Siamo nel 1943. Gli alleati sono determinati a spezzare la morsa di Hitler sull’Europa occupata, il loro piano è un assalto totale in Sicilia ma si trovano ad affrontare un grande dilemma – come fare per proteggere una massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro. Il compito ricade su due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) che danno vita alla più geniale e improbabile strategia di disinformazione della guerra – incentrata sul più improbabile degli agenti segreti: un uomo morto. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è la straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il corso della guerra – correndo rischi enormi, sfidando ogni logica e mettendo a dura prova il coraggio dei suoi ideatori.
L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, il nuovo ed entusiasmante film del celebre regista John Madden, racconta una storia reale che sembra molto più bizzarra di una storia inventata. Questo evento di vita vissuta, si è dimostrato un punto di svolta vitale della Seconda Guerra Mondiale. Non sbagliamo a dire che ha modificato fondamentalmente il futuro dell’Europa.
Mentre gli Alleati si preparavano ad invadere l’Europa nel 1943, dovevano anche pensare a come evitare il massacro delle loro truppe da parte delle armate Tedesche, che sapevano essere presenti in massa nell’Italia meridionale. Fu così che venne ordito un piano geniale per beffare i Nazisti, facendogli credere che lo sbarco sarebbe avvenuto in Grecia invece che in Sicilia. Fu adottato un raggiro che sfida la convinzione e che adesso è diventato un film coinvolgente, scritto da Michelle Ashford e con protagonisti Colin Firth, Matthew Macfadyen, Kelly Macdonald, Penelope Wilton e Johnny Flynn. Per dirla con le parole azzeccate di Ashford, “la storia è l’assoluta protagonista di questo film!”
Ben Macintyre, scrittore del bestseller omonimo da cui è stato tratto il film, spiega perché questo episodio assai poco credibile ha rappresentato un momento cruciale del conflitto mondiale.
“Operation Mincemeat (Operazione Carne Macinata) (titolo originale n.d.t.) fu probabilmente la più riuscita operazione militare d’inganno mai ideata prima. Ciò che gli ingannatori dovettero fare, era provare a convincere i tedeschi che il nero era bianco e il bianco era nero. E lo fecero in questa straordinaria maniera. A vederla ora, sembra quasi un’operazione uscita da un romanzo, che è esattamente ciò che la ispirò”.
Ashford enfatizza come il fatto sia stato il vero punto di svolta nel progresso della guerra.
“Ma è assolutamente vero che Operation Mincemeat ha cambiato il corso della guerra. Se gli alleati non fossero stati in grado di irrompere in Europa, sarebbero stati distrutti. A quell’epoca, l’Europa era pesantemente difesa dai tedeschi. Se i britannici non avessero avuto successo con la Operation Mincemeat, ci sarebbe stato un terrificante bagno di sangue. Senza quella brillante orchestrazione, non avrebbero mai vinto quella guerra “.
Macintyre arricchisce il racconto dei dettagli dell’evidentemente strampalato schema dei britannici, che nel 1943 raggirarono i nazisti, cambiando il corso della Seconda Guerra Mondiale.
“I britannici decisero che l’inganno dovesse avere per protagonista il corpo di un morto, dandogli una falsa identità che lo rendesse una persona completamente diversa. Lo vestirono con un’uniforme militare facendolo sembrare un corriere morto durante un incidente aereo, in volo sul Mare Mediterraneo”.
Gli ideatori britannici miravano a fare galleggiare il corpo al largo delle coste della neutrale Spagna, sicuri che le spie naziste lo avrebbero raccolto in quelle acque. Quegli stessi agenti avrebbero poi riportato le false informazioni raccolte assieme al corpo, direttamente ad Adolf Hitler a Berlino. Macintyre continua,
“Fondamentalmente, i britannici unirono al corpo una valigetta diplomatica contenente documenti falsi, in cui era indicato che l’enorme armata degli Alleati stava per invadere l’Europa, ad iniziare dalla Grecia e non dalla Sicilia. Un tentativo di mettere i nazisti su una strada sbagliata “.
