La Basilica di Santa Balbina all’Aventino

La basilica di Santa Balbina è una basilica paleocristiana di Roma, situata sul “piccolo Aventino”, nel rione di San Saba, in fondo ad una antica strada murata che è stata conservata identica a non si sa quanti decenni fa. L’accesso moderno principale, tuttavia, è su via Baccelli, accanto alle terme di Caracalla e al moderno Stadio delle Terme. Ha la dignità di Basilica minore. Fu uno dei tituli cardinales fin dalla prima organizzazione ecclesiale della città e la più antica testimonianza della sua esistenza risale al sinodo del 495. Al tempo di papa Urbano V il monastero attiguo era intitolato al SS. Salvatore e S. Balbina ed ancora nel catalogo di papa Pio IV si trova chiamato S. Salvatore della Balbina.
 
Alla chiesa, attualmente semplice luogo di culto senza parrocchia e filiale della basilica vaticana, adibito soprattutto a matrimoni, è annesso un vasto e antico convento fortificato, ora intitolato a santa Dorotea e adibito ad ospizio fin dal 1884.
 
L’edificio fu restaurato da Antonio Muñoz nel 1928; in quell’occasione furono posti nel pavimento mosaici provenienti dagli scavi del 1939 per l’apertura di via dei Fori Imperiali. La pianta è ad aula unica, non suddivisa in navate, ma con profonde nicchie sulle pareti laterali, alternativamente a pianta rettangolare e semicircolare, delimitate da pilastri. Sul fondo si trova l’abside, dotata di finestre, in cui è collocata una bella cattedra episcopale cosmatesca.
 
La costruzione, a guardare le murature in opera listata e in laterizio, sembra databile al IV secolo, ma apparteneva forse inizialmente ad una delle ricche residenze (domus) del quartiere e solo più tardi fu adoperata come chiesa. La Domus è stata identificata, dai bolli laterizi, con quella donata dall’imperatore Settimio Severo, all’inizio del III secolo, al suo amico Lucio Fabio Cilone, due volte console e Prefetto di Roma. Nei pressi della chiesa si trovano resti delle mura serviane. L’attuale facciata è il frutto di un rifacimento cinquecentesco.
 

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