Nel vasto panorama degli anime, Kingdoms of Ruin spicca per la sua intrigante fusione di magia e tecnologia, dando vita a una trama di vendetta e distruzione. Creata da Yoruhashi, la serie è stata pubblicata dal 2019 sulla rivista Monthly Comic Garden e ha visto il suo adattamento anime nell’ottobre del 2023. Nonostante non sia immune da critiche, l’anime ha acceso un ampio dibattito, invitando il pubblico a riflettere sul potere, sulla vendetta e sulla lotta tra uomini e streghe.
La storia è ambientata in un mondo dove magia e tecnologia convivono, ma l’umanità ha scelto di abbracciare quest’ultima. In questo contesto, le streghe, create dal Dio per guidare l’umanità, vengono emarginate e considerate una minaccia, dando origine a una brutale “caccia alle streghe” da parte dell’Impero Redia. Il protagonista, Adonis, è un giovane apprendista strega, fedele alla sua mentore, Chloe Morgan. Durante una fuga, Adonis e Chloe vengono catturati e portati nella capitale di Redia, Neo Nightmare, dove l’imperatore Goethe esegue una giustizia implacabile: Chloe viene uccisa con un colpo di pistola alla testa. Questo atto segna l’inizio della discesa di Adonis nell’oscurità, un viaggio segnato dal desiderio di sterminare l’intera razza umana per vendicare la sua amata maestra.
La sua furia vendicativa viene però messa in pausa da una prigionia di dieci anni in una cella antimagia. Quando finalmente viene liberato da una strega di nome Doroka, Adonis scatenando la sua furia, innesca una serie di eventi che metteranno a dura prova il destino dell’intero regno.
Kingdoms of Ruin ha suscitato opinioni contrastanti. Alcuni spettatori lo hanno definito “sopravvalutato”, criticando la superficialità con cui vengono trattati alcuni temi complessi. Altri, tuttavia, hanno apprezzato le dinamiche e la narrazione della serie. Dal punto di vista dell’animazione, l’anime ha ricevuto consensi per la qualità delle scene di combattimento e delle sequenze magiche. Nonostante ciò, alcuni fan hanno sottolineato come il sistema dei poteri, pur essendo ampio e versatile, non sia stato utilizzato in modo particolarmente innovativo, perdendo così un’opportunità unica in un contesto così ricco di potenziale.
A differenza di altri titoli che preferiscono un ritmo incessante, Kingdoms of Ruin si prende il suo tempo per sviluppare i personaggi e il mondo che li circonda, una scelta che ha diviso il pubblico. Se da una parte c’è chi apprezza la profondità e la crescita dei protagonisti, dall’altra c’è chi si aspettava più azione continua, soprattutto dato il dramma che apre la serie.
La figura di Adonis, protagonista della serie, è uno degli aspetti più dibattuti. Alcuni lo considerano uno dei personaggi più difficili da apprezzare nel panorama anime, trovandolo troppo concentrato sulla vendetta e privo di sfumature che lo rendano complesso. La sua discesa nel buio, alimentata dalla rabbia per la morte di Chloe, lo rende un eroe tormentato, ma allo stesso tempo difficile da comprendere e troppo unidimensionale per alcuni spettatori. Adonis potrebbe ricordare figure come Zeke Yeager di Attack on Titan, protagonisti di percorsi di vendetta, ma le sue motivazioni sono viste da alcuni come troppo semplicistiche. La sua uscita dalla prigionia, seguita da un’impetuosa furia che lo vede cavalcare una gigantesca mano, è un’immagine potente ma, per alcuni, anche difficile da prendere sul serio.
Nonostante queste critiche, l’anime riserva alcuni colpi di scena interessanti, soprattutto nel finale, che lascia aperti interrogativi sul futuro di Adonis e sul destino del regno. La serie, pur non essendo perfetta, mantiene alto l’interesse grazie ai suoi temi provocatori e ai personaggi complessi.
In definitiva, Kingdoms of Ruin non è un capolavoro, ma nemmeno un fallimento totale. La sua capacità di mescolare magia e tecnologia, esplorando temi di vendetta e giustizia, ha trovato un pubblico di nicchia. È un anime che merita di essere visto, se non altro per farsi un’idea del suo mondo e delle sue contraddizioni. Per chi cerca una storia con colpi di scena, potenza visiva e personaggi tormentati, Kingdoms of Ruin potrebbe essere un’opera da non sottovalutare, nonostante le sue imperfezioni.
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