La deformazione cranica volontaria era praticata in diverse culture distinte tra loro sia dal punto di vista geografico che da quello cronologico. Riscontrabile ancora adesso in alcune aree (ad esempio Vanuatu, nel Pacifico meridionale). Deformazioni o modificazioni craniche artificiali, appiattimento del capo o legatura del capo sono forme di alterazione del corpo in cui il cranio di un essere umano è deformato intenzionalmente. Di regola la procedura è praticata sui lattanti dato che il cranio a quell’età è più plasmabile. Nei casi tipici la fasciatura del capo comincia circa un mese dopo la nascita e continua per circa sei mesi.
La più antica segnalazione scritta di deformazione cranica è dovuta ad Ippocrate nel 400 AC e riguarda i Macrocefali (o Grosse Teste), così denominati per la loro pratica di deformare il cranio. Uomini con scheletri con questi caratteri sono rappresentati in varie sculture e fregi di quel periodo a noi pervenuti.
- In America i Maya, gli Inca ed alcune tribù del Nativi Nordamericani facevano molta pratica di tale costume.
- In Africa, i Mangbetu, furono notati dagli esploratori europei a causa delle loro teste allungate. Tradizionalmente il capo dei bambini era avvolto strettamente con dei tessuti allo scopo di conferire loro l’aspetto caratteristico.
- In Europa l’abitudine di schiacciare il capo dei bambini, sebbene tendesse a svanire nel tempo, era ancora esistente nel XX secolo in Francia ed era riscontrabile anche in forme isolate nella Russia Occidentale, nel Caucaso e in Scandinavia.
Le ragioni per le quali il capo veniva modellato variavano nel tempo: da motivi estetici a teorie pseudoscientifiche circa la capacità del cervello di trattenere certi tipi di pensieri a seconda della sua forma.
Nella regione di Toulouse (Francia) queste deformazioni craniche persistettero fino agli inizi del XX secolo; tuttavia più che essere prodotte intenzionalmente, sembra fossero il risultato non voluto di un’antica pratica medica comune tra i contadini francesi nota come “ bandeau“, con la quale la testa del bambino era avvolta strettamente allo scopo di proteggerlo da urti ed incidenti subito dopo la nascita.
Storicamente ci sono state numerose teorie riguardo le motivazioni di queste pratiche. È stata anche considerata l’ipotesi che la pratica della deformazione cranica abbia tratto origine dal tentativo di imitare quei gruppi della popolazione in cui la forma allungata del capo era una condizione naturale. I crani di alcuni antichi Egizi sono tra quelli identificati come naturalmente allungati e la “macrocefalia” può essere una caratteristica familiare. Come esempio possiamo menzionare alcuni feti rinvenuti con cranio allungato.
L’usanza, connessa alla regalità e alla sacralità, è rimasta viva per millenni. Era ancora praticata da numerose popolazioni stanziate a est del Mar Nero in epoca tardo-imperiale e all’inizio del Medioevo, come tra gli Unni. La pratica è diffusa anche oggi presso alcune comunità tribali, ne abbiamo per esempio testimonianze in Congo.
Infine, alcuni studiosi guardano alle rappresentazioni delle divinità neolitiche della fertilità, quindi la pratica rimanderebbe a una simbologia fallica. Infine, c’è chi le ritiene ispirate alle figure immateriali che popolavano le visioni degli antichi sciamani, le stesse che poi sono state raffigurate in tantissime pitture rupestri sparse per il mondo.
Fonti:
- Borja Villanueva, César Andrés e Gálvez Calla, Luis H: Deformazioni artificiali della testa nell’antico Perù. Deformazione cranica come ideale di bellezza dei Maya. Recupero da ellitoral.com.
- Perché e come alcune antiche culture hanno distorto i teschi dei bambini? ( Estratto il 12 febbraio 2018 da bbc.com. )
- civiltaanticheantichimisteri.blogspot.com/2016/05/deformazione-del-cranio-trapanazione-e.html