Le origini fittizie della trama, denominata in codice Operation Mincemeat, sono molto forti. Essa fu concepita nientemeno che da Ian Fleming (interpretato nel film da Johnny Flynn), il quale poi divenne il celebre scrittore dei fortunati romanzi di James Bond. Macintyre continua dicendo che, “La trama ebbe origine davvero da una finzione scenica. In origine venne ideata in un romanzo di Basil Thompson. Nessuno legge più Thompson ormai. Ma a Ian Fleming piaceva. Era l’assistente dell’Ammiraglio Godfrey, capo della Naval Intelligence durante la guerra e che in seguito divenne modello di M nelle storie di James Bond. Fleming propose l’idea del romanzo di Thompson a Godfrey. Ecco come quest’idea ebbe inizio interamente da una finzione. Fu presa in prestito da un romanzo”.
Ad ogni modo, vista la sua natura fantastica, Operation Mincemeat fu estremamente difficile da organizzare. Riuniti in uno squallido sotterraneo di Londra centro, il top secret Comitato dei Venti della Naval Intelligence, presieduto da Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) si trovò ad affrontare sfide insormontabili, “Fu estremamente arduo perché, lo crediate o no, in tempo di guerra era veramente molto difficile procurarsi il corpo di un uomo morto. La gente moriva ogni minuto. Ma bisognava trovare una persona che sembrasse affogata in mare e che fosse morta in un incidente aereo.
“Il fulcro della storia era trovare un corpo, per poi dedicarsi al complicato sistema di inventare un personaggio completamente diverso, una persona nuova e mai esistita. E così, il problema venne affrontato come se si stesse scrivendo un romanzo. E questo è l’arco di volta della storia: come si crea qualcuno che non è mai esistito?”
Ma è l’incredibilità della Operation Mincemeat che rende questa storia affascinante. Il regista John Madden spiega cosa lo ha attratto verso questo racconto. “Questa è una storia veramente pazzesca, precaria quanto improbabile e fuori di testa in tutti i sensi. Per me regista, trovo tutto questo irresistibile.
“La posta in gioco era così alta che se la Operation Mincemeat fosse fallita, si sarebbe creata una catastrofe che sarebbe rimasta impressa nella mente di tutti per sempre, allo stesso modo del D Day o della Battaglia di Britannia o altri famosi eventi di guerra. E l’idea di una trama così fragile, altamente non plausibile e molto, molto difficile da attuare con un così basso livello di probabilità, è dove la potenza della storia deriva”.
L’apparente impossibilità del successo della Operation Mincemeat rende il film specialmente avvincente. Kelly Macdonald, interprete di Jean Leslie, una figura indispensabile nell’ideazione del piano, dice che,
“Lo spettatore sarà veramente interessato nel vedere l’elemento umano presente nella storia. Se pensiamo alla Seconda Guerra Mondiale, ci figuriamo il soldato sul campo di battaglia. Quindi è veramente utile per riportare la concentrazione su queste persone in uno scantinato nel centro di Londra, che tirano fuori idee ridicole su come ingannare i tedeschi. Sembra incredibile che tutto ciò fosse vero e che funzionò “.
Guardando L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, proviamo anche una vera emozione nell’essere testimoni del genio puro delle persone che si presero gioco dei tedeschi, in un momento cruciale della guerra. Johnny Flynn amplifica questa idea. “Ci volle la brillantezza di questi cervelli che erano il cuore di quel momento della guerra, per pensare a tutto quanto.
“Si assicurarono di non lasciare nulla di intentato, per eseguire questo piano e immaginare cosa pensasse l’opposizione, per indebolire ed ingannare il nemico. Questo mi fa venire la pelle d’oca e mi emoziona tantissimo, perché quelle persone si sono prese un bel rischio per la nostra salvezza. In questo momento della storia, stiamo ancora vivendo i vantaggi di ciò che fecero loro a quell’epoca “.
