La scienza cinese ha fatto un passo avanti nella creazione di animali chimerici, ovvero organismi formati da cellule provenienti da due o più individui diversi. Gli scienziati cinesi hanno infatti generato in laboratorio un macaco con caratteristiche insolite, come le dita che brillano al buio e gli occhi luminosi. Una creatura meravigliosa, che non dovrebbe esistere e che purtroppo ha lasciato questa terra in pochissimi giorni.
Questo risultato è stato ottenuto da un team di scienziati del CAS Key Laboratory of Primate Neurobiology, in collaborazione con il Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health, grazie a un complesso esperimento di genetica- Per creare questa creatura, gli scienziati hanno utilizzato una tecnica chiamata “aggregazione di blastomeri”, che consiste nell’unire cellule provenienti da due embrioni diversi della stessa specie. In questo caso, la specie scelta è stata il Macaca fascicularis, una scimmia originaria del Sud-Est asiatico, molto usata nella ricerca biomedica. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell.
Gli embrioni ottenuti sono stati poi trasferiti nelle uterine di alcune femmine di macaco, che hanno portato avanti la gravidanza. Su 12 gravidanze raggiunte, solo 6 hanno dato vita a scimmiette vive. Tra queste, una sola è stata confermata come chimera, cioè formata da cellule provenienti da entrambi gli embrioni originali.
Per verificare il grado di chimerismo, ovvero la percentuale di cellule di origine diversa, gli scienziati hanno usato una metodologia inedita: hanno inserito nelle cellule di uno degli embrioni un gene che codifica per una proteina verde fluorescente, che fa brillare le cellule sotto una luce speciale. In questo modo, hanno potuto distinguere le cellule provenienti da un embrione da quelle provenienti dall’altro.Analizzando i tessuti della scimmia chimera, hanno scoperto che le cellule staminali, ovvero quelle capaci di dare origine a tutti i tipi di cellule del corpo, hanno contribuito in media al 67% dei tessuti. Questo significa che la scimmia chimera è stata formata in gran parte da cellule staminali, che hanno dimostrato una notevole capacità di integrarsi e differenziarsi.
La scimmia chimera non ha avuto una vita lunga e felice.
È morta dopo soli 10 giorni dalla nascita, in seguito a complicazioni respiratorie. La sua esistenza si è svolta interamente in laboratorio, dove gli scienziati hanno continuato a monitorarla e a prelevarle campioni per le analisi. Inoltre, altri animali, tra cui macachi e ratti, sono stati usati e sacrificati per condurre questo esperimento.
Gli scienziati che hanno realizzato questo studio hanno sottolineato le potenziali applicazioni e i benefici della loro ricerca. Secondo loro, questo studio apre nuove prospettive per lo studio della pluripotenza delle cellule staminali nei primati, inclusi gli esseri umani, e per lo sviluppo di modelli animali più adatti per la ricerca sulle malattie umane, come quelle neurologiche. Inoltre, potrebbe offrire nuove possibilità per la conservazione delle specie minacciate di estinzione, attraverso la creazione di animali chimerici.
D’altro canto, questi risultati pongono anche seri problemi etici e morali sulla sperimentazione animale.
Questo esperimento ci fa riflettere sulle condizioni di vita e di morte degli animali da laboratorio, che vengono usati come oggetti di studio e manipolati geneticamente. Ci fa anche domandare quali siano i limiti e i criteri che dovrebbero guidare la ricerca scientifica, soprattutto quando coinvolge esseri viventi e la loro identità. Si tratta di un tema che richiede una profonda attenzione e un ampio dibattito.
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