Correva l’anno 1979 quando la miniserie Le Notti di Salem (o Salem’s Lot, per i puristi del titolo originale) fece il suo debutto sulla CBS, portando sugli schermi televisivi un racconto di terrore firmato dal Re dell’Horror, Stephen King. La miniserie, diretta da Tobe Hooper, già celebre per Non aprite quella porta, è una reinterpretazione moderna del mito di Dracula ambientata nell’immaginaria cittadina di Jerusalem’s Lot, nel Maine. Per molti, rappresenta uno dei migliori adattamenti delle opere di King, capace di lasciare un segno indelebile nella cultura pop degli anni ’80 e oltre.
La trama segue Ben Mears, uno scrittore che torna nella sua città natale, Salem’s Lot, deciso ad affrontare i demoni del passato. Ma i veri demoni si manifestano sotto forma di vampiri, che infestano la sinistra Casa Marsten, un’abitazione che sembra incarnare il male puro. Tra misteriose sparizioni e incontri con personaggi inquietanti, Ben si troverà a fronteggiare Kurt Barlow, un vampiro la cui presenza è annunciata dal suo ambiguo socio Richard Straker.
La miniserie originaria, divisa in due episodi, si distingue per l’atmosfera angosciante e un’estetica cupa che trasuda anni ’70. La trama non si limita a narrare una classica caccia al vampiro, ma esplora il deteriorarsi della comunità di Salem’s Lot, consumata da segreti e dall’oscurità che gradualmente prende il sopravvento.
Un dettaglio curioso riguarda l’iconografia del vampiro Kurt Barlow, la cui caratterizzazione visiva si ispira direttamente a Nosferatu, il capolavoro del cinema muto di F.W. Murnau. Pallido, dagli occhi fiammeggianti e con zanne affilate, Barlow appare per meno di 90 secondi sullo schermo, eppure il suo impatto è devastante. In combutta con Straker, interpretato dall’elegante James Mason, il vampiro diventa un simbolo di terrore primordiale, capace di trascendere la narrativa televisiva.
Non mancano scene memorabili, come quella della resurrezione di Marjorie Glick, che trasforma l’obitorio in un incubo vivente, o il momento in cui Ralphie Glick, trasformato in vampiro, fluttua inquietantemente davanti alla finestra del fratello. Quest’ultima scena, in particolare, è diventata iconica per il suo effetto spettrale, ottenuto girando al contrario con una gru per simulare il movimento innaturale.
Dietro le quinte, il progetto ebbe una gestazione complessa. Stephen King era restio a cedere i diritti del romanzo, ma fu convinto dalla sceneggiatura di Paul Monash, che riuscì a condensare l’essenza del libro in un prodotto televisivo adatto al grande pubblico. George A. Romero, inizialmente coinvolto come regista, lasciò il progetto, lasciando spazio a Tobe Hooper, che diede alla miniserie il suo inconfondibile tocco horror.
Girato con un budget di quattro milioni di dollari nella pittoresca Ferndale, in California, il telefilm fu originariamente pensato per il pubblico americano. Tuttavia, la sua popolarità spinse la produzione a realizzare una versione cinematografica accorciata per il mercato europeo. Questa versione, più violenta e adatta al grande schermo, fu intitolata Gli ultimi giorni di Salem in Italia, mentre la miniserie completa, della durata di 184 minuti, fu distribuita successivamente per l’home video.
Nonostante alcune critiche dei fan più fedeli al romanzo, Le Notti di Salem ebbe un grande successo di pubblico e critica. Anche se King espresse alcune riserve sulla rappresentazione del vampiro Barlow, il prodotto finale fu lodato per la sua capacità di creare tensione e orrore. Nel 1987, venne realizzato un seguito intitolato A Return to Salem’s Lot, mentre nel 2004 arrivò un remake con un cast stellare, tra cui Rob Lowe e Donald Sutherland. Più recentemente, il romanzo è stato riadattato in un nuovo film diretto da Gary Dauberman, segno che il fascino oscuro di Salem’s Lot non conosce tempo.
Con i suoi demoniaci bambini fluttuanti, l’inquietante Casa Marsten e il suo iconico vampiro, Le Notti di Salem rimane un capolavoro dell’horror televisivo, capace di terrorizzare e affascinare gli spettatori per generazioni. Una miniserie che, a 45 anni dalla sua uscita, continua a risplendere come un faro gotico nella lunga notte dell’intrattenimento.
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