Il pubblico sarà stupito dall’ingegnosa natura dei protagonisti de L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat. La figura di Montagu è un esempio tipico. Colin Firth commenta,
“Ewen Montagu era un brillante avvocato che usava le sue capacità per anticipare il pensiero degli altri. Non ha preso parte a quelle strategie solo per il gusto di farlo; riusciva ad entrare nella testa del suo sfidante, e lo faceva con una visione incredibile. Era chiaramente un’abilità che sfoggiava nei tribunali. Ma si rivelò inestimabile in questo caso perché riusciva costantemente a mettersi nei panni della persona dall’altra parte della barricata”.
L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è anche una storia di grandi speranze. Regala un messaggio edificante sui benefici del lavoro di squadra. Che sarà particolarmente apprezzato nei tempi bui che stiamo vivendo oggi. Katherine Bridle, Responsabile dello Sviluppo Progetti della See-Saw Films, che ha contribuito a trasformare L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat in un film, osserva,
“Questa è una storia molto inusuale. Le sue premesse sembrano folli, ma tutto è reale. È una di quelle storie che ci piacerebbe raccontare agli amici. Quando ne parli alle persone, loro rispondono, ‘Non ci credo… Contiene elementi della Seconda Guerra Mondiale che normalmente non vediamo film. Serve una grande gioia nello sforzo umano. È una storia su un gruppo di persone ai margini, che si riunisce per realizzare qualcosa di importante, non per vincere medaglie o il prestigio, quanto per uno scopo più alto. L’idea di unirsi per il bene comune è veramente importante. È una storia bellissima che ti fa sentire bene”.
In aggiunta alla ricchezza del racconto, troviamo il triangolo amoroso che cresce tra Jean, Montagu e Cholmondeley. Firth ci racconta.
“Nasce un grande affetto tra questi due uomini. Però sono entrambi innamorati di Jean. Jean vuole bene a tutti e due, perciò ha inizio una serie di baruffe ed emozioni irrisolte ed inespresse, amplificate dall’alta posta in gioco dell’operazione a cui stanno lavorando, in un ambiente angusto, piccolo e quasi monastico. Si ritrovano a stretto contatto per una causa comune”.
Altro aspetto affascinante di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è il modo con cui usa l’idea di racconto. Molti dei personaggi che lavorano al Comitato dei Venti, sono impegnati a scrivere romanzi nel tempo libero. Il produttore Iain Canning rimarca,
“L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è una celebrazione della narrazione. Il meraviglioso adattamento di Michelle Ashford del libro di Ben MacIntyre è stato fondamentale. Il film, attraverso i suoi personaggi, le loro performance e la materia del soggetto, celebra quello che può essere acquisito raccontando la storia più avvincente di tutte”.
Madden conferma il significato di narrazione in L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat – sia per i personaggi che per lui stesso.
“Ad un livello fondamentale, è un vero e proprio film sul racconto. L’intera comunità con cui il film si confronta, è costellata di scrittori. Tutti scrivono, incluso uno che conosciamo benissimo. Ian Fleming è proprio al centro della storia…. Le persone impegnate a sfornare queste idee, sono essenzialmente scrittori. Alcuni di loro sono romanzieri già pubblicati, che scrivono storie di criminali che si prendono gioco della polizia o che non lasciano tracce dietro di loro. Perciò l’idea della svolta, l’inaspettato, tutto quel tipo di cose sono materiale naturale per loro. Raccontare una storia a cui credere, è fondamentalmente il mio lavoro. Ed è esattamente quello che fanno loro “.
Il produttore Emile Sherman reitera il ruolo decisivo di Fleming nel racconto.
“Ian Fleming è al centro dell’intera storia di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat. Lui è il nostro narratore, ma nella vita reale è anche la persona che ha scritto l’originale Trout Memo. Nel memo viene descritta l’idea di ingannare Hitler per mezzo di un uomo morto con addosso dei documenti, idea raccolta e messa in atto dai personaggi della nostra storia. Vedere un pre-Bond di Ian Fleming è incredibilmente divertente, che vive la sua vita ed è parte di un complotto di guerra con tutto il peso di ciò che stava per diventare”.
