sia lì da secoli proprio per poter ammirare sotto l’ombra da lui stesso prodotta la continua evoluzione della varietà pugliese, che si trasforma e si evolve senza però mai tradire la sua originaria bellezza autenticità.

 

“Ulivo Pensante”, scultorea meraviglia naturale a Ginosa

La foto di Copertina di Donato Saponaro è tratta dal profilo Twitter di @Madeintaranto

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