Mel Gibson torna sotto i riflettori con una notizia che ha mandato in fibrillazione i fan del cinema e del suo stile inconfondibile: è ufficiale, il sequel de La Passione di Cristo si farà. Il regista australiano ha confermato durante una recente intervista al celebre podcast di Joe Rogan che le riprese de La Resurrezione di Cristo inizieranno nel 2026. Questo annuncio segna il ritorno di uno dei progetti più attesi e controversi nella storia del cinema.
Quando La Passione di Cristo uscì nel 2004, fu un vero terremoto culturale. Con i suoi dialoghi in aramaico, latino ed ebraico, il film raccontava gli ultimi giorni della vita di Gesù di Nazareth fino alla sua crocifissione. Nonostante le polemiche per l’intenso uso della violenza e le accuse di antisemitismo, la pellicola divenne un fenomeno globale, incassando oltre 600 milioni di dollari e guadagnandosi un posto di rilievo nella cinematografia religiosa. Ora, a oltre vent’anni di distanza, Mel Gibson si prepara a raccontare il capitolo successivo di questa storia epica, con un progetto che si preannuncia ancora più ambizioso.
Durante l’intervista, Gibson ha svelato alcuni dettagli che lasciano intravedere un film di portata straordinaria. “La sceneggiatura è un viaggio allucinante,” ha dichiarato il regista, sottolineando che la narrazione esplorerà temi complessi e profondamente spirituali. Tra le anticipazioni più affascinanti, il film inizierà con la caduta degli angeli e guiderà il pubblico attraverso gli inferi, fino alla resurrezione di Cristo e alla morte dell’ultimo apostolo. “Devi conoscere l’origine del male per raccontare questa storia,” ha spiegato Gibson, promettendo una rappresentazione innovativa e quasi magica di questi eventi.
La visione del regista non si limita alla narrazione: è anche un’opera tecnica e artistica. Jim Caviezel, che nel 2004 aveva interpretato Gesù, tornerà a vestire i panni del Salvatore, ma potrebbe aver bisogno di un supporto in CGI per essere ringiovanito, vista la distanza temporale tra i due film. Questa scelta riflette il desiderio di mantenere una coerenza visiva con il primo capitolo, ambientato nell’arco di soli tre giorni.
Una novità significativa riguarda la lingua del film: mentre La Passione di Cristo era interamente girato in lingue antiche, il sequel sarà principalmente in inglese. Secondo Gibson, questa scelta è pensata per rendere i complessi concetti teologici più accessibili a un pubblico globale. “Far parlare gli attori in un’altra lingua potrebbe essere un passo troppo avanti per questa storia,” ha commentato.
Il percorso verso la realizzazione di La Resurrezione di Cristo non è stato privo di ostacoli. Gibson sta collaborando con suo fratello Donal e con Randall Wallace, lo sceneggiatore di Braveheart, per definire la sceneggiatura definitiva. “Stiamo valutando diverse bozze, ognuna con un approccio unico alla storia,” ha spiegato il regista, evidenziando la sua volontà di realizzare un film che sia all’altezza delle aspettative epiche e spirituali che lo circondano.
Mel Gibson ha concluso l’intervista con una riflessione personale sulla resurrezione, un evento centrale nella fede cristiana ma difficile da rappresentare al cinema. “Chi si rialza tre giorni dopo essere stato ucciso? Buddha non lo ha mai fatto,” ha affermato, aggiungendo che la forza della fede degli apostoli, disposti a morire piuttosto che rinnegare la propria convinzione, è un tema che vuole esplorare a fondo.
Con La Resurrezione di Cristo, Mel Gibson punta a superare se stesso, offrendo al pubblico una combinazione unica di spettacolarità visiva, profondità teologica e innovazione cinematografica. Mentre l’attesa cresce, è chiaro che questo film non sarà soltanto un sequel, ma un’opera capace di ridefinire i confini del cinema spirituale. Non ci resta che aspettare il 2026 per scoprire come questa visione prenderà vita sul grande schermo.
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