Il 24 aprile 2025, nelle sale cinematografiche italiane arriva “L’Amore in Teoria”, un film che si propone di esplorare l’evoluzione del concetto di amore attraverso lo sguardo di una generazione che, pur avendo avuto a che fare con innumerevoli teorie e definizioni, si trova inevitabilmente a fare i conti con il caos dei sentimenti reali. Il regista Luca Lucini, noto per aver diretto il cult “Tre metri sopra il cielo”, ci regala un altro affresco romantico, stavolta ambientato nel cuore pulsante di Milano, città che diventa quasi un personaggio a sé stante, uno scenario che fa da sfondo all’odissea emotiva del protagonista, Leone.
Leone, interpretato da un Nicolas Maupas convincente e sensibile, è il classico ragazzo “perfetto”, che incarna tutti i tratti di un giovane che sembra uscire da un manuale di filosofia: rispettoso, educato, sempre il primo della classe, un modello di virtù. Ma, come ci insegnano le storie d’amore più autentiche, la perfezione non è mai la chiave per comprendere l’amore vero. L’amore, quello che scoppia nei cuori e che non si può controllare, è tutto tranne che teorico. Nel film, Leone si trova ad affrontare un primo, doloroso confronto con il mondo dei sentimenti quando si invischia in una relazione con Carola, interpretata da Caterina De Angelis. Carola è una giovane donna che, pur apparentemente affezionata a Leone, lo usa come una copertura per continuare a vedere Manuel, un ragazzo che ben presto diventerà la causa di una tragica ingiustizia. A causa di un errore che lo coinvolge, Leone si ritroverà inaspettatamente ai servizi sociali, uno sviluppo che lo scuote profondamente, ma che, al contempo, gli permette di scoprire un amore che non aveva mai immaginato: Flor, interpretata da Martina Gatti.
Flor è l’opposto di Carola. È un’attivista ambientale forte e libera, capace di scuotere le certezze di Leone e di rivelargli un aspetto dell’amore che va oltre la teoria, un amore che coinvolge l’anima e che non ha nulla a che fare con i modelli preconfezionati. Con Flor, Leone esplora un nuovo modo di vivere i sentimenti, un amore che finalmente lo porta fuori dai libri e dalle teorie filosofiche. Tuttavia, come spesso accade nella vita, quando sembra aver superato definitivamente Carola, quest’ultima ritorna, sconvolgendo di nuovo le certezze di Leone e costringendolo a un’altra riflessione profonda.
Un elemento particolarmente interessante del film è la figura di Meda, un senzatetto interpretato da Francesco Salvi, che diventa il mentore di Leone. Meda, con la sua saggezza di vita e il suo approccio disincantato all’esistenza, introduce Leone alla filosofia dell’amore, non quella dei libri, ma quella vissuta, quella che può essere afferrata solo nella complessità dei sentimenti e delle esperienze quotidiane. La sua è una lezione di vita che si allontana dalla teoria per arrivare al cuore, un cuore che spesso sfugge a qualsiasi definizione razionale.
La sceneggiatura, scritta dalle giovani autrici Amina Grenci e Teresa Fraioli, ci offre una riflessione profonda sull’amore attraverso gli occhi di una generazione che, pur essendo cresciuta con i grandi pensatori e le teorie romantiche, è costretta a fare i conti con una realtà in cui i sentimenti sono imprevedibili e caotici. La pellicola si avvale di una regia curata da Lucini, che con uno stile visivo elegante e intimo sa dosare i momenti di riflessione filosofica con quelli più emotivamente coinvolgenti.
Un’altra nota distintiva di “L’Amore in Teoria” è la colonna sonora, che gioca un ruolo fondamentale nel trasmettere le emozioni e i toni del film. Le canzoni di Tananai, in particolare “Alibi”, brano inedito che accompagna il trailer, e “Booster”, estratto dall’album “Calmocobra”, conferiscono al film una componente musicale che sottolinea la modernità della storia e ne amplifica la dimensione emotiva. La musica, come l’amore, è qualcosa di intangibile ma potente, in grado di toccare le corde più profonde dell’animo.
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