Nel cuore del pittoresco rione di Trastevere, in una chiesa dal fascino antico e intriso di storia, è avvenuta una scoperta che potrebbe riscrivere le pagine della storia cristiana. Durante i recenti lavori di restauro nella chiesa di Santa Maria in Cappella, sono state rinvenute delle reliquie che sollevano interrogativi e meraviglia: si tratta di frammenti che potrebbero appartenere a San Pietro, il primo Papa e uno dei fondatori del cristianesimo.
Santa Maria in Cappella, consacrata il 25 marzo 1090 da due vescovi, Ubaldo della diocesi della Sabina e Giovanni di quella del Tuscolo, è una chiesa che affonda le radici nel passato remoto. Un’iscrizione coeva, studiata dall’archeologo Cristiano Mengarelli, menziona la presenza di importanti reliquie al suo interno. Tra queste, si trovano i resti di san Pietro e dei primi Papi Cornelio, Callisto e Felice, nonché dei martiri Ippolito, Anastasio, Melix e Marmenia. Tuttavia, nel corso dei secoli, gran parte di questa memoria si era persa, e le reliquie erano cadute nell’oblio, fino alla sorprendente scoperta recente.
Nel corso dei lavori di ristrutturazione, che hanno interessato il restauro di un altare medievale, un operaio ha trovato, quasi per caso, una cassetta reliquiario in piombo. Questo contenitore, scavato sotto il piano dell’altare, conteneva due olle di ceramica rivestite di piombo, con tappi recanti graffiti e nomi di santi. L’archeologo Mengarelli ha confermato che questi manufatti risalgono all’epoca della consacrazione della chiesa, corroborando così l’ipotesi che le reliquie possano avere origini antiche.
La storia di Santa Maria in Cappella è intimamente legata a Urbano II, al secolo Eudes de Châtillon, Papa dal 1088 al 1099, la cui firma compare nella lapide di fondazione della chiesa. Durante il periodo in cui Urbano II risiedeva sull’Isola Tiberina, Roma era anche la sede dell’antipapa Clemente III, eletto dall’imperatore Enrico IV e residente nel palazzo del Laterano. Esiste una suggestiva ipotesi che la chiesa di Trastevere possa essere stata utilizzata come cappella dal Papa legittima durante la sua permanenza in città.
Nonostante l’emozionante scoperta, rimane il mistero sull’autenticità e la provenienza delle reliquie rinvenute. Le ossa attribuite a San Pietro e custodite nella basilica vaticana sono state verificate come compatibili con i resti di un uomo vissuto nel primo secolo dopo Cristo. Tuttavia, il ritrovamento di Santa Maria in Cappella aggiunge un nuovo elemento al complesso mosaico delle reliquie storiche. Sarà fondamentale attendere ulteriori esami e confrontarsi per chiarire se questi nuovi frammenti possano effettivamente appartenere al santo apostolo.
Il giallo delle reliquie di Pietro non è ancora giunto al termine. L’attesa per una conferma definitiva e per un possibile confronto con i resti vaticani continua a mantenere viva l’attenzione su questo affascinante mistero storico. In ogni caso, la scoperta di Santa Maria in Cappella rappresenta un capitolo emozionante nella storia della cristianità e una testimonianza tangibile delle antiche tradizioni e dei culti che hanno plasmato la Roma medievale.
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