Un altro elemento di rilievo in L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è il fatto che differisce da altri e più convenzionali film di guerra. Il produttore Kris Thykier, che collabora per la terza volta con Madden con questo film, ammette che,
“Pensavo si trattasse di un film sulla Seconda Guerra Mondiale, ed ero preoccupato dal fatto che fosse uguale a tanti altri che lo hanno preceduto. Però poi, leggendo la sceneggiatura di Michelle e comprendendo ciò che ci aveva visto John, mi è apparso sorprendente, dinamico e stranamente molto moderno. Era un modo diverso di approcciarsi ad un film di guerra, e io l’ho trovato molto emozionante”.
L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è anche un tipo di film di guerra molto originale, concentrato non sugli eroi in prima linea ma su figure nell’ombra. Secondo Ashford,
“È una storia sulla nobiltà degli eroi anonimi. Persone che fantasticavano di essere guerrieri al fronte, capirono che il loro posto era dietro le quinte e che potevano svolgere il loro dovere in maniera diversa. Le persone dovrebbero domandarsi, ‘Cosa posso fare per salvare il mondo?’ Questo è ciò che quelle persone hanno fatto… Dissero, ‘Non ho bisogno di finire in prima pagina. Posso tranquillamente fare il mio dovere dietro le quinte’. Questo è più gratificante di quelli che cercano di finire in prima pagina. Ora viviamo in un mondo ossessionato dalla celebrità, ma la cosa straordinaria della storia è il concetto di elogiare quelli che lavorano dietro le quinte. Si parla di quelli che non cercano la Gloria, ma che fanno sì che le cose accadano. Questo è importante che si sappia”.
La forza di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, risiede anche nel fatto che è completamente basato su fatti reali, un aspetto che Macintyre è felice di evidenziare.
“Prima che il MI5 iniziasse a declassificare i suoi file, era impossibile raccontare storie vere su soggetti che erano stati così pesantemente mistificati e romanzati. Così ho iniziato a curiosare tra i file del MI5, che ho scoperto essere la più straordinaria e dettagliata cornucopia di dati, scritti da e per persone che non si sarebbero mai aspettate che uscissero allo scoperto e renderli pubblici… Il loro intento era di mantenerli segreti per sempre. Ecco perché sono veri a differenza di molti altri documenti. La maggior parte delle persone che conoscono questo materiale, un giorno proveranno a gettarvi sopra un’ombra. Cercano lievemente di coprirli o rendere loro stessi migliori di altri, oppure di rendere peggiori gli altri. Non in questi file. Questi sono assolutamente racconti genuini di ciò che è successo”.
Il film si distingue anche perché comprende momenti di grande umorismo, ma anche di grande serietà. Madden dice che,
“Sono veramente attratto da film che hanno varietà di tono nella sceneggiatura, che hanno diversi modi di comunicare attraverso umori differenti. Perciò L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat diventa improvvisamente assurdo e divertente in momenti inaspettati, per poi deviare e diventare qualcos’altro. Come regista, ho trovato che navigare in mezzo a quei documenti sia stato emozionante, e ho messo mano su tanto materiale”.
L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat ha un impatto emotivo enorme, che non sarebbe stato possibile ottenere, naturalmente, senza l’aiuto di un cast stellare. Thykier afferma che,
“Siamo molto, molto fieri del nostro cast. Naturalmente, abbiamo la formidabile guida di Colin, Kelly, Matthew e Penelope, ma generalmente riteniamo sia una grande raccolta di attori. Non c’è una singola parte che non abbia la sua importanza. Devo dare atto a John per la sua abilità nel trovare l’attore giusto per le varie parti, ma anche per averli convinti a fare parte del progetto. Lui è un regista degli attori. Gli attori vogliono veramente lavorare con lui. Quindi tutto il cast è fenomenale”.
