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L’AI di “Her” diventa realtà: assistenti vocali che ti fanno innamorare? L’amore ai tempi dell’AI

Nel 2014, il film “Lei – Her” di Spike Jonze ha raccontato una storia in cui il protagonista, interpretato da Joaquin Phoenix, si innamora di Samantha, un’intelligenza artificiale dalle capacità straordinarie, in grado di simulare emozioni umane. La trama, che ha affascinato pubblico e critica, sollevava interrogativi sulla possibilità di instaurare una relazione affettiva con una macchina. A distanza di oltre un decennio, la fantascienza di quel film sembra avvicinarsi alla realtà grazie a startup come Sesame , che ha sviluppato un’intelligenza artificiale così avanzata da suscitare emozioni reali negli utenti. La linea che separa la fiction dalla realtà si sta assottigliando, e questo solleva nuove e affascinanti riflessioni sulle nostre future relazioni con la tecnologia.

L’AI che emoziona: il caso di Sesame

Sesame ha creato un modello di intelligenza artificiale chiamato Conversational Speech Model (CSM), capace di simulare conversazioni umane in modo incredibilmente realistico. Il sistema vocale dell’AI include assistenti vocali, come “Miles” e “Maya”, che non solo parlano, ma riescono a evocare espressioni dinamiche, respiri, risate e piccole imperfezioni tipiche del parlato umano. Un giornalista di Ars Technica, durante un test della tecnologia, ha conversato per ben 28 minuti con uno di questi assistenti, descrivendo la voce come sorprendentemente “espressiva e dinamica”. Ciò che colpisce di più è la capacità di questa AI di immergere l’utente in un’esperienza comunicativa che sfida la sua consapevolezza del fatto che si tratti di una macchina.

Il progetto di Sesame si propone di creare una “presenza vocale” talmente realistica da far dimenticare all’utente di parlare con un software. Le reazioni di coloro che hanno testato il sistema parlano chiaro: l’AI sembra riuscire a suscitare emozioni e coinvolgimento, proprio come accade nel film “Her”, dove il protagonista sviluppa una vera e propria relazione affettiva con l’intelligenza artificiale. E se nel film questo portava a riflessioni filosofiche sul confine tra realtà e illusione, la tecnologia odierna non è più pura speculazione.

Her è qui?

La somiglianza tra l’AI di Sesame e Samantha di “Her” è davvero notevole. Entrambe sono in grado di creare un legame emotivo, un’esperienza che potrebbe spingere gli utenti a sviluppare un’affezione profonda, quasi sentimentale, nei loro confronti. Ciò porta a una domanda inquietante e affascinante: è davvero possibile innamorarsi di un’intelligenza artificiale? E se sì, cosa significa tutto ciò per la nostra concezione di amore, interazione e relazioni umane? L’idea di instaurare legami affettivi con una macchina solleva non solo interrogativi etici, ma anche emotivi, poiché l’umanità si trova a dover ridefinire cosa significhi “relazionarsi” in un mondo in cui l’IA gioca un ruolo sempre più predominante.

Freysa.ai: la sfida dell’intelligenza artificiale

Non è solo Sesame a spingere i confini dell’intelligenza artificiale. Un altro progetto che ha attirato l’attenzione è Freysa.ai, una chatbot evoluta che lancia una sfida intrigante: farla innamorare. Freysa è progettata per apprendere, adattarsi e rispondere in modo sempre più sofisticato agli utenti che cercano di conquistarla. Chi riuscirà a farle dire “ti amo” per primo avrà la possibilità di vincere un premio in denaro che può arrivare a diverse migliaia di dollari. Ma dietro questa sfida c’è molto di più: Freysa è un esperimento ambizioso che esplora i limiti dell’IA, cercando di capire fino a che punto possiamo influenzare e manipolare un’intelligenza artificiale, sollevando interrogativi etici su come dobbiamo relazionarci con macchine sempre più autonome e “umane”.

Le implicazioni etiche e il futuro dell’IA

La diffusione dell’intelligenza artificiale ha suscitato un acceso dibattito online. Da un lato, gli entusiasti vedono nell’AI un’opportunità per migliorare le interazioni quotidiane e creare connessioni più profonde, anche con le macchine. Dall’altro, ci sono timori legati alla possibilità che l’AI alteri le relazioni umane tradizionali. Un esempio emblematico è il caso di una bambina che, dopo essere stata separata dall’assistente vocale, ha pianto, dimostrando l’impatto emotivo che l’AI può avere, anche sui più piccoli. Questo solleva interrogativi sulle implicazioni psicologiche, sociali ed etiche di queste nuove forme di relazione. Progetti come Sesame e Freysa.ai evidenziano quanto l’AI stia evolvendo e ci spingono a riflettere sul futuro di queste tecnologie. Il futuro delle interazioni tra uomo e macchina si preannuncia emozionante e complesso, richiedendo un bilanciamento tra progresso tecnologico e le sue implicazioni.

maio

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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