Teemu Nikki, uno dei registi più originali e prolifici del cinema finlandese contemporaneo, torna sul grande schermo con un’opera che mescola magistralmente il grottesco e il tragico. “La morte è un problema dei vivi”, in uscita il 4 luglio 2024, è una commedia nera che non solo fa ridere, ma invita anche a riflettere sulle contraddizioni della vita moderna. Il film, presentato in anteprima al Concorso Progressive Cinema della Festa del Cinema di Roma 2023, si preannuncia come un’altra gemma nella filmografia di Nikki, già celebre per pellicole come “Il cieco che non voleva vedere Titanic”.
Il film racconta la storia di due personaggi ai margini della società finlandese: Risto e Arto, interpretati rispettivamente da Pekka Strang e Jari Virman, attori feticcio di Nikki. Risto è un impresario di pompe funebri, afflitto da una grave dipendenza dal gioco d’azzardo che lo sta portando alla rovina. La sua vita è un cumulo di disastri: un matrimonio in crisi, una suocera alcolizzata e un figlio che vede a malapena. Arto, invece, è un mite educatore in una scuola per l’infanzia, la cui vita viene sconvolta dalla scoperta di avere solo il 15% del cervello, una condizione che lo rende una sorta di ingenuo agli occhi degli altri.
Nonostante siano vicini di casa, Risto e Arto non potrebbero essere più diversi. Tuttavia, il destino li spinge a collaborare come becchini per un’attività illegale, formando una coppia inusuale e bizzarra. Questa collaborazione forzata li porterà a confrontarsi con le loro paure, le loro debolezze e, inaspettatamente, a stringere un legame di amicizia. Insieme, si trovano ad affrontare la vita con un’ironia amara, ma anche con una nuova consapevolezza del valore dell’esistenza, nonostante tutte le sue ombre.
Un Film che Rappresenta la Finlandia di Oggi
“La morte è un problema dei vivi” è molto più di una semplice commedia nera. Nikki usa il film per esplorare temi profondi come la ludopatia, l’emarginazione sociale e la ricerca di senso in un mondo sempre più complesso e alienante. La pellicola riflette una Finlandia contemporanea lontana dall’immagine idilliaca spesso proposta dal cinema di autori come Aki Kaurismäki. Nikki, infatti, costruisce un universo chiuso e riconoscibile, popolato da personaggi ai margini, ma dotati di una straordinaria umanità. La sua poetica si basa su un profondo amore per i generi cinematografici, che mescola in modo originale, creando opere che sono sia intrattenimento che riflessione.
La Poetica di Teemu Nikki
Teemu Nikki è un regista che ha sempre saputo coniugare il realismo con il genere, il distacco emotivo con una sensibilità acuta. “La morte è un problema dei vivi” si inserisce perfettamente nel solco della sua filmografia, ma con un tocco ancora più bilanciato e preciso rispetto ai suoi lavori precedenti. Nikki parte da situazioni apparentemente banali o estreme – come un amore negato, una disabilità o un’impresa di pompe funebri – e le trasforma in racconti paradossali e ambigui, sempre in bilico tra il comico e il tragico.
In questo film, Nikki sembra voler indagare più a fondo la figura di Risto, l’impresario di pompe funebri ludopatico, mettendo in secondo piano il personaggio di Arto, l’uomo senza cervello. Tuttavia, è proprio attraverso la vicenda di Risto che il regista riesce a veicolare un messaggio potente sulla ludopatia, vista come una pratica quasi performativa del capitalismo, dove il sistema – il capitale – è sempre il vincitore.
Un’Opera che Mescola Generi e Emozioni
“La morte è un problema dei vivi” è strutturato come un buddy movie, un film in cui due personaggi, apparentemente incompatibili, devono imparare a convivere e a collaborare. Risto e Arto rappresentano due forme diverse di solitudine e alienazione, entrambe causate dall’incomprensione e dall’indifferenza della società. Risto è un uomo senza cuore, che ha perso tutto a causa della sua dipendenza dal gioco; Arto, invece, è un uomo senza cervello, incapace di comprendere pienamente il mondo che lo circonda. Solo unendo queste due “mancanze”, i protagonisti riescono a trovare un equilibrio e una via d’uscita dal loro isolamento.
Nikki, con il suo tocco unico, riesce a mescolare i generi, passando dal grottesco al tragico, dal realistico al surreale, senza mai perdere di vista l’umanità dei suoi personaggi. Il film è arricchito dalle musiche originali di Marco Biscarini e dalla fotografia di Jyrki Arnikari, storico collaboratore del regista, che riescono a creare un’atmosfera sospesa tra il reale e il fantastico.
“La morte è un problema dei vivi” è un film che conferma Teemu Nikki come uno dei registi più interessanti del panorama cinematografico contemporaneo. Con il suo stile unico, capace di mescolare humour nero, dramma e riflessione sociale, Nikki offre al pubblico un’opera che fa ridere, piangere e riflettere. Un film che parla di morte, ma che in realtà celebra la vita, con tutte le sue contraddizioni e le sue complessità. Se siete alla ricerca di una commedia originale e toccante, “La morte è un problema dei vivi” è sicuramente il film che fa per voi. Preparatevi a essere sorpresi, commossi e, soprattutto, a riflettere sulla fragilità e la bellezza della vita umana.
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