Firth è sicuramente l’attore ideale per impersonare Montagu. Canning che, assieme al suo socio della See-Saw Films Emile Sherman, produsse nel 2010 Il discorso del Re, grazie al quale Firth vinse l’Oscar® come Migliore Attore, asserisce che,
“Volevamo a tutti i costi tornare a lavorare con Colin. Aveva dato una grande prova attoriale in Il discorso del Re. Aver prodotto quel film e poi visto il responso del pubblico, è stato l’apice della mia carriera… Con Ewen Montagu, Colin ha impersonato quest’uomo incredibile che fece qualcosa di veramente straordinario, qualcosa di molto azzardato per l’epoca, e ha sentito di doverne fare parte. Penso che ciò che lo ha convinto, sia stato proprio quel sentimento di audacia insito in Montagu. Inoltre, era amico di John, visto che avevano già lavorato assieme in Shakespeare in Love. Tutte queste combinazioni messe insieme lo fanno apparire come magia”.
Tutti gli attori si sono stupiti di Firth. Per Matthew Macfadyen, recitare accanto a lui è stato come realizzare il sogno di una vita.
“Quando lavori con attori meravigliosi come Colin, diventa tutto più facile. Diventa un piacere. Quando ero adolescente, ho visto un suo film della fine degli anni ‘80, sulla guerra delle Falklands. Si chiamava Tumbledown ed era diretto da Richard Eyre… L’ho visto e rivisto più volte. Ho anche visto più volte un altro suo film chiamato, A Month in the Country. Questi sono i film che guardavo mentre ero ancora indeciso se provare a fare la scuola drammatica e diventare un attore professionista. Perciò, lavorare con lui adesso, 25 anni dopo, è veramente stupendo”.
Kelly Macdonald brilla nel ruolo di Jean. Jason Isaacs soppesa le sue qualità di attrice.
“Il film è popolato di maschi alfa, rumorosi, eloquenti e autoritari, ma Kelly è la più forte di tutti loro, con la sua voce calma, la quieta energia e la sua umanità. È un’attrice brillante e comica. Lei stessa si è inventata il personaggio di Jean, che per molti versi è il cuore dell’intera operazione. Stanno cercando di creare una persona falsa con una vita falsa, e lei capisce le persone forse meglio di chiunque altro”.
Anche Macfadyen ha interpretato Cholmondeley fornendo un’ottima prova. Madden tesse le sue lodi.
“Avere Matthew nel ruolo di Cholmondeley è stato un vero colpo di fortuna, non potevamo scegliere un attore migliore. Matthew è perfetto sotto tutti i punti di vista. Ha un carattere divertente. Ha talento e un incredibile tocco di leggerezza. Tiene occupati questi strani e bizzarri tributari. E sebbene abbia la stazza del capo, spesso è più contento quando si trova ai margini, interpretando personaggi alquanto non convenzionali”.
Il regista è anche entusiasta della performance di Penelope Wilton.
“Hester Leggett è l’organizzatrice e la coscienza emotiva del film, ed è interpretata brillantemente da Penelope Wilton, con la quale ovviamente avevo già lavorato in passato. Credo sia meraviglioso trovare una donna, in una storia come questa, che non viene definita da una relazione amorosa con un uomo, quanto dal lavoro e dall’amicizia… Hester non doveva necessariamente avere l’età di Penelope, ma l’ho scelta deliberatamente perché possiede un tipo di prospettiva che aleggia su tutti gli altri personaggi. Ci accorgiamo, man mano che il film va avanti, che gioca un ruolo centrale osservando quello che succede emotivamente, oltre a presidiare l’organizzazione”.
I personaggi di Jean e Hester permeano L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat una piacevole prospettiva femminile. Secondo Isaacs,
“Abbiamo girato diverse scene, cercando di ricreare la stanza della Guerra per capire come avrebbe dovuto essere in realtà. E la verità è che, spesso si trattava di un gruppo di uomini bianchi seduti intorno a un tavolo. Quella era la struttura della società; era un ambiente di maschi bianchi. Però io credo che probabilmente le donne abbiano avuto la loro influenza, e la bellezza della sceneggiatura è il fatto che ci siamo riappropriati di parti della storia e fatto luce su delle donne che esponevano le proprie idee. Perciò è bello che sia Jean che Hester abbiano preso il centro del palco”.
