La legione occulta dell’impero romano

Si muovono sui campi di battaglia come spettri, inarrestabili e letali. Sono i soldati della Legio Occulta.

Per la storia non sono mai esistiti ma l’Impero romano ha nei loro confronti un inestimabile debito di riconoscenza. Il loro intervento ha permesso di realizzare strategie impensabili, di vincere battaglie impossibili. Non sono addestrati a combattere, ma a leggere e interpretare i segni degli dèi, spianando la strada alle daghe romane, o a intervenire quando la forza delle armi lascia il posto al potere del trascendente. Indossano armature bianche come la neve e tuniche nere come la notte. Veggenti, auguri, negromanti, aruspici raccolti da bambini nelle arene, nei mercati degli schiavi e nei villaggi in fiamme. Le storie che corrono sulla bocca degli ubriachi nelle bettole di confine raccontano che siano guidati da un comandante padrone di un misterioso linguaggio dei gesti. Si muovono sui campi di battaglia come spettri, inarrestabili e letali. Giulio Cesare ne ha fatto un manipolo di eroi, Ottaviano Augusto li ha resi leggenda. Vigiles in tenebris è il loro motto e il nero destriero di Plutone il loro simbolo. Sono i soldati della Legio Occulta.

«A un primo sguardo pareva un blocco di ossidiana e metallo avvolto da una bruma color avorio. Poi gli occhi dei soldati si abituarono ai riflessi del sole contro il metallo. E quella figura indistinta lasciò intravedere le sagome di elmi di ferro, tuniche di seta nera e mantelli color latte. Le corazze anatomiche bianche dei veterani parevano fondersi nel manto sabbioso come se ad avanzare fosse un gigantesco scorpione nero dalle chele scintillanti. Alla fine nessuno ebbe più dubbi su cosa avesse fatto la sua apparizione sul campo di battaglia. La leggenda in carne e ossa.»

 

Giornalista professionista, scrittore e sceneggiatore, Roberto Genovesi, è direttore artistico di Cartoons on the Bay, il festival internazionale dell’animazione televisiva e multimediale della Rai, e responsabile marketing di Rai Trade. Già vicedirettore di RaiSat Ragazzi, RaiSat Smash e RaiSat Yoyo, è stato coordinatore editoriale di Rai Gulp. Con Sergio Toppi ha realizzato le biografie a fumetti di Federico di Svevia, Carlo Magno, Gengis Khan e Archimede di Siracusa. È autore del romanzo Inferi On Net (2000). Docente universitario di teorie e tecniche dei linguaggi multimediali interattivi, è considerato uno dei maggiori esperti italiani di videogiochi. Il suo sito internet è www.robertogenovesi.it.

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