Un’esplorazione affascinante e inquietante del nesso tra malattie, social media e la nostra percezione della realtà.
Due storie parallele:
- Il morbo di Morgellons: nato online nel 2001, caratterizzato da dermatiti, prurito e “strani filamenti” che fuoriescono dalle piaghe. Considerato dalla comunità scientifica come “parassitosi delirante”, è stato respinto ai margini di Internet.
- La vulvodinia: una condizione dolorosa che colpisce i genitali femminili. Ha acquisito grande popolarità online, con stime non verificate sulla sua diffusione. Associata al femminismo performativo e all’attivismo online, è stata recentemente inserita nell’ICD-11 dell’OMS.
- Disturbo da Dipendenza da Internet (IAD): Non è una malattia fisica, ma piuttosto un disturbo comportamentale. Colpisce sempre più persone, soprattutto giovani, a causa dell’uso eccessivo di Internet. L’IAD può portare a problemi di salute mentale e fisica.
Complessità e interrogativi:
Queste malattie nascono come “content” online, con un nome e una narrativa che si diffondono rapidamente. Le community online offrono conforto e supporto, ma possono anche alimentare la paranoia e l’isolamento. Il ruolo di Internet: amplifica la sofferenza? Crea nuove forme di isteria collettiva. Il rapporto controverso con la medicina: i pazienti accusano i medici di non credere al loro dolore, mentre la scienza cerca di trovare spiegazioni razionali.
Un invito alla riflessione:
- Come possiamo distinguere tra malattia reale e “performance” online?
- Qual è la responsabilità delle piattaforme social nel diffondere informazioni non verificate?
- Come possiamo supportare la ricerca scientifica su queste nuove sfide?
Un articolo stimolante che apre nuovi spunti di riflessione sul rapporto tra salute, tecnologia e società.
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