La Città Incantata, il capolavoro di Hayao Miyazaki

La Città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi) è il capolavoro d’animazione  creato dal Premio Oscar Hayao Miyazaki per lo Studio Ghibli, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino e del Premio Oscar quale miglior film di animazione: uno dei maggiori incassi della storia del cinema d’animazione giapponese, tratto dal romanzo originale di Sachiko Kashiwaba (1987). Il film è stato distribuito in Giappone nel 2001, dove ha incassato più di Titanic

La Città incantata racconta le avventure della piccola Chihiro, una ragazzina di dieci anni, capricciosa e testarda, convinta che l’intero universo debba sottostare ai suoi capricci. Quando i suoi genitori, Akio e Yugo, le dicono che devono cambiare casa, la bambina va su tutte le furie e non fa nulla per nascondere la sua rabbia. Abbandonando per sempre la vecchia casa, Chihiro si aggrappa al ricordo dei suoi amici e di un mazzo di fiori, ultime tracce della sua vecchia vita. Arrivati in fondo ad una misteriosa strada senza uscita, Chihiro ed i suoi genitori si trovano davanti ad un immenso edificio rosso sulla cui facciata si apre una galleria senza fine che somiglia ad una gigantesca bocca. Con una certa riluttanza, Chihiro segue i genitori nel tunnel.Il tunnel li conduce ad una città fantasma, dove li aspetta un sontuoso banchetto. Akio e Yugo si gettano famelici sul cibo e vengono trasformati in maiali sotto gli occhi della figlia. Sono scivolati in un mondo abitato da antiche divinità e esseri magici, governato da una strega malvagia, l’arpia Yubaba.Yubaba spiega a Chihiro che i nuovi arrivati vengono trasformati in animali prima di essere uccisi e mangiati. Coloro che riescono a sfuggire a questo tragico destino saranno condannati all’annientamento, quando verrà dimostrato che non servono a nulla.Per sua fortuna, Chihiro trova un alleato nell’enigmatico Haku. Per ritardare il più possibile il terribile giorno della resa dei conti e sopravvivere in un mondo strano e pericoloso, Chichiro dovrà rendersi utile e quindi lavorare. E così la ragazzina rinuncerà alla sua pigrizia, alla sua umanità, alla sua ragione, ai suoi ricordi e addirittura al suo nome…

Lungometraggio di 122 minuti, La città incantata è costato 19 milioni dollari. Pur essendo cinque volte meno costoso di un qualunque progetto della Disney, si tratta di una somma colossale per il cinema d’animazione giapponese. Il film è stato un successo senza precedenti. Ancora prima di essere distribuito negli Stati Uniti e in Europa, il film di Hayao Miyazaki era già considerato il primo film non americano della storia ad aver incassato 200 milioni di dollari. La Francia è stato il primo paese occidentale ad offrire a questo film già mitico un’ampia distribuzione.

In questo lungometraggio, il maestro Miyazaki si avvale di tecniche di animazione tradizionali, coadiuvate dalle recenti tecnologie digitali per rendere ancora più realistici i dettagli, le espressioni del viso e gli sfondi, per raccontare un viaggio onirico sul passaggio all’età adulta, tra tradizione giapponese e creature magiche, un’opera in grado di incantare grandi e piccini, perfetta per una serata in famiglia. Per il film Studio Ghibli ha utilizzato la stessa tecnica digitale già impiegata per il lungometraggio precedente, My Neighbours the Yamadas di Isao Takahata. Allo Studio Ghibli però, a differenza della Pixar, non si lavora solo ed esclusivamente al computer. Tutti i disegni, i protagonisti e le ambientazioni, sono prima realizzati a mano e poi vengono scannerizzati e tradotti in formato digitale. Soltanto le rifiniture, l’animazione e la scelta dei colori finali vengono generati dal computer. Studio Ghibli ha creato la posizione di “Direttore delle immagini digitali ” e ha assunto Okui Atsushi per ricoprirla. Okui traduce in forma digitale il lavoro fornito da ogni singolo dipartimento, aggiungendo poi i movimenti della macchina da presa e gli effetti speciali.

Toshio Suzuki, Presidente della Ghibli Studio ha dichiarato:

“L’incredibile successo di La città incantata può essere attribuito a numerosi fattori … Naturalmente, c’è la popolarità di Miyazaki e del suo film precedente, Principessa Mononoke. Ma La città incantata è un’avventura unica nel suo genere, che ti tiene col fiato sospeso senza mostrare alcuna violenza. L’azione e l’umorismo non sono eccessivi; l’uso di effetti speciali spettacolari è comunque tenuto sotto stretto controllo. La piccola Chihiro scopre dei valori come l’amicizia, la determinazione e la disciplina. Tuttavia, il film non è didattico. Cerca di infondere fiducia nei bambini mostrando loro quanto sia essenziale farsi un nome. Questa miscela di modernità, filosofia e fantasia è molto rara nel cinema d’oggi. Grazie al tocco magico di Hayao Miyazaki, credo che il pubblico s’innamorerà di La città incantata, perché si accorgerà sin da subito di assistere ad uno spettacolo unico”.

Per la composizione della straordinaria colonna sonora, diventata un cult, Miyazaki si è avvalso della collaborazione di Joe Hisaishi e della New Japan Philharmonic. La colonna sonora de La città incantata ha ottenuto vari riconoscimenti in Giappone.

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