Il film è ben riuscito anche grazie alla sua meravigliosa attenzione ai dettagli. Il fatto che L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat sia una convincente evocazione della Londra del 1943, è dovuta anche al grande talento dello scenografo, JP Kelly. Mette su carta la sua visione del film.
“Il Blitz era terminato alcuni anni prima. Quindi avevamo questo bellissimo set dove la gente si era appena acclimatata alla guerra – era semplicemente la vita che stavano vivendo. Convivevano con i blackout, non ci vedevano niente di strano. La normalità conviveva nell’anormalità, e questo mi è piaciuto molto”.
Durante le sue ricerche, Kelly ha scoperto numerosi dettagli affascinanti.
“Quando siamo andati a scavare, abbiamo scoperto che le persone a quel tempo vivevano per fare festa. Di notte c’erano party pazzeschi dietro le porte chiuse. Molto della storia è ambientato nel Gargoyle Club, progettato da Lutyens e arredato da Matisse. Quando entri nel club pensi, ‘Un momento, questa non è la solita guerra’. Il club è un fondale visivo molto interessante per la nostra storia di guerra… È stato bello vedere una Londra durante la guerra che non fosse l’East End con i palazzi anneriti e bombardati, in una città depressa e piatta. I londinesi si erano leccati le ferite ed erano sopravvissuti ad anni e anni di guerra. Il nostro obiettivo era di provare a fare qualcosa di diverso. Questa non era la Londra del Blitz. Volevamo evitare una Londra devastata con i sacchi di sabbia nelle strade”.
Per questo scopo, il Gargoyle Club si è rivelato cruciale per ricreare il glamour nascosto dell’epoca. Penelope Wilton dichiara che il film cattura veramente il senso di stile degli anni ‘40.
“C’è una scena all’inizio del film nel Gargoyle Club, che all’epoca era famoso. Tutti i figuranti vestiti meravigliosamente, sembrano assolutamente autentici. Danno un senso grandioso del periodo. Tutto questo fa da sfondo a quello che facciamo. Bisogna stare attenti ai dettagli del periodo, le luci, i costumi, il senso di quel tempo, così che tutti possano lavorare al loro meglio. Vogliamo portare le persone in quel mondo, decisamente oscuro all’epoca ma con un suo certo stile”.
Madden sottolinea l’importanza di ricreare le minuzie della missione segreta al centro del film.
“La parte iniziale del processo era sognare questa storia, questo mondo straordinario, che doveva essere specifico – fino alle ricevute degli anelli, le lettere d’amore e le lettere degli scoperti bancari tutte inserite nel portafoglio del cadavere. La squadra ha dovuto raccogliere tutte le cose conosciute collettivamente come spazzatura del portafoglio’. Sono quelle cose che tu e io abbiamo dimenticate nel borsellino – cose come la ricevuta della tintoria. Ma tutto contribuisce alla ricostruzione meticolosa di una persona reale”.
Ciò che rende il film straordinario, è il fatto che la post-produzione è dovuta sottostare alle severe restrizioni imposte durante la pandemia globale. Thykier svela come sia stato difficile. “Ha reso la post-produzione molto complicata. Sono sicuro che quest’esperienza sarà stata vissuta anche da altre persone, che hanno lavorato durante la pandemia.
“Ma questo ha portato fuori il meglio di tutti noi in modi diversi. Ognuno di noi ha dovuto alzare l’asticella e scoprire come finire questo film da remoto. Quale era il modo migliore per farlo? Come si monta un film con persone in diverse parti del paese? Sono molto orgoglioso del fatto che lo abbiamo fatto con un certo aplomb, e con molto humour nonostante a volte sia stato tutto incredibilmente frustrante. Chissà forse abbiamo raggiunto un risultato migliore. Penso che questo abbia significato guardare e riguardare il film, per poi scavare sotto la superficie e provare ad arrivare al nocciolo della storia”.
Al centro del successo del film, naturalmente, c’è l’eccezionale lavoro del regista. Iain Canning conclude spiegando cosa John Madden ha aggiunto al party.
