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La prima stagione di Invincible

Un prodotto di animazione deve avere due cose per essere apprezzabile: la prima è la tecnica di animazione e la seconda è la storia. In Invincible si è scelto di osare proponendo un lavoro di animazione di basso livello, un po’ per il budget a disposizione, un po’ per rimanere legati a quell’animazione retrò. Secondo me questa scelta è stata un errore perché un prodotto è venduto in parte anche grazie alla copertina e per questo Invincible non risulta essere particolarmente allettante. Sembra di assistere alla visione di uno di quei cartoni animati americani sui supereroi Marvel o DC che uscirono negli anni ’90; un nostalgico richiamo che però attira principalmente i grandi. Poco male, il prodotto è rivolto ad un pubblico adulto, ma questo comunque non basta a giustificare la scelta poco sensata.

 

Come detto, la seconda caratteristica che fa grande un lavoro di animazione è la storia. Ammetto che quasi tutto il primo episodio mi ha lasciato perplesso: ho assistito alla nascita di Invincible, un ragazzo predestinato che finalmente sviluppa i poteri tanto desiderati. Mark Grayson è all’apparenza un ragazzo normale, frequenta la scuola e ha un lavoro part time, ma ha lo spirito di un eroe e difende i compagni dal bullo della scuola, pur prendendoci le botte. Come personaggio non è per niente sorprendente, anzi sembra di rivedere la nascita in stile Uomo Ragno, ma falsuccia. Eppure il padre di Mark è l’eroe più potente della terra, quindi ci si aspetta qualcosa di sorprendente.

La terra è protetta da un gruppo di supereroi che sono in tutto e per tutto sovrapponibili a Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Aquaman, Thor, Mr. Fantastic e chi più ne ha più ne metta. Un incredibile scopiazzata generale che ti fa letteralmente cadere le braccia. Mi sarei aspettato qualcosa di più divertente, come ad esempio il primo duo di cattivi che hanno davvero qualcosa di originale nella loro meccanica d’interazione. Forse solo grazie al duo di gemelli clonati non ho dato subito per conclusa la visione della serie che comunque, subdolamente, ti stuzzica la curiosità con un paio di non detti che rimangono in sospeso. Nulla di sconvolgente, sia chiaro, ma strategicamente è stato importantissimo lasciare alcune domande senza risposta per mantenere l’attenzione del pubblico.

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Diventare un supereroe non è facile, ci sono momenti in cui si può dubitare del proprio operato e addirittura rimanere bloccati durante il primo vero scontro. Mark ci farà partecipi di una serie di esperienze che spesso vengono tralasciate nelle meccaniche di un fumetto o nel racconto di un supereroe; difficoltà che sono quasi più significative delle nobili azioni che vengono con la maturazione di un eroe. Intorno al nostro protagonista si muovono giovani eroi che provano a costituire un gruppo con tutte le dinamiche e le difficoltà che questo comporta… Sembra di assistere alla versione migliorata della serie televisiva Titans. Oltre a questo, Mark ha la sua vita da studente e da ragazzo in piena tempesta ormonale. Storie d’amore e di verità celate sono un chiaroscuro interessante sullo sfondo di una serie di inganni e di macchinazioni ben congeniate.

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Il successo di questa serie è quindi principalmente dettato dalla storia, mentre il comparto grafico e l’animazione potevano essere più curati anche senza perdere di vista lo stile dell’animazione anni ’90. È già stato annunciato il rinnovo per due stagioni e quindi aspettiamo di vedere gli sviluppi che non arriveranno prima della seconda metà del 2022. Per valutare quest’opera sono costretto a fare una media: il mio voto per la storia è sicuramente intorno all’otto, mentre per il comparto grafico, tenendo in considerazione le attenuanti di Covid e il budget ridotto, è purtroppo insufficiente e si attesta intorno al cinque. Comunque è un prodotto che vi consiglio di vedere perché viaggia sullo stesso livello, se non addirittura superiore, della serie tv The Boys che ha riscosso un buon successo di pubblico e di critica.

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Invincible – Stagione 1: la recensione

Scritto da MarcoF

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