Introduzione
Tra le opere d’arte esposte al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano, c’è un bassorilievo che ha fatto molto discutere nel corso dei secoli. Si tratta di una scultura in pietra che raffigura una donna con le gambe divaricate che sta per radersi il pube.
La storia del bassorilievo
Il bassorilievo risale al XII secolo e, fino al 1848, era collocato sopra l’arcata di Porta Tosa, una delle porte minori delle mura medievali di Milano. L’opera fu poi rimossa per ordine del cardinale Carlo Borromeo, che la considerava un’immagine troppo sconveniente.
Le ipotesi sull’origine del bassorilievo
Sulla storia e sul significato del bassorilievo esistono diverse ipotesi. Una teoria sostiene che la donna raffigurata sia una prostituta che si sta preparando per il lavoro. Un’altra ipotesi sostiene che si tratti di una dea pagana, forse Flora, che sta celebrando un rituale di fertilità.
La leggenda della ragazza sconcia
C’è anche una leggenda che si lega al bassorilievo. Si racconta che nel 1162, durante l’assedio di Federico Barbarossa alla città, una ragazza salì sugli spalti delle mura, si spogliò e cominciò a radersi il pube per sfidare i tedeschi. L’eroica impresa della ragazza avrebbe contribuito alla vittoria di Milano.
L’umorismo del bassorilievo
Al di là del significato che si voglia attribuire al bassorilievo, è innegabile che si tratti di un’opera che suscita un certo umorismo. L’immagine di una donna che si rade il pube in pubblico è sicuramente insolita e, soprattutto in un’epoca come quella medievale, in cui la nudità era considerata un tabù, doveva essere decisamente sconvolgente.
Conclusione
Il bassorilievo della ragazza sconcia è un’opera che ha attraversato i secoli e che continua a suscitare curiosità e discussioni. Un’opera che, con il suo umorismo, ci ricorda che anche la storia dell’arte può essere divertente.
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