“Quando ci fu presentato il progetto di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, una delle prime priorità fu quella di lavorare con John. Lo ammiro da sempre e mentre sviluppavo la mia carriera di produttore, ho sempre sperato che un giorno avrei lavorato con lui alla See-Saw.,, Lo spirito del set deriva essenzialmente dal regista, e John ha un modo personale e appassionato di dirigere che ispira tutti, sia qualcuno che viene per girare un giorno solo in un piccolo ruolo, fino agli attori protagonisti e alla troupe. John ispira fiducia. Sa come vuole raccontare le storie, conosce trucchi bellissimi per raccontarle, ma è anche molto emozionante da guardare e farne parte”.
Quindi, cosa sperano gli autori di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat che il pubblico porterà con sé? Macintyre ripete che questo è molto diverso dal solito dramma sulla Seconda Guerra Mondiale.
“Non è una storia sulla guerra con cui abbiamo familiarità. Questa è una storia sull’effetto dell’immaginazione. Si tratta dell’uso che si può fare con essa. Conosciamo tutti le storie della Seconda Guerra Mondiale, fatta di bombe, armi, proiettili, eserciti e tattiche e così via. Ma questa è una storia su cosa sia capace di fare l’immaginazione in tempo di guerra. Si tratta di come usare il pensiero laterale, l’inganno, il falso, la truffa, la contraffazione, pensare ad una tua propria storia, e questo è ciò che lo rende così affascinante”.
Thykier concorda.
“Sono molto orgoglioso di come il film sia andato a finire. La cosa che lo distingue dai film tradizionali del periodo è il fatto che diventa una corsa sin dal momento che ci sei dentro. Vieni portato continuamente dietro angoli e in viali diversi ed è costantemente emozionante, diverso e sorprendente”.
Johnny Flynn crede che L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat abbia un ampio richiamo.
“Penso che in questa storia ci sia qualcosa per ognuno. La maggior parte delle persone non ha mai sentito nulla a proposito della Operation Mincemeat – di sicuro io non la conoscevo prima di questo film – ed è affascinante. Oltre ad essere incredibile, divertente, brillantemente raccontata, emozionante, romantica, triste, tragica e perfino esilarante, è anche vera!”
Katherine Bridle pensa che L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat dimostri l’importanza del lavoro di squadra.
“Spesso vediamo eroi come individui, mentre i personaggi nel film sono un gruppo eroico. Sono eroi guidati da un profondo senso del dovere, per terminare il lavoro collaborando l’uno con l’altro”.
Bridle continua sostenendo che il film illustra anche come una storia possa essere emozionante.
“Tendiamo a pensare alla storia in bianco e nero, ma se si gratta la superficie di ogni episodio della storia, vediamo che è in pieno technicolor. La storia contiene umanità, amore, rabbia e passione. Ed è questo a renderla così coinvolgente”.
Michelle Ashford conclude esprimendo la sua speranza che il film possa aprire gli occhi dello spettatore.
“Un profondo rispetto per la difficoltà della missione e per il sacrificio delle persone, al fine di mantenere il mondo sicuro e libero. Spero che gli spettatori provino un senso di meraviglia, per tutte quelle persone che sono dalla parte giusta della storia, e che hanno lavorato duro per sconfiggere la tirannia”.
Esistono paralleli definiti con il mondo attuale. Ashford dice,
“Spero che la gente provi una profonda ammirazione per quelle persone che lo hanno reso possibile, e continuano a renderlo possibile combattendo dalla parte giusta della barricata. Spero che il pubblico resti sommessamente onorato dal loro esempio e venga ispirato a mantenere il nostro pianeta libero, giusto e scevro dall’oppressione della tirannia… Spero che questo film dica alla gente, ‘Sveglia! Non possiamo camminare nella nebbia o scivolare nel torpore. Queste forze si ripropongono, e noi dobbiamo farci trovare pronti e in guardia’. Nel film, ognuno fa la sua parte. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat ci ricorda che quando ci troviamo in tempi complicati e difficili, ognuno di noi deve fare la sua parte… Siamo tutti sulla stessa